Quali sono i principali spazi occupati in Italia
- Postato il 21 agosto 2025
- Di Il Foglio
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Quali sono i principali spazi occupati in Italia
È stato sgombrato stamattina il centro sociale Leoncavallo a Milano dopo 31 anni e 133 tentativi andati a vuoto. Un blitz delle forze dell’ordine ha ridato l’ex cartiera di via Watteau, occupata dal 1994, alla famiglia Cabassi. "Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!”. Ha scritto sui social il leader leghista, Matteo Salvini.
Gli ultimi dati contano oltre 200 centri sociali con sede in palazzi abbandonati in tutta Italia. A caratterizzare la gestione collettiva degli spazi pubblici non sono solo iniziative sociali e culturali, ma soprattutto forte antagonismo politico. Spesso protagonisti di forti scontri con le forze dell'ordine e di cortei e manifestazioni di protesta. Ma la questione riguarda tutti, a prescindere dal colore politico.
A sinistra
I centri sociali nascono negli anni Settanta come espressione del fermento politico giovanile soprattutto di sinistra. Quelli rimasti in vita rappresentano ancora oggi non sono solo un luogo di militanza politica, ma presidi di carattere sociale e culturale per le comunità in cui si inseriscono.
Forte Prenestino
Nato a Roma dieci anni dopo il Leoncavallo, il CSOA Forte Prenestino è fra i più centri sociali più grandi d’Europa e fra i più antichi della Capitale. La sua fondazione risale al 1 maggio 1986, quando in occasione della “Festa del non lavoro”, alcuni giovani occuparono uno dei quindici ex forti della Capitale, nel quartiere di Centocelle. Si trattava di un edificio dismesso dal 1950 e acquisito nel 1977 dal Comune di Roma, e per i nove anni successivi rimasto inutilizzato e ridotto a una discarica. Oggi, dopo quasi quarant’anni, nella struttura labirintica che si snoda appena superato il ponte levatoio d’ingresso, il Forte continua a ospitare numerose iniziative sociali e culturali, che tengono in vita uno spazio altrimenti abbandonato.
Spin Time
Sempre a Roma, più giovane è lo Spin Time, nel quartiere Esquilino, nato nel 2013 in un palazzo dell’Inpdap (oggi Inps) occupato dal movimento per il diritto all’abitare Action. Nell’edificio oggi vivono circa 500 persone e si svolgono attività culturali ed editoriali, laboratori per bambini e corsi professionali per adulti. Spin Time è diventato anche un caso studio: Open Impact, centro di ricerca dell’Università Bicocca di Milano, in un rapporto dedicato lo ha definito un “modello di welfare integrato”, che apre scenari d’avanguardia per le politiche di rigenerazione urbana. L’edificio continua però a essere in cima alla lista della Prefettura per gli sgomberi.
Askatasuna
È il più grande e importante centro sociale di Torino. Il nome deriva da una parola in lingua basca, che significa “libertà”. Occupato nel 1996 dai militanti dell’area politica dell’Autonomia Contropotere, l’edificio è stato perquisito dalle forze dell’ordine nel 1999 e nel 2001. Lo scorso anno una deliberazione del Comune di Torino ha riconosciuto l’Askatasuna come bene comune e ha avviato un percorso di amministrazione condivisa con un gruppo di cittadini, rappresentanti anche gli occupanti di corso Regina Margherita 47. A questo percorso di coamministrazione si sono opposti, nel maggio di quest'anno, alcuni consiglieri di Fratelli d’Italia della Circoscrizione 7 di Torino, presentando un ricorso al Tar del Piemonte con cui richiedevano la sospensione dell’efficacia degli atti amministrativi con cui il percorso era stato avviato. Ricorso respinto, ma la battaglia da destra contro l’Askatasuna non si arresta: Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega in Piemonte, ha definito lo sgombero del Leoncavallo a Milano “un segnale concreto e lodevole”, e ha aggiunto: “Adesso non ci sono più scuse per Torino, prenda esempio e sfratti Askatasuna”.
El Paso Occupato
Attivo a Torino dal 1987, nel quartiere Lingotto, di grande rilevanza soprattutto per la centralità che ha avuto sulla scena hardcore punk torinese negli anni Ottanta. A El Paso si sono esibiti gruppi come i Fugazi e gli Youth of Today.
Pedro
Primo centro sociale nel Nordest, fondato a Padova nel 1987 da un gruppo di studenti e dedicato a Pietro Maria Greco, militante di Autonomia Operaia, latitante e ucciso dalla Digos e dai Servizi nel 1985. Dalla sua fondazione il Pedro è stato protagonista di numerose battaglie politiche che hanno animato la città.
Làbas
Travagliate sono anche le vicende politico-amministrative del Làbas di Bologna, nato gli spazi di una caserma abbandonata in via Orfeo. Lo sgombero dell’ex caserma, avvenuto nell’agosto del 2017, fu molto contestato e seguito da scontri tra gli occupanti e le forze dell’ordine. Oggi il collettivo ha una nuova sede in vicolo Bolognetti, per la quale, ad aprile di quest’anno, si è aggiudicato nuovamente la gestione degli spazi vincendo una gara avviata dal Comune di Bologna - non senza polemiche politiche da destra: “Serve un cambio alla guida dell’amministrazione, solo a quel punto centri sociali e associazioni propagandistiche potranno essere accompagnate alla porta”, aveva dichiarato Matteo Di Benedetto, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale.
A destra
Il fenomeno dei centri sociali di destra nasce negli anni Novanta come risposta simbolica e politica ai più noti centri sociali di sinistra. Se questi ultimi, a partire dagli anni Settanta, avevano iniziato a occupare spazi pubblici in nome dell'autogestione e dell'aggregazione giovanile legata a istanze anticapitaliste, ambientaliste e libertarie, i gruppi neofascisti e di destra radicale sentono il bisogno di creare propri spazi di riferimento, incentrati su un’idea alternativa di identità, comunità e militanza.
A partire dalle prime occupazioni a Roma, questi centri sono diventati veri e propri laboratori politici, culturali e, talvolta, abitativi. La svolta si ha con la nascita di CasaPound, che teorizza due forme di occupazione:
Onc (Occupazioni Non Conformi): spazi per attività culturali, sportive e identitarie.
Osa (Occupazioni a Scopo Abitativo): spazi in cui vivono famiglie e militanti, spesso italiani in difficoltà economica.
Casapound
È un ex palazzo governativo, in Via Napoleone III a Roma, occupato nel 2003 dall'omonima associazione neofascista. Nel 2020 la Procura di Roma ha ottenuto dal gip il sequestro preventivo dell’immobile occupato nel rione Esquilino della Capitale. Un provvedimento per il recupero dell’edificio in relazione a una doppia indagine dei magistrati capitolini: per occupazione abusiva e per associazione a delinquere finalizzata all’istigazione all’odio razziale. Ma il sequestro non risulta eseguito in modo definitivo. L'edificio in Via Napoleone III resta il cuore simbolico del movimento e un punto di riferimento per la destra radicale italiana.
Nel 2011, nel quartiere Montesacro, Casapound ha occupato anche una palazzina per dare casa a una ventina di famiglie in stato di grave emergenza abitativa. L’occupazione aveva suscitato polemiche e contestazioni sia da parte del Pd che dell’estrema sinistra. Infatti, per alcune settimane si susseguirono episodi di violenza fino al raggiungimento di un accordo tra gli occupanti e il Comune di Roma, che si impegnava a trovare una sistemazione adeguata alle famiglie in difficoltà sostenute da CasaPound.
A Latina Casapound ha il suo quartiere generale in un palazzo dell’Enel, mentre a Catania, nel quartiere Cibali, i militanti di Spazio Libero Cervantes hanno in mano l’ex circolo didattico XX Settembre.
CasaMontag
È la prima Onc creata ufficialmente da CasaPound, in Via Tiberina 801 a Roma. Il nome richiama Guy Montag, protagonista del romanzo "Fahrenheit 451" di Ray Bradbury, simbolo della ribellione contro la società omologata. L’occupazione ha avuto da subito una forte valenza identitaria e culturale, non legata all’emergenza abitativa, ma alla volontà di creare una comunità alternativa. Negli anni è diventato un punto di aggregazione per militanti, famiglie e simpatizzanti. Nonostante alcuni tentativi di sgombero e la marginalizzazione mediatica, CasaMontag ha continuato a operare e rappresenta ancora oggi un modello di riferimento per l’attivismo sociale e politico di destra.
Foro 753
Prende il nome dall’anno di fondazione leggendaria di Roma (753 a.C.). Nato come occupazione, è stato inizialmente gestito da militanti di Azione Giovani. Dopo il primo sgombero, è stato legalizzato e assegnato dal Comune di Roma nel 2007 (durante l’amministrazione Veltroni), come riconoscimento del suo ruolo aggregativo sul territorio. Nel nuovo stabile in zona Torrevecchia-Boccea, Foro 753 ha mantenuto le sue funzioni: circolo culturale, sede di attività sportive e musicali, spazio per la formazione politica giovanile. Rimane attivo e oggi ospita iniziative legate all’identità romana, alla memoria storica e al dibattito politico giovanile.
Area 19
Si trova in Via Monti della Farnesina (stazione Olimpico-Farnesina) e nasce dalla riqualificazione di una stazione ferroviaria abbandonata costruita per i Mondiali di calcio del 1990. Viene occupata dai militanti di CasaPound e trasformata in spazio multifunzionale. Il nome deriva dalla numerazione dei progetti urbanistici e simboleggia la "zona franca" dell’identità nazionale e della militanza alternativa. Area 19 ospita concerti, feste, tornei sportivi, corsi di autodifesa e musica, eventi per bambini. Il centro ha avuto anche un ruolo nel coordinamento di iniziative giovanili e proteste contro il degrado urbano e l’inefficienza delle amministrazioni locali.
Casa d'Italia Colleverde
Situata nella periferia est di Roma, a Colleverde di Guidonia, Casa d’Italia Colleverde è nata con una vocazione abitativa per ospitare famiglie italiane in emergenza. Si tratta di un’ex scuola abbandonata trasformata in centro di vita comunitaria, con spazi residenziali e un’area pubblica per eventi. Come altri centri legati a CasaPound, ha una doppia anima: sociale – con assistenza agli occupanti e iniziative solidali – e politica – con attività culturali e ideologiche. La sua posizione periferica ha favorito una relazione con il territorio, coinvolgendo anche residenti non legati direttamente all’area militante.
Nel panorama di centri sociali a destra ci sono anche: Sezione del Blocco Studentesco, Il cerchio e la croce e Circolo Futurista Casalbertone.
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