PwC Italia per la cultura. Progetti passati e presenti raccontati da Chiara Carotenuto
- Postato il 17 dicembre 2025
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- Di Artribune
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La presenza del gigante multinazionale della consulenza PwC sul territorio italiano è capillare: oltre 8000 persone in 24 sedi. Una presenza territoriale che si manifesta anche in importanti investimenti in campo culturale e alla formulazione del progetto PwC per la cultura. Il comune denominatore è una visione che ha nella cultura un veicolo di comunicazione e di restituzione: ne abbiamo parlato con Chiara Carotenuto, Communication, Engagement and Branding Partner di PwC Italia.

PwC Italia per la cultura. L’intervista a Chiara Carotenuto
Anche il 2025 vi ha visto mantenere e incrementare il vostro sostegno al mondo della cultura, dalle arti visive alla musica: che cosa ha caratterizzato il vostro impegno quest’anno?
Anche quest’anno abbiamo rinnovato la nostra scelta di sostenere iniziative culturali che vadano oltre il tradizionale concetto di sponsorizzazione. Il nostro obiettivo è sempre quello di creare interventi di reale valore a sostegno delle istituzioni culturali con cui collaboriamo, per il pubblico a cui ci rivolgiamo e, soprattutto, per le persone all’interno di PwC Italia. Ogni anno ci impegniamo ad ampliare il numero dei soggetti con cui avviamo nuove progettualità, con l’intento di stimolare la nascita di nuove sinergie e offrire un contributo concreto alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano.
Potrebbe farci degli esempi significativi di questa strategia?
La collaborazione con la Pinacoteca di Brera, dove stiamo contribuendo al restauro dell’Ultima Cena di Rubens, e da quella con il Museo Diocesano di Milano, che ci ha recentemente visti partecipi al progetto di completamento del restauro del presepe di carta di Londonio. Parallelamente cerchiamo di esplorare ambiti artistici diversi: particolarmente significativa e di successo è stata ad esempio la collaborazione con Fondazione Prada nelle edizioni 2023 e 2025 della Riccardo Muti Italian Opera Academy, dedicate rispettivamente alla Norma di Bellini e al Don Giovanni di Mozart. Un ulteriore aspetto del nostro impegno è rappresentato dal coinvolgimento di nuove aree del Paese nelle progettualità culturali, sfruttando la nostra presenza in tutta Italia. Ne sono esempio il sostegno alle iniziative portate avanti da Do ut Do in occasione di ArteFiera a Bologna e il supporto alla mostra dedicata a Bice Lazzari, attualmente esposta a Palazzo Citterio a Milano e dal 2026 alla GNAMC di Roma.
Accademia Carrara di Bergamo e l’apertura straordinaria di Torre PwC
La vostra scelta di impegnarvi nel mondo della cultura risale al 2021-2022. Come si è evoluto il vostro impegno in questi anni e che cosa rappresenta oggi per PwC Italia?
La nostra prima esperienza di collaborazione con il mondo dell’arte e della cultura è nata in modo “reattivo”: abbiamo accolto la proposta ricevuta dall’Accademia Carrara di Bergamo che, a partire dal 2021, ci ha coinvolto attivamente nel progetto di restauro e apertura al pubblico dei loro giardini, oggi noti come Giardini PwC. Questa iniziativa ci ha inoltre offerto l’opportunità di ospitare presso la Torre PwC a Milano un capolavoro di Sandro Botticelli, il celebre Ritratto di Giuliano de’ Medici, consentendoci per la prima volta di aprire la Torre al pubblico e rendere accessibile uno spazio iconico dello skyline milanese. Il successo straordinario di questa prima esperienza, testimoniato dall’entusiasmo e dalla partecipazione del pubblico e il conseguente sopraggiungere di numerosissime richieste di collaborazione da parte di ulteriori enti culturali, ci ha consentito di maturare a livello di approccio.
Cosa ne è nato?
Abbiamo dato vita a un progetto strategico, PwC per la Cultura, che grazie anche a un dialogo costante e proficuo con le istituzioni ci ha permesso di conseguire un posizionamento differenziante sul mercato. In questo senso ritengo che il nostro impegno abbia avuto un’evoluzione negli anni: da un approccio reattivo a istanze esterne siamo passati ad una pianificazione strategica. Questo ci ha consentito di creare un percorso condiviso e consapevole, con obiettivi precisi nei confronti delle istituzioni, del pubblico e della comunità di PwC Italia, tenendo in considerazione gli importanti aspetti di attenzione al sociale.
La cultura come strumento di engagement secondo PwC
Una parte delle iniziative che ideate o sostenete è riservata alle vostre persone. È la cultura uno strumento di engagement?
Assolutamente. L’esperienza maturata in questi anni ci permette di dire che sì, questi progetti favoriscono l’interazione tra le persone creando occasioni di incontro e di confronto estendendo e rafforzando i rapporti tra di loro secondo modalità che vanno ben oltre i tradizionali confini della routine lavorativa, offrendo momenti di relazione e scambio difficilmente replicabili nel contesto quotidiano di ufficio. PwC Italia, con una comunità composta da oltre 10.000 laureati – di cui circa 3.000 ogni anno affrontano qui la loro prima esperienza professionale – si riconosce una responsabilità precisa: offrire alle proprie persone opportunità di crescita e formazione che vadano oltre il mero sviluppo tecnico. In questa prospettiva, dedichiamo alle nostre risorse momenti ad hoc, come accade con il costante palinsesto di presentazioni di libri, organizzate sia in Torre PwC a Milano sia in altre sedi, durante le quali i colleghi hanno la possibilità di confrontarsi direttamente con gli autori. La cultura rappresenta quindi per noi un elemento di coesione, capace di stimolare curiosità e pensiero laterale, valori fondamentali nel percorso di crescita personale e professionale all’interno di PwC Italia.
Come vi state preparando al 2026?
Daremo continuità ai progetti già in corso e, al contempo, punteremo a estendere le forme di arte e cultura su cui ci concentriamo e le aree geografiche di intervento.
L’articolo "PwC Italia per la cultura. Progetti passati e presenti raccontati da Chiara Carotenuto" è apparso per la prima volta su Artribune®.