“Putin moralmente responsabile, autorizzò la missione”: Londra all’attacco sul caso Skripal e la morte per Novichok di una donna

  • Postato il 4 dicembre 2025
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Il 4 marzo 2018, una domenica, Sergey Skripal, 66 anni, ex colonnello dell’intelligence militare russa Gru, fuggito da Mosca e accolto dal Regno Unito, viene trovato privo di sensi assieme alla figlia Yulia su una panchina di Salisbury. La ragazza era arrivata dalla Russia per trascorrere qualche giorno con il padre. Entrambi non presentavano lesioni fisiche. Il primo agente che li soccorre, Nick Bailey, presenta sintomi di avvelenamento. In totale, sono 21 le persone che quel giorno si sentono male, ma solo una morirà mesi dopo: si chiamava Dawn Sturgess, aveva 44 anni: si era spruzzata addosso il contenuto di una boccetta che il marito ha trovato per caso, portandola poi a casa.

Londra giunge alla conclusione che Skripal e il resto delle vittime quel giorno hanno inalato Novichok, un gas nervino potenzialmente letale. Il governo inglese dopo i primi accertamenti punta il dito sui servizi di sicurezza di Mosca. La portavoce del ministero degli esteri Maria Zakharova, dichiara: “Né in Russia né in Unione sovietica ci sono mai stati programmi di ricerca per lo sviluppo di un gas chiamato Novichok”.

Ma oggi, dopo sette anni di inchiesta condotta dall’ex giudice Anthony Hughes, Londra ribadisce: il presidente Vladimir Putin è “moralmente responsabile” per la morte di Dawn Sturgess perchè aveva autorizzato la missione che avrebbe dovuto eliminare il “traditore” Skripal. Il dossier si sviluppa in 174 pagine e racconta come Dawn Sturgess morì l’8 luglio 2018, poco più di una settimana dopo essersi spruzzata il Novichok. A trovare la boccetta, che credeva essere profumo, era stato il marito Charlie Rowley, 52 anni; il contenitore era stato recuperato dall’uomo ad Amesbury il 30 giugno. Anche Rowley è rimasto in condizioni critiche, ma è sopravvissuto.

Nella ricostruzione del giudice Hughes, la donna ebbe le cure appropriate, ma per lei non c’era nulla da fare, considerata l’esposizione al gas nervino. Gli agenti che erano arrivati in Inghilterra per eliminare Skripal, secondo il rapporto erano tutti del Gru ed avevano agito sotto gli pseudonimi di Alexander Petrov, 46 anni, Ruslan Boshirov, 47 anni e Sergey Fedotov. Petrov e Boshirov avrebbero applicato il Novichok sulla maniglia della porta d’ingresso di Skripal, per poi buttare via la boccetta in modo “incauto”, non avendo riguardo per le persone che hanno rischiato la vita.

L’ex magistrato ha affermato: “Sono giunto alla conclusione che l’operazione per assassinare Sergey Skripal deve essere stata autorizzata ai massimi livelli, dal presidente Putin. Concludo quindi che coloro che sono coinvolti nel tentativo di assassinio (non solo Petrov, Boshirov e Fedotov, ma anche coloro che li hanno inviati e chiunque altro abbia dato l’autorizzazione o sia a conoscenza dell’assistenza in Russia o altrove) sono stati moralmente responsabili della morte di Dawn Sturgess”.

La frizione diplomatica già alta tra Londra e Mosca a causa della guerra in Ucraina raggiunge così un nuovo livello critico. Il premier Keir Starmer ha convocato l’ambasciatore russo a Londra, Andrei Kelin, per chiedergli conto di quella che ha definito “attività ostile” da parte del Cremlino, annunciando anche un pacchetto di sanzioni verso il Gru. Starmer ha parlato di “disprezzo del Cremlino per le vite innocenti. Il Regno Unito si opporrà sempre al brutale regime di Putin e chiamerà la sua macchina omicida per quello che è”. Zakharova ha definito “favole di cattivo gusto” le notizie del dossier inglese, ed chiesto dove Yulia Skripal e suo padre siano stati negli ultimi sette anni. Una domanda a cui i servizi segreti di Sua Maestà difficilmente daranno risposte, visti i precedenti.

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