Psg, Dembelè, messaggio a Donnarumma?: "Luis Enrique ti vende o ti manda in panchina se succede questo"
- Postato il 27 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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La prima telefonata, appena ha riacceso il cellulare dopo la vittoria del Pallone d’oro, gli è arrivata da Messi. Uno che sa bene cosa voglia dire alzare quel trofeo. Poi via via a Xavi, Luis Suárez, molti ex giocatori del Barcellona e i messaggi dei compagni del Psg: Hakimi, Luis Enrique, Luis Campos. Ousmane Dembélé ha raccontato a France Football tutte le emozioni provate dopo la vittoria del premio e ha svelato alcuni piccoli segreti di quei giorni con un piccolo retroscena legato alle abitudini del tecnico parigino.
Messaggio a Donnarumma?
Nello spiegare come il trofeo sarà da stimolo a fare sempre meglio, Dembelè rivela: “Sì, certo. Perché se non vinci, se non hai fame, con Luis Enrique , finirai in panchina. Oppure compreranno un altro giocatore”. Difficile pensare che Gigio non avesse fame, si sa che la scelta è stata soprattutto tecnica per il celebre tema della capacità a “giocare con i piedi” ma forse l’atteggiamento sempre docile e signorile dell’ex portiere del Milan ha contribuito a non far scattare il feeling col tecnico asturiano.
Ossessione Pallone d’oro
Dembelè aggiunge su quel trofeo che ha fatto arrabbiare papà Yamal: “Da bambino sognavo di vincerlo. Ma poi, col passare del tempo, non ci ho più pensato. Non riuscivo a mettermi in testa che avrei vinto il Pallone d’Oro . Non era un’ossessione. È venuto da me. E, alla fine, sono stato io a cercarlo. L’ho visto da vicino, ho allungato le braccia, ‘Dai, dai!'”
Dopo un flash sui tempi in Spagna (“al Barcellona ho avuto molti infortuni, più passavano le stagioni, più mi facevo male. Nel 2019-2020 ho giocato solo cinque partite. Ma no, non ne ho dubitato. Ero sicuro che sarei tornato sui campi da gioco e che tutto sarebbe andato bene. Non ho mai dubitato del mio calcio, nemmeno per un secondo”) il giocatore spiega la sua conversione ad attaccante: “Essere incollato alla linea come ala non è la stessa cosa che essere un free agent, quello che chiamano un falso 9, ma è pur sempre un free agent. Luis Enrique mi dà molta libertà. Ne ho bisogno.”
Il modello Messi
Idee chiare sui modelli di riferimento: i modelli di riferimento: “Ho giocato a Barcellona con Leo Messi , che era un falso 9. Bisognava vedere come si muoveva, come tutti si dimenticavano di lui. Camminava, ma sapeva benissimo che la palla sarebbe arrivata ai suoi piedi perché Busquets lo aveva visto. Andava in posizione 9, sulle fasce, ovunque ci fosse spazio, andava ovunque. Rimaneva in posizione di fuorigioco, e all’improvviso riappariva. Ho visto tutto questo per sette anni. Oggi cerco di farlo. Dopo di lui, da 9, Harry Kane è incredibile. Al Real Madrid, Kylian Mbappé gioca da 9, ma non lo è davvero. Questi sono i giocatori che ammiro. Gli scettici? Ci saranno sempre. Anche se hai due, tre, quattro, cinque stagioni buone, se ne hai una brutta, tutto viene dimenticato. Non puoi accontentare tutti, è impossibile. Tutto ricomincia da zero all’inizio di ogni stagione.”