Prurito intimo persistente? Non sempre è una semplice infezione: in questi casi, corri dal medico
- Postato il 15 settembre 2025
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- Di Blitz
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Potrebbe trattarsi di qualcosa di più grave di una semplice infezione se il prurito intimo è persistente: attenzione a questi sintomi.
Il prurito intimo persistente non deve mai essere sottovalutato, soprattutto se accompagnato da lesioni o cambiamenti anomali a livello dei genitali esterni femminili.
Tra le possibili cause, nei casi più seri, può celarsi un tumore della vulva, una neoplasia rara ma che richiede tempestività nella diagnosi e nel trattamento.
Tumore della vulva: definizione e incidenza
Il tumore della vulva è un tipo di cancro che si sviluppa nelle parti esterne dell’apparato genitale femminile, quali le grandi labbra, le piccole labbra, il clitoride e il perineo, ovvero la porzione di pelle compresa tra la vagina e l’ano. Sebbene rappresenti solo il 3-5% di tutti i tumori del tratto genitale femminile, la sua incidenza cresce con l’età, risultando più frequente nelle donne oltre i 75 anni. Questa neoplasia si manifesta frequentemente con un nodulo o una lesione ulcerata localizzata, che spesso provoca un prurito persistente, sintomo che non dovrebbe mai essere ignorato. Il carcinoma squamoso domina la casistica, costituendo tra l’85 e il 90% delle neoplasie vulvari. Origina dalle cellule squamose, ovvero quelle sottili e piatte che rivestono la vulva, e si presenta in due forme principali:
- Cheratinizzante, tipica delle donne anziane e non associata all’infezione da Papilloma virus umano (HPV);
- Verrucoso, che appare come una verruca a crescita lenta e gode generalmente di una prognosi favorevole.
Un altro tipo rilevante è il melanoma maligno vulvare, che rappresenta circa il 2-5% dei tumori vulvari. Questo cancro della pelle si sviluppa dalle cellule produttrici di pigmento e si manifesta come un neo scuro o una lesione pigmentata nella zona genitale. L’adenocarcinoma interessa invece le ghiandole della vulva, in particolare quelle di Bartolini, e costituisce l’1-3% dei tumori vulvari. Tra le forme più rare si annoverano il sarcoma, che origina dai tessuti molli come muscoli e connettivi, e il carcinoma di Paget, una neoplasia cutanea estremamente rara.
I segnali di allarme del tumore della vulva possono essere inizialmente vaghi o addirittura assenti. Il sintomo più comune resta il prurito vulvare, che può accompagnarsi a lesioni cutanee visibili quali escrescenze, protuberanze, discromie o ulcerazioni, talvolta sanguinanti. Il dolore, che può essere acuto o sordo, costante o intermittente, può comparire in fase più avanzata. Tra i principali fattori di rischio figurano:
- l’età avanzata;
- l’infezione da HPV, responsabile di circa il 40-50% dei carcinomi squamosi vulvari;
- il fumo di sigaretta;
- le infiammazioni vulvari croniche, come il lichen sclerosus e il morbo di Paget;
- condizioni di immunodepressione, come l’infezione da HIV o il post-trapianto di organi.

La strategia terapeutica dipende da molteplici fattori, tra cui le dimensioni del tumore, il tipo istologico e lo stadio della malattia. La chirurgia rappresenta il trattamento di prima scelta e prevede l’asportazione del tumore con un margine di cute sana circostante. In alcuni casi può essere necessaria la rimozione di linfonodi inguino-femorali per prevenire la diffusione. Nei tumori estesi può essere indispensabile rimuovere parte o tutta la vulva e, in situazioni più complesse, anche porzioni di uretra, vagina e ano. Se la malattia è metastatica, si ricorre generalmente alla chemioterapia.
Al momento non esiste uno screening di massa per il tumore della vulva, tuttavia per le donne ad alto rischio – come quelle con infezione da HPV, lesioni pre-cancerose o che hanno subito radioterapia pelvica – è raccomandata una sorveglianza ginecologica regolare. Questi controlli, sebbene non prevengano completamente la malattia, possono favorire una diagnosi precoce, elemento cruciale per aumentare le probabilità di guarigione. La consapevolezza e l’attenzione ai sintomi, in particolare al prurito intimo persistente, rappresentano dunque un importante passo per la prevenzione e la gestione tempestiva di questa patologia oncologica.
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