Protesta storica a Belgrado contro la corruzione e Vucevic
- Postato il 15 marzo 2025
- Di Agi.it
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Protesta storica a Belgrado contro la corruzione e Vucevic
AGI - Si è conclusa la storica manifestazione che ha visto 107.000 persone marciare, a partire da mezzogiorno, per le strade di Belgrado dopo mesi di proteste, guidate dagli studenti, contro la corruzione e contro il governo dimissionario guidato da Milos Vucevic. I capi della mobilitazione hanno invitato i dimostranti a lasciare l'area del Parlamento, dove sono accampati da giorni, a causa delle provocazioni dei sostenitori del governo che, hanno riferito, avrebbero lanciato pietre e bottiglie contro di loro da un vicino parco.L'evento si è svolto in maniera pacifica.
LE RAGIONI DEL MOVIMENTO
Il movimento è nato dall'incidente avvenuto lo scorso 1 novembre alla stazione ferroviaria di Novi Sad, in cui persero la vita 15 persone a causa del crollo della pensilina in cemento dell'edificio appena ristrutturato. La tragedia fece esplodere la rabbia popolare, che la identificò subito come un simbolo dell'inefficienza e della corruzione della classe dirigente. Le manifestazioni per chiedere alle autorità di assumersi la responsabilità dell'incidente e di liberare i dimostranti arrestati divennero presto quotidiane e quella odierna è stata la più partecipata da allora.
LE PAROLE DI UNA STUDENTESSA
"Ci siamo organizzati dal nulla e abbiamo ottenuto molto", ha detto una studentessa da un palco nella piazza principale della città, "abbiamo unito il Paese, le generazioni, risvegliato la solidarietà e l'empatia e dimostrato che il cambiamento è possibile quando combattiamo insieme".
LA PARTECIPAZIONE POLITICA E LO SLOGAN DEL MOVIMENTO
Intorno, una folla densa reggeva bandiere e distintivi delle sigle politiche più disparate, dalla destra nazionalista all'estrema sinistra, fino agli ambientalisti. E tutti gridavano lo slogan del movimento: "Pompaj! Pompaj!" (Pompa! Pompa!) per esprimere la loro determinazione a non mollare. Molti indossavano una spilla con una mano insanguinata, simbolo del movimento, che ha adottato lo slogan "La corruzione uccide".
LA REAZIONE DEL GOVERNO E DEGLI ORGANIZZATORI
Intanto la polizia antisommossa presidiava i palazzi della politica. Nel tardo pomeriggio il ministero dell'Interno ha lanciato un "appello a tutti i partecipanti a preservare la pace (...) in uno spirito di responsabilità civica e nel rispetto delle leggi".
LA RICONOSCIBILITÀ DEI SUPPORTER E L'APPELLO DEGLI STUDENTI
Per proteggere la mobilitazione, gruppi di motociclisti, veterani e il servizio di sicurezza degli studenti hanno formato una rete di sicurezza attorno al corteo. In una dichiarazione pubblicata sui social media, ieri gli studenti avevano chiesto una protesta "calma e responsabile". "Lo scopo di questo movimento non è invadere le istituzioni, né attaccare coloro che non la pensano come noi", hanno scritto.
ACCUSE E RISPOSTE INTERNAZIONALI
Le manifestazioni sono diventate più tese da quando il governo ha accusato i dimostranti di essere pagati da agenzie straniere e di preparare azioni violente o addirittura una rivoluzione. L'Onu aveva invitato ieri le autorità serbe a non "interferire indebitamente" nella manifestazione e a "rispettare il pieno esercizio dei diritti alla libertà di riunione pacifica e alla libertà di espressione".
LA REPLICA DEL PRESIDENTE VUCIC
"Siamo un Paese estremamente democratico", era stata la replica del presidente serbo, Aleksandar Vucic, "faremo tutto il possibile per rendere la manifestazione sicura". Per poi aggiungere: "Per essere chiari, sono il presidente di questo Paese e non permetterò alla piazza di dettare le regole". Stasera Vucic parlerà alla nazione.
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