Prof di sostegno confermati su richiesta, il Consiglio di Stato boccia i ricorsi dei sindacati che si opponevano
- Postato il 9 luglio 2025
- Scuola
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nulla da fare per la Flc Cgil e il sindacato Gilda: il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi contro il Decreto ministeriale 32/2025, che consente alle famiglie di prorogare la continuità didattica, confermando – con priorità assoluta – il docente specializzato sul sostegno già in servizio l’anno precedente.
Una sentenza accolta con favore dalla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish), ma anche dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha fortemente voluto questa norma.
I giudici della sezione settima del Consiglio di Stato hanno confermato l’ordinanza cautelare del Tar del Lazio, che aveva già dichiarato l’inammissibilità del ricorso, rilevando che sindacati e ricorrenti non avevano un interesse legittimo a impugnare il provvedimento.
Nessun profilo di erroneità – Il Consiglio di Stato ha ribadito che non ci sono profili di erroneità nel Decreto e che eventuali contestazioni potranno essere valutate solo nei singoli casi. Grande soddisfazione è stata espressa da Vincenzo Falabella, presidente della Fish:
“Non posso che esprimere piena soddisfazione per quanto sancito dalle due ordinanze – prima quella del Tar e ora quella del Consiglio di Stato – che ci danno pienamente ragione e riconoscono la legittimità delle nostre posizioni. Ancora una volta, viene confermato che il movimento associativo delle persone con disabilità si è mosso nel pieno rispetto dei principi di tutela dei diritti fondamentali, agendo con responsabilità e in coerenza con le norme vigenti.”
Falabella sottolinea come la norma risponda concretamente ai bisogni degli studenti, riconoscendo che la stabilità della relazione educativa è un elemento chiave per l’inclusione scolastica”.
Non manca, tuttavia, una stoccata polemica: “Con rammarico, rileviamo che i ricorsi presentati contro l’ordinanza sono stati motivati da logiche corporative e autoreferenziali, che poco hanno a che fare con l’interesse degli alunni e molto con la tutela di posizioni di potere. Le pronunce dei giudici confermano invece che la scuola deve essere un luogo giusto, aperto, partecipato, dove i diritti non si mettono in discussione ma si applicano, anche attraverso strumenti normativi come quello previsto dall’articolo 14 del Decreto legislativo 66/2017.”
Più cauta ma decisa la reazione della Flc Cgil, che incassa la decisione senza nascondere le proprie riserve: “Nella fase di discussione di merito della causa, i giudici valuteranno l’opportunità di sottoporre alla Corte Costituzionale la questione della legittimità della normativa che ha trovato esecuzione con il Decreto impugnato, rispetto ai principi costituzionali – tra i quali l’articolo 97 della Costituzione. Questa disposizione lede i diritti dei docenti precari e non è risolutiva dei bisogni degli alunni con disabilità”.
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