“Prima un incidente d’auto con le ossa frantumate e 10 operazioni, poi ho avuto un ictus. Pensavo non potesse accadermi più niente”: lo sfogo di Ann Fulk
- Postato il 13 maggio 2025
- World News
- Di Il Fatto Quotidiano
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La vita letteralmente stravolta a soli 23 anni per una serie di tragiche coincidenze. Ann Fulk, intervistata dal New York Post, ha raccontato le sue vicende al limite di un film paranormale. Nel 2022 ha avuto un grave incidente d’auto che le ha frantumato le ossa. Ha subito 10 interventi chirurgici per poi finire su una sedia a rotelle per sei mesi.
“È stato molto traumatico – ha spiegato la protagonista di questa storia – Ero un’atleta all’Università del Wisconsin-Whitewater Andavo molto bene in tutti i miei corsi. E… boom! Mi è stato tutto portato via in un secondo. Pensavo che sarebbe stato il mio unico evento sfortunato in tutta la vita”.
Così si arriva al 3 aprile 2024 quando dopo una giornata al lavoro e una partita a basket, Ann d’un tratto, mentre era assieme a delle sue amiche, è crollata priva di sensi per terra. Subito dopo è partita la telefonata per una ambulanza e il ricovero al pronto soccorso. “Ero completamente paralizzata sul lato sinistro. Il lato destro era quasi in preda alle convulsioni, come se avessi una crisi epilettica, si muoveva in modo incontrollabile. Il lato sinistro invece era completamente a pezzi. Non funzionava più. Ero in una stanza con un letto d’ospedale e un’amica ha contattato i miei genitori e mia zia. Sono venuti e io ho parlato con loro, poi è entrato il medico e mi ha detto che avevo avuto un ictus: ‘Abbiamo trovato un coagulo di sangue nel lato destro del cervello’. Quando un coagulo si trova nel lato destro del cervello, colpisce il lato sinistro del corpo e viceversa“.
E ancora: “Eravamo tutti sotto shock. Mi sono state sottoposte due opzioni: potevo operarmi, rischiando di morire, oppure lasciare che il suo corpo combattesse l’ictus da solo, con il rischio di morte cerebrale. Ho pensato: ‘Qual è l’opzione tre?’ E loro mi hanno risposto: ‘Non c’è nessuna opzione tre’. Ho scelto l’intervento ed è andata bene”. Ann è stata in ospedale per quattro giorni in terapia intensiva con l’équipe medica che la visitava ogni ora. Poi la degenza di trenta giorni prima di essere dimessa.
Ancora oggi Anna si chiede come sia stato possibile che le sia venuto un ictus: non fumava, beveva alcolici “in compagnia ma non regolarmente”, faceva esercizio fisico quotidianamente e seguiva una dieta sana. “Molte persone pensavano che avesse a che fare con il mio incidente d’auto – ha concluso -. Ma poi altri medici hanno creduto che fosse dovuto alla pillola anticoncezionale che assumevo”.
Il dottor Mohammad Anadani, responsabile dei servizi neuroendovascolari dell’Endeavor Health Neurosciences Institute, ha dichiarato: “Ritengo che il suo ictus fosse di tipo embolico, ovvero che abbia avuto origine in altre parti del corpo e abbia raggiunto il cervello invece di formarsi direttamente nei vasi sanguigni cerebrali.
Ann assumeva contraccettivi orali, che sono noti per aumentare il rischio di ictus”. C’è stato anche chi l’ha accusata di lavorare molte ore e di consumare molta caffeina e bevande energetiche. Il dottor Anadani ha ammesso che le bevande energetiche “potrebbero svolgere un ruolo nell’aumento degli ictus tra i giovani adulti”, ma ritiene anche che “probabilmente contribuiscano in misura minore rispetto a fattori di rischio più consolidati come obesità, inattività fisica e stress cronico”.
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