“Pressioni sul progetto Pirellino”, chieste nuove interdittive per Tancredi e Catella dai pm di Milano. Il caso del cantiere di viale Papiniano

  • Postato il 21 novembre 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La procura di Milano insiste e chiede ai giudici del Tribunale del Riesame di decidere su nuove misure interdittive per l’ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi e per il numero uno di Coima Manfredi Catella. I pm chiedono l’interdizione da incarichi pubblici o professionali. L’accusa è quella di induzione indebita nell’ambito del progetto P39-Pirellino, una delle tranche dei filoni d’indagine sull’urbanistica milanese che vede coinvolto, per lo stesso reato non riconosciuto dal gip che firmò gli arresti poi decaduti per gli altri indagati, anche il sindaco Giuseppe Sala.

Le pressioni

La Procura, lo scorso agosto, aveva impugnato il mancato riconoscimento del reato da parte del gip Mattia Fiorentini, che nell’ordinanza cautelare aveva disposto — per corruzione e falso — cinque arresti domiciliari a vario titolo, tra cui quelli di Catella (poi revocato dal Riesame e confermato dalla Cassazione) e di Tancredi (colpito da interdittiva, anch’essa revocata dalla Cassazione), oltre al carcere per l’immobiliarista Andrea Bezziccheri. Tutte misure successivamente cadute. In aula erano presenti il pm Paolo Filippini, titolare dell’inchiesta con i colleghi Marina Petruzzella e Mauro Clerici, e i difensori: Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli per Catella, Giovanni Brambilla Pisoni per Tancredi. Gli indagati non hanno partecipato all’udienza. La Procura ha depositato una memoria contenente tutte le chat emerse nei mesi scorsi e ritenute fondamentali per sostenere l’accusa.

Secondo i pubblici ministeri, nel 2023 l’allora presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni non sarebbe stato costretto, ma “convinto a mutare le sue determinazioni amministrative” con un parere favorevole al progetto, per la “evidente convenienza di non compromettere le relazioni con il livello politico (assessore/sindaco)”. Rapporti che gli avevano garantito la posizione al vertice della Commissione e che avrebbero alimentato un rapporto di “riconoscenza” che Marinoni avrebbe avuto interesse a non tradire. Il gip aveva però già escluso il reato di induzione indebita, ritenendo che, pur in presenza di presunte pressioni da parte di Tancredi e Sala — pressioni intensificatesi dopo le minacce di “rottura” da parte di Catella e dell’archistar Stefano Boeri, anche lui indagato — non fosse stato prospettato a Marinoni alcun vantaggio personale che lo inducesse a favorire il progetto.

La chat

Tra le chat citate dai pm spicca quella del 20 giugno 2023, in cui Tancredi scrive a Marinoni: “Ti ricordo per esame domani Pirellino che un parere positivo con raccomandazioni o parere positivo solo sulla soluzione planivolumetrica ci metterebbe al riparo da attacchi, anche ovviamente a me personalmente, da parte di Catella e Boeri. Boeri ovviamente ha già parlato al Sindaco della vicenda. Confido nella tua sensibilità e grande capacità nel gestire questo parere”.

Boeri il giorno prima di quella seduta avrebbe anche mandato, come si legge, un messaggio vocale a Catella nel quale parlava “di un incontro avvenuto in Comune con Tancredi” e il dg aggiungendo – l’ipotesi dei pm – “che occorreva far intervenire su Marinoni (presidente della Commissione paesaggio, ndr) il sindaco Giuseppe Sala, a cui lui aveva già mandato un messaggio”. Tancredi, per i pm, attraverso Marinoni, avrebbe fatto cambiare il “parere” sul progetto che prima la Commissione paesaggio aveva valutato come “negativo” per l’impatto “dei volumi” e altre “gravi incongruenze progettuali”. Dopo queste “ripetute pressioni” su Marinoni, il 5 ottobre 2023 la Commissione dava parere “favorevole”, indispensabile per “ottenere le autorizzazioni edilizie”.

Per l’accusa, l’“acquiescenza” di Marinoni alle richieste dell’assessore sarebbe stata funzionale a mantenere la propria posizione di potere. Tanto che, alla scadenza del suo mandato nel dicembre 2024, l’allora presidente sarebbe stato nuovamente confermato — su proposta dell’assessore e con provvedimento del sindaco — nonostante fosse già indagato dal 7 novembre 2024, circostanza nota all’amministrazione. Per questa nomina, Sala risulta anche indagato per falso.

Il caso Papiniano 48: “Imprese in buona fede, fuorviate dal Comune”

In un altro capitolo dell’inchiesta sull’urbanistica milanese, la giudice per le indagini preliminari, Sonia Mancini, non ha convalidato il sequestro preventivo d’urgenza richiesto dalla Procura per presunti abusi edilizi nel cantiere di viale Papiniano 48. Secondo la giudice, sarebbero stati “i comportamenti dello stesso Comune di Milano” a “fuorviare il privato”, ossia il costruttore Salvatore Murè e il progettista Mauro Colombo, già a processo anche per interventi in via Fauchè.

Il progetto riguarda la demolizione di un edificio di quattro piani per la costruzione di una torre di otto, in un’area sottoposta al doppio vincolo ‘Naviglio Grande’ e ‘Nucleo rurale di interesse paesaggistico’. L’intervento era stato autorizzato con Scia alternativa al permesso di costruire come ristrutturazione edilizia anziché come nuova costruzione, pur non prevedendo un piano attuativo obbligatorio per il nuovo carico urbanistico. La gip ha riconosciuto la “buona fede” delle imprese, pur rilevando la “assoluta antigiuridicità dell’intervento”. Nel provvedimento di 18 pagine, la giudice avverte che “da questo momento in poi” la situazione non potrà più dirsi sorretta dalla buona fede e auspica l’adozione di un piano attuativo in sanatoria “per ricondurre alla piena legalità l’intervento edilizio” e “riportare a sistema l’interesse pubblico” della città.

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Il Fatto Quotidiano

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