Pressione alta, perché è pericolosa, come riconoscerla e tenerla sotto controllo

  • Postato il 11 luglio 2025
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Aumenta in modo silenzioso, spesso senza segnali evidenti. Eppure può essere fatale. La pressione alta, o ipertensione arteriosa, rappresenta oggi una delle principali cause di infarto, ictus e insufficienza renale. E la cosa più allarmante è che molte persone non sanno nemmeno di averla. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre il 30% degli adulti italiani convive con valori pressori superiori ai limiti raccomandati, ma in molti casi la diagnosi arriva solo quando il danno è ormai in atto.

Questo rende l’ipertensione una vera e propria emergenza sanitaria, spesso invisibile, che richiede informazione, prevenzione e consapevolezza.

Cos’è davvero la pressione alta e quando preoccuparsi

La pressione arteriosa è la forza con cui il sangue scorre all’interno delle arterie. È regolata da una complessa interazione tra il cuore, i vasi sanguigni, i reni e diversi ormoni. Quando questa forza diventa troppo elevata in modo stabile, si parla di ipertensione. Il valore ideale si aggira intorno ai 120/80 mmHg. Se i valori superano i 140/90 mmHg in modo costante, si entra in un territorio pericoloso.

Il problema non è tanto un singolo picco pressorio – che può capitare anche a una persona sana, magari sotto stress o dopo uno sforzo intenso – quanto la persistenza di valori troppo alti nel tempo. Il cuore è costretto a lavorare più del necessario e le arterie iniziano a perdere elasticità, rendendo più difficile il passaggio del sangue. È come vivere costantemente sotto pressione, nel senso più letterale del termine.

I danni che non si vedono ma che fanno male

Una delle ragioni per cui l’ipertensione è così pericolosa è la sua capacità di agire in silenzio. Nella maggior parte dei casi, infatti, non provoca sintomi evidenti. Alcune persone riferiscono mal di testa, senso di stanchezza, vertigini o ronzii alle orecchie, ma spesso si tratta di segnali poco specifici, che possono essere confusi con disturbi comuni.

Il vero problema è ciò che avviene nel tempo: il cuore si ingrossa per adattarsi allo sforzo continuo, aumentando il rischio di insufficienza cardiaca; il cervello può essere colpito da un ictus ischemico o emorragico; i reni perdono gradualmente la loro funzione depurativa; la retina può subire lesioni che compromettono la vista. E in alcuni casi, il primo sintomo può essere anche l’ultimo: un infarto improvviso o un’emorragia cerebrale fulminante.

Perché aumenta e da cosa dipende

una persona mangia dei fritti
Perché aumenta e da cosa dipende (blitzquotidiano.it)

L’ipertensione non è causata da un solo fattore, ma da un insieme di condizioni e abitudini scorrette. Certamente c’è una componente ereditaria: se uno o entrambi i genitori sono ipertesi, la probabilità di sviluppare la condizione aumenta. Tuttavia, la predisposizione genetica da sola non basta.

A giocare un ruolo determinante è lo stile di vita. Un’alimentazione eccessivamente ricca di sale, grassi saturi e alimenti processati contribuisce all’innalzamento dei valori pressori. A questo si aggiunge spesso la mancanza di attività fisica, l’abitudine a fumare, il consumo eccessivo di alcol e il sovrappeso. Anche lo stress cronico ha un impatto significativo: vivere in uno stato di tensione costante influisce negativamente su tutto l’equilibrio cardiovascolare.

Negli ultimi anni è emersa anche una correlazione tra la qualità del sonno e la pressione arteriosa. Chi dorme poco o male tende ad avere un sistema nervoso più attivo durante il giorno, con un aumento dei livelli di adrenalina e cortisolo, due ormoni che contribuiscono a far salire la pressione.

Come sapere se si soffre di ipertensione

L’unico modo per accorgersi davvero di avere la pressione alta è misurarla. Un gesto semplice, che andrebbe fatto regolarmente, soprattutto dopo i 40 anni o se si hanno fattori di rischio. I valori possono essere rilevati a casa con un apparecchio elettronico da braccio, ma anche in farmacia o dal medico di famiglia.

È importante eseguire più misurazioni in momenti diversi della giornata e in condizioni di riposo. La pressione può infatti variare in base a stress, attività fisica, pasti o emozioni. Se i valori risultano elevati in modo costante, è necessario approfondire con esami più specifici e valutazioni cliniche.

In alcuni casi, il medico può suggerire un monitoraggio pressorio delle 24 ore, chiamato Holter pressorio. Si tratta di un piccolo apparecchio che registra la pressione giorno e notte, fornendo una panoramica completa della situazione.

Cosa fare se i valori sono alti

Di fronte a una diagnosi di ipertensione, non bisogna farsi prendere dal panico, ma nemmeno minimizzare. Il primo passo è intervenire sullo stile di vita. Migliorare l’alimentazione, muoversi di più, ridurre lo stress e dormire meglio sono interventi che possono avere un impatto importante. In molti casi, una modifica delle abitudini quotidiane è sufficiente per riportare la pressione entro i limiti raccomandati.

Quando questi accorgimenti non bastano, si ricorre alla terapia farmacologica. Esistono diverse classi di farmaci antipertensivi, da usare da soli o in combinazione. Il trattamento va sempre personalizzato e monitorato nel tempo, con l’obiettivo di tenere la pressione sotto controllo in modo stabile e duraturo. È fondamentale seguire le indicazioni del medico e non interrompere mai la cura in autonomia, anche quando i valori sembrano migliorare.

I giovani non sono più al sicuro

Un dato particolarmente allarmante riguarda l’aumento dei casi di ipertensione anche tra i giovani adulti. Fino a qualche decennio fa, la pressione alta era considerata un problema tipico degli anziani. Oggi, invece, sono sempre più numerosi i trentenni e addirittura i ventenni con valori fuori norma. L’alimentazione sregolata, la sedentarietà, l’uso eccessivo di dispositivi digitali e lo stress da prestazione sono tra i fattori che stanno anticipando l’insorgenza dell’ipertensione.

Anche i bambini e gli adolescenti, purtroppo, non sono esenti. I pediatri iniziano a osservare casi di pressione alta legati all’obesità infantile, all’eccessivo consumo di sale e bevande zuccherate e alla mancanza di movimento. È una tendenza preoccupante, che rende ancora più urgente l’intervento educativo e preventivo.

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Blitz

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