Prese a cinghiate il figlio 11enne dopo una marachella perché “fedele ai principi biblici”: a processo 40enne a Treviso

  • Postato il 18 aprile 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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È l’estate del 2020, il 28 luglio: a Treviso un ragazzino, per scherzo, aggiunge sale alle pietanze pronte per cena. Messo alle strette dai genitori, che riuniti attorno al tavolo per cena non hanno potuto mangiare le pietanze, l’11enne confessa la goliardata. Il padre però, un 40enne di origine moldave, non la prende troppo bene e comincia a percuoterlo con una fibbia alla schiena e ai glutei. Quell’uomo è comparso oggi, venerdì 18 aprile di fronte al giudice per rispondere del reato di abuso dei mezzi di correzione. A quanto si apprende infatti, il bambino, dopo le percosse, sarebbe andato dalla sorella maggiore mostrandole i lividi, per poi essere accompagnato dalla madre in ospedale che dai Carabinieri ha sporto denuncia contro il coniuge.

Perché tanta violenza? La risposta, avrebbe dichiarato la figlia della coppia, sta tutta nella Bibbia: “Lui legge quasi esclusivamente la Bibbia e lo fa in maniera letterale, e quella non è stata la prima volta che picchiava mio fratello seguendo quelli che pensa essere degli insegnamenti”, riporta Treviso Today. “Abitudini” poi confermate anche dalla madre che però in passato non aveva mai denunciato. L’uomo è ammesso al giudizio abbreviato e il processo è fissato per il prossimo 11 settembre perché, specifica il giornale, “negli atti depositati dalla Procura mancava la relazione dei servizi sociali”.

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Il Fatto Quotidiano

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