Presa di distanza dal governo israeliano e sospensione dei rapporti: il Consiglio regionale respinge due ordini del giorno della minoranza
- Postato il 25 giugno 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. Con 9 voti a favore (minoranza) e 15 contrari, il consiglio regionale ha respinto la mozione 17, presentata da Stefano Giordano (Mov5Stelle), che impegnava la giunta a sospendere la cooperazione con Israele, fino alla cessazione delle violazioni dei diritti umani nei territori occupati; a condannare le azioni militari israeliane, il blocco degli aiuti umanitari e lo sfollamento dei palestinesi; a sollecitare il Governo a sospendere l’Accordo UE-Israele, le esportazioni di armi anche dall’Italia verso Israele; a monitorare le relazioni economiche fra aziende liguri e partner israeliani.
Nella stessa seduta di oggi, il consiglio ha respinto con 9 voti a favore (minoranza) e 13 contrari l’ordine del giorno 115, presentato da Gianni Pastorino (Andrea Orlando Presidente), che impegnava la giunta a sospendere ogni rapporto istituzionale, promozionale o economico tra la Regione Liguria, incluse agenzie, enti e società partecipate, e i rappresentanti del Governo israeliano attualmente in carica o soggetti a esso direttamente riconducibili, salvo quelli motivati da chiara volontà di cessazione del conflitto in atto e dal rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale.
Infine, con 9 voti a favore (minoranza) e 15 contrari è stato respinto l’ordine del giorno 116, presentato da Selena Candia (Avs), che impegnava la giunta a condannare le violazioni del diritto internazionale umanitario; a sostenere iniziative istituzionali per l’immediata cessazione delle ostilità e l’instaurazione di un cessate il fuoco umanitario nella Striscia di Gaza; a sospendere i rapporti di cooperazione istituzionale, accordi commerciali e i progetti di collaborazione scientifica e accademica tra le articolazioni della Regione e istituzioni, enti, università e centri di ricerca dello Stato di Israele.
Nel dibattito congiunto che ha seguito la presentazione della mozione 17 e degli ordini del giorno 115 e 116 da parte dei firmatari, sono intervenuti numerosi consiglieri regionali.
Matteo Campora (Vince Liguria-Noi Moderati) ha espresso riserve sulla richiesta di interrompere rapporti istituzionali e accademici rilevando, al contrario, la necessità del dialogo e della mediazione per superare il conflitto e raggiungere la pace; Giovanni Boitano (Orgoglio Liguria-Bucci presidente) ha condiviso le riserve del consigliere Campora auspicando la necessità, in questa situazione, del dialogo e del confronto; Rocco Invernizzi (FdI) ha sottolineato la gravità della situazione, ha rilevato l’impegno del Governo italiano per raggiungere la pace e ha precisato che la questione non è una competenza regionale; Sara Foscolo (Lega Liguria-Salvini) si è associata alle riflessioni dei colleghi di maggioranza; Alessandro Bozzano ((Vince Liguria-Noi Moderati) ha ricordato che il tema è di grande complessità e, come tale, è difficilmente risolvibile con documenti che chiedano la sospensione dei rapporti con lo Stato di Israele; Carlo Bagnasco (FI Berlusconj) ha ribadito che il tema è molto complesso e ha auspicato unità e compattezza per raggiungere la pace.
Federico Bogliolo (Vince Liguria-Noi Moderati) ha ribadito la sensibilità rispetto alla drammatica situazione in Medio Oriente, ma ha espresso perplessità sull’utilità di interrompere i rapporti istituzionali e accademici e ha suggerito di utilizzare gli organismi giudiziari internazionali per sensibilizzare l’opinione pubblica; Simone d’Angelo (Pd) è intervenuto a sostegno dei tre documenti, ha ribadito la condanna dell’attuale governo israeliano ricordando che altre due Regioni si sono già espresse in questo senso; Katia Piccardo (Pd) ha ripetuto la necessità di votare a favore dei tre documenti e ha criticato la presa di posizione del Governo italiano rispetto alla crisi che ha colpito il Medio Oriente; Jan Casella (Avs) ha duramente criticato il comportamento del governo israeliano nei confronti della popolazione civile di Gaza.
E’ stato bocciato un emendamento presentato da Stefano Giordano alla sua mozione.
“Non è servito a nulla portare all’attenzione del consiglio regionale le immagini atroci che arrivano da Gaza. Non è servito a nulla appellarsi al diritto internazionale, al rispetto della vita, alla voce delle organizzazioni umanitarie. Neppure un gesto simbolico, neppure una presa di distanza per dire che la Liguria vede e chiede: fermate questo massacro”, commenta Gianni Pastorino, capogruppo della lista “Andrea Orlando Presidente” e rappresentante di Linea Condivisa.
“Nonostante la presenza di chi, anche tra i banchi della maggioranza, in aula ha ben compreso cosa sta succedendo a Gaza, ma non ha trovato il coraggio di giustificare l’assenza politica di Giorgia Meloni e del suo governo, i nostri atti sono stati comunque respinti – prosegue Pastorino – È la sconfitta della coscienza di questo Paese. Il documento che ho presentato in aula richiama le parole della Corte Internazionale di Giustizia, che ha definito coerenti con il concetto di genocidio le azioni in corso nella Striscia di Gaza. Di fronte a ospedali rasi al suolo, bambini mutilati, famiglie sterminate, fame e assedio scientifico ai più fragili – incalza Pastorino – non c’è più spazio per l’ambiguità. In pochi mesi Gaza sarà cancellata. E allora non resteranno che le immagini, quelle atroci, e il peso di non aver detto, non aver fatto, non aver preso posizione. E saremo tutte e tutti responsabili. Anche chi oggi ha preferito voltarsi dall’altra parte”.
“Nella Striscia di Gaza, oltre 200 mila bambini rischiano di morire di fame. Non basta il silenzio per bloccare questo genocidio. Serve una dura condanna della nostra regione: dobbiamo cercare in tutti i modi di fermare la strage compiuta dal governo israeliano di Netanyahu. Purtroppo la maggioranza in consiglio regionale è sfuggita alle proprie responsabilità, con un atteggiamento ipocrita e colpevole”
Selena Candia, capogruppo regionale di AVS: “Alla complicità del governo Meloni, che ha tradito la missione diplomatica dell’Italia, adesso si è aggiunta anche la complicità della giunta ligure. Il governo italiano non ha mai espresso una parola di condanna sull’operato del governo israeliano. La premier Meloni evita addirittura di nominare Netanyahu. Noi condanniamo il raid terroristico di Hamas del 7 ottobre, ma è doveroso condannare anche l’atteggiamento criminale del governo Netanyahu. Gli sfollati sono 1,3 milioni, tra cui 610 mila bambini, senza alcuna possibilità di fuga. Ci sono 20 mila orfani, sono stati bombardati gli ospedali, sono morti oltre 1400 operatori sanitari e almeno un terzo dei bambini rischia di morire di fame. I bambini non hanno colpe: non c’entrano nulla coi crimini di Hamas e Netanyahu”, attacca Selena Candia.
“La nostra proposta chiedeva di sospendere tutti i rapporti di cooperazione commerciale, scientifica e accademica, che ci sono tra la Regione Liguria, le istituzioni, le università, i centri di ricerca e quelli di Israele. Lo stesso provvedimento è già stato adottato dalle Regioni Emilia Romagna e Puglia. È intollerabile che vengano utilizzati due pesi e due misure quando si parla di sanzioni contro Israele. Il boicottaggio internazionale, a livello diplomatico, è stato applicato costantemente in caso di conflitti. L’Unione europea ha interrotto i rapporti commerciali, politici, culturali e scientifici con la Russia. Non vediamo differenze con le azioni inqualificabili del governo Netanyahu”, sottolinea la capogruppo di AVS in consiglio regionale.
“Queste mostruosità sono inaccettabili per chiunque. Sono certo che anche i consiglieri di centrodestra siano feriti dalle immagini di terrore e morte che arrivano da Gaza. Questa mattanza lascerà una scia di odio: oggi avevamo la possibilità di mandare un segnale tangibile di vicinanza alle vittime. Israele si muove fuori da ogni regola internazionale: interrompere le relazioni internazionali è il minimo che si possa fare per dimostrare il nostro dissenso”, aggiunge Jan Casella, consigliere regionale di AVS.
“È vergognoso che il governo israeliano impedisca la distribuzione degli aiuti alla popolazione civile e, nei pochi casi in cui la concede, i militari sparano sulle persone in attesa. Siamo stufi di sentirci impotenti. Dobbiamo essere pronti a mettere in campo una grande rete di solidarietà, raccogliendo fondi e viveri da inviare appena saranno ripristinati i collegamenti umanitari con la Striscia di Gaza”, conclude Casella.