Premier League, un club sempre più ristretto: è successo di nuovo, chi viene promosso retrocede dopo un anno

  • Postato il 30 aprile 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Anche nella stagione 2024-2025, le tre squadre retrocesse dalla Premier League sono le tre neopromosse in blocco: Ipswich, Leicester e Southampton. Nel 2023-2024, erano tornate rapidamente in Championship Luton Town, Burnley e Sheffield United: lo stesso schema per due annate di fila, non può essere un caso. E infatti non lo è. Il salto di categoria è sempre complicato, soprattutto nei maggiori campionati europei, ma quello che sta accadendo in Inghilterra è qualcosa di ben diverso: la rivoluzione silenziosa della classe media. Un moto rivolto verso l’alto, e non verso il basso, come sta accadendo purtroppo da trent’anni nella realtà sociale italiana.

Il cenacolo delle cosiddette big six (Manchester United, Manchester City, Liverpool, Arsenal, Chelsea e Tottenham) è oggi messo in discussione dalle ambizioni e dalla crescita di altri club. Basta leggere l’attuale classifica, dove il quattordicesimo posto del Manchester United e il sedicesimo del Tottenham sono un segno dei tempi. Le blasonate Aston Villa nel cuore della famiglia reale, il Newcastle del fondo sovrano saudita e il Nottingham Forest del discusso imprenditore greco Evangelos Marinakis si stanno giocando l’accesso alla Champions. Il Bournemouth posseduto da uno dei grandi sostenitori statunitensi del presidente Donald Trump, il Brighton del re del poker Tony Bloom e il Fulham dello statunitense di origine pakistana Shahid Khan hanno accarezzato ad un certo punto della stagione il sogno europeo. Il Crystal Palace giocherà la finale di FA Cup contro il Manchester City. Il Brentford è ormai una realtà consolidata. Siamo a un totale di quattordici squadre inavvicinabili per le neopromosse. Restano in tre: West Ham, Everton e Wolverhampton. Tutte e tre hanno cambiato allenatore. Tutte e tre hanno sfiorato la lotta salvezza. Tutte e tre sono uscite dalla palude in tempi rapidi, lasciando affondare, senza pietà, Ipswich, Leicester e Southampton.

Ovviamente, le neopromosse hanno aggiunto errori a un divario tecnico che le due finestre di mercato non sono riusciti a ridurre. Il Southampton ha esonerato Russell Martin e ha arruolato Ivan Juric, reduce dai due mesi horror alla guida della Roma. Sicuramente anche uno dei migliori allenatori top non sarebbe riuscito a evitare la caduta in Championship, ma la scelta-Juric è stata incomprensibile. Bravo il procuratore del coach croato, Beppe Riso, ma per i Saints è stata una catastrofe. Certificata la caduta, Juric è stato licenziato, per concludere la stagione con Simon Rusk. Anche il Leicester ha piazzato una mossa priva di logica. Messo alla porta Steve Cooper, le Foxes si sono ritrovate con Ruud Van Nistelrooy, appena fuoriuscito dal Manchester United. L’olandese, sostenuto da una certa stampa ancora soggiogata in Inghilterra dai ricordi dello United di Alex Ferguson, ha fatto peggio del predecessore e il Leicester è tornato rapidamente in Championship. A rendere più amara la caduta delle Foxes, il congedo dell’uomo simbolo, Jamie Vardy, icona della squadra che conquistò il titolo nel 2016 sotto la guida di Claudio Ranieri. La favola è finita da un pezzo, ma c’è molta malinconia in questo ridimensionamento che riporta indietro nel tempo il Leicester. L’Ipswich si è risparmiato il teatrino del cambio di allenatore e la sua retrocessione è stata la più dignitosa. Ha lottato fino all’ultimo, a testa alta, confermando Kieran McKenna, in carica dal 2021. Rispetto alle altre due, ha avuto una storia recente più modesta. Nel 2023, remava anche in League One.

Il boom della classe media si traduce in un concetto: la Premier League sta diventando un circolo molto esclusivo, nel quale conquistare un posto al tavolo è sempre più complicato. Servono soldi – tanti -, idee e competenza per sopravvivere nel massimo campionato inglese. Leeds e Burnley, fresche di promozione dalla Championship, dovranno fare i salti mortali per non tornare da dove sono venuti la prossima stagione. In attesa, ovvio, della terza squadra: saranno i playoff a sciogliere la riserva.

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Il Fatto Quotidiano

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