Prato, calci e pugni agli operai in sciopero: “Picchiati dai proprietari dell’azienda”. Il video dell’aggressione

  • Postato il 17 settembre 2025
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  • Di Blitz
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Il presidio sindacale organizzato da alcuni giorni davanti ai cancelli dell’azienda “L’Alba”, a Prato, è degenerato in uno scontro fisico tra gli operai in sciopero e i rappresentanti dell’azienda, intenzionati a porre fine al picchetto. Come si vede in alcuni video postati sui social, durante l’aggressione sono volati pugni, calci e spintoni. Due persone, inoltre, sono finite in ospedale: uno degli operai coinvolti nella protesta e la titolare dell’azienda, che è stata colta da un malore.

Il video dell’aggressione

Dietro alle proteste, seguite da un presidio promosso dal sindacato autonomo S.I. Cobas (Sudd Cobas), c’è la denuncia relativa alle condizioni di sfruttamento all’interno delle fabbriche del distretto tessile pratese. “Qui si producono capi che arrivano a costare quanto un mese di stipendio di un operaio. A un anno dalle aggressioni di Seano, torniamo a vedere violenza contro chi sciopera per difendere i propri diritti”, ha dichiarato Francesca Ciuffi, rappresentante del sindacato. Sul luogo dello scontro è sono poi intervenuti i carabinieri, insieme alla polizia e alla guardia di finanza, oltre ai sanitari della Croce d’Oro. Entrambe le parti potranno ora presentare querela e da queste denunce partiranno le indagini per chiarire le responsabilità.

Il sindacato ha poi riferito che il presidio sarebbe stato distrutto durante gli scontri, mentre uno degli operai è stato colpito al volto. “Prato deve dire basta alla violenza contro i lavoratori, basta ai subappalti selvaggi, basta alla giungla di sfruttamento che sta distruggendo il territorio”, ha affermato Ciuffi. Questa protesta, sfociata poi in uno scontro fisico, si inserisce in una più ampia mobilitazione che da anni il sindacato conduce nel distretto tessile allo scopo di ottenere condizioni di lavoro regolari, con turni di otto ore per cinque giorni a settimana, il riconoscimento di ferie, malattia e permessi. Sudd Cobas ha lanciato un appello alla città e ai consumatori, chiedendo sostegno alla mobilitazione in corso: “Invitiamo tutti a unirsi alla nostra protesta. Anche i grandi brand della moda devono assumersi la responsabilità della filiera: verifichino come vengono prodotti i loro capi, perché li chiameremo in causa”.

Il racconto di Sudd Cobas

Il sindacato Sudd Cobas ha poi raccontato su Facebook quanto accaduto, pubblicando anche il video dell’aggressione: “La titolare della fabbrica che distrugge i gazebi del presidio sindacale e prende a pugni e calci gli operai. Poi una macchina con dentro persone arrivate per picchiare gli operai dell’Alba Srl in sciopero a difesa dei loro posti di lavoro e dei loro diritti. Un lavoratore è rimasto a terra dopo essere stato colpito più volte. L’hanno dovuto portare via in ambulanza. Gli operai presi a cazzotti non lavorano per una confezione cinese, ma cuciono e stirano capi di abbigliamento di importanti brand della moda, quelli che in negozio arrivano a costare quanto un loro stipendio. Diritti negati, società che chiudono e riaprono sotto altri nomi e violenza contro chi protesta: succede questo nella giungla di appalti e subappalti della moda Made In Italy. I brand committenti non pensino di essere estranei. Quello che è accaduto all’Alba Srl li riguarda direttamente. Prato non può più essere la città dei diritti negati e della violenza contro chi sciopera”.

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Autore
Blitz

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