Prandelli cerca nuovi Yamal per l'Italia, la mission in Figc dell'ex tecnico della Fiorentina
- Postato il 20 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Cesare Prandelli, ex commissario tecnico della Nazionale, è tornato in Federazione per un progetto ambizioso: riscrivere le basi del calcio giovanile italiano. A 67 anni, il mago di Orz ha deciso di investire sul futuro del nostro calcio, partendo dalle scuole calcio. Il suo obiettivo è quello di evitare che giovani talenti come Lamine Yamal, attualmente tra le promesse più luminose del calcio mondiale, possano sfuggire a causa di un sistema che spesso soffoca la creatività dei ragazzi.
- La rivoluzione delle scuole calcio
- La violenza sui campetti e il ruolo dei genitori
- L’importanza dei talenti e il futuro del calcio italiano
- Missione ambiziosa con destinazione fantasia
La rivoluzione delle scuole calcio
Prandelli è convinto che il sistema delle scuole calcio in Italia debba cambiare radicalmente. Parlando della formazione giovanile, il 67enne lombardo ha sottolineato nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera quanto sia essenziale riportare l’aspetto ludico del gioco. “Non puoi parlare di ‘Falso Nueve’ a un ragazzino di 10 anni“, ha rimarcato con forza il tecnico ormai lontano dalla panchina dal 2021.
Il punto di Prandelli è chiaro: i bambini devono divertirsi, imparare a giocare con libertà e senza troppi schemi tattici. Secondo l’ex allenatore della Fiorentina, la creatività deve essere incoraggiata, anche a costo di lasciare che i ragazzi sbaglino, ma senza schiacciarli sotto il peso di regole troppo strette. “Se uno vuole dribblare, lasciamolo fare“, ha continuato, sottolineando che c’è tempo per insegnargli gli schemi più avanti.
La violenza sui campetti e il ruolo dei genitori
Un altro aspetto su cui Prandelli si è soffermato riguarda la violenza che spesso si verifica sui campetti delle giovanili, alimentata dalla pressione dei genitori. “La squadra perfetta? Tutti orfani“, ha dichiarato l’ex Ct non senza un velo di amarezza, riferendosi al modo in cui alcuni genitori spingono i propri figli a ogni costo verso la professionalizzazione, con il rischio di rovinare il loro amore per il gioco.
Prandelli ha quindi ricordato il modello adottato dall’Ajax, dove i genitori che si comportano male in tribuna vedono il loro figlio escluso dalla squadra. Una filosofia che, a suo parere, potrebbe essere una soluzione anche in Italia. “Gli allenatori devono diventare educatori, insegnare ai bambini a divertirsi, non a essere dei mini professionisti“, ha insistito.
L’importanza dei talenti e il futuro del calcio italiano
Prandelli ha poi messo in evidenza una realtà spesso trascurata: senza i talenti, il calcio italiano non ha futuro. “Un talento come Yamal sarebbe stato facilmente perso dieci anni fa“, ha detto, riferendosi alla giovane promessa del Barcellona. L’ex tecnico ha spiegato come, in passato, la mancanza di una cultura del gioco libero e creativo abbia portato alla perdita di tanti talenti.
Il calcio italiano, secondo Prandelli, ha bisogno di ritrovare un equilibrio tra il rispetto delle regole e la libertà di esprimere il proprio talento. Un equilibrio che si è perso con il tempo, ma che può essere recuperato solo investendo nei giovani, insegnando loro a giocare con passione e creatività, senza essere schiacciati da un sistema che tende ad omogeneizzare tutto.
Missione ambiziosa con destinazione fantasia
Concludendo, Prandelli ha ribadito che la sua missione è quella di recuperare l’anima del calcio, quella che ha fatto grande la nostra tradizione. “Se riusciamo a salvare la fantasia e il divertimento, sarebbe una vittoria per tutti“, ha dichiarato, mettendo in luce l’urgenza di un cambiamento radicale nelle scuole calcio italiane. Il progetto è ambizioso, ma Prandelli sembra determinato a fare di tutto per riportare il nostro calcio al centro del mondo. Il più felice di tutti sarebbe Rino Gattuso, che sta tentando disperatamente di portare la nostra Nazionale al Mondiale.