Power of Siberia, trionfo commerciale di Xi: il gasdotto da 34 miliardi di dollari che legherà per sempre Cina e Russia

  • Postato il 5 settembre 2025
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“Nel suo primo giorno in carica, il presidente Donald Trump ha promesso che avrebbe consolidato il dominio energetico degli Stati Uniti a livello globale. Sette mesi dopo, questo obiettivo è a rischio, mentre il più grande importatore mondiale mostra la sua potenza economica e geopolitica” scrive Bloomberg commentando il summit cinese Sco (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai) e la parata di Pechino, appena terminata, per celebrare l’80esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Sui palchi e sugli spalti di Xi, una ventina di leader mondiali. Però solo uno in particolare era sempre accanto a lui: Putin, che ha rotto l’isolamento internazionale prima sfilando prima sul tappeto rosso di Trump in Alaska, e poi su quello che l’omologo cinese ha appena srotolato per lui.

La Cina ha regalato una vittoria politica al Cremlino, che ha, a sua volta, fornito un trionfo commerciale al Dragone: è stato firmato, nei giorni dello Sco, un memorandum “legalmente vincolante” per la costruzione del Sila Sibiri 2 (in traduzione: la forza della Siberia), il gasdotto Power of Siberia 2 su cui hanno a lungo litigato Mosca e Pechino per i costi di costruzione. Questo sarà il secondo cordone ombelicale energetico sotterraneo che collegherà Federazione e Repubblica popolare, già unite da una struttura gemella che trasporta 38 miliardi di metri cubi attraverso la Siberia orientale. Nel progetto Sila Sibiri 2, che pomperà invece da quella occidentale, e che verrà costruito dalla Gazprom di Aleksey Miller e dalla società cinese Cnpc, è coinvolta anche la Mongolia per la costruzione del tratto di collegamento del gasdotto Soyuz Vostok. Miller ha detto che si tratta del progetto più costoso dell’industria mondiale del gas e per metterlo in piedi, stimano gli esperti, ci vorranno almeno tre anni. Non sono stati forniti dati ufficiali sul costo di costruzione (la Russia, secondo il quotidiano Vedomosti, dovrebbe finanziare la parte della struttura che attraversa il suo territorio), ma la cifra finale potrebbe aggirarsi intorno ai 34 miliardi.

Questo nuovo accordo fornisce ai cinesi una tutela in previsione di shock di approvvigionamento per i rischi geopolitici dovuti alle tensioni mediorientali (in particolare, gli iraniani nei mirini Usa e israeliani), ma anche per i russi, che patiscono l’isolamento commerciale dall’avvio della guerra in Ucraina. Xi ha bisogno di fornitori affidabili, Putin di clienti fedeli. E finora, i cinesi, come gli indiani, lo sono stati, anche grazie agli sconti sul costo dell’energia che il Cremlino applica ai suoi partner.

Il Sila Sibiri è ben lontano dal garantire le entrate che gli europei assicuravano alle casse di Mosca: la Federazione ha visto le esportazioni crollare da 157 miliardi di metri cubi nel 2021 a 39 miliardi di metri cubi (previsti) nel 2025. Il nuovo gasdotto, si stima, assicurerà rendite annue di oltre quattro miliardi, una cifra però molto inferiore ai 20 miliardi di dollari all’anno di rendite perse dal commercio energetico con l’Europa.

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