Povertà educativa, il disastro che ci costa 48 miliardi di Pil. Il bagno di realtà al Forum di Cernobbio

  • Postato il 7 settembre 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La povertà educativa rappresenta una delle principali criticità per l’Italia: oltre 1,3 milioni di minori vivono in povertà assoluta, quasi un giovane su dieci abbandona prematuramente gli studi e il Paese registra uno dei più alti tassi di NEET in Europa (15,2%). Colmare questi divari significherebbe non solo garantire pari diritti, ma anche generare maggiore ricchezza, fino a 48 miliardi di Pil aggiuntivo. È quanto evidenzia l’anteprima dello Studio Strategico sul contrasto alla povertà educativa, promosso da TEHA Group con il contributo di Fondazione CRT e presentato oggi al Forum TEHA di Cernobbio alla presenza del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e della ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone da Maria Chiara Carrozza, già titolare dell’Istruzione nel governo Letta, professore ordinario di Bioingegneria Industriale all’Università di Milano Bicocca. Lo studio sottolinea come nel 2024 quasi 1 italiano su 4 (23,1%) sia a rischio di povertà ed esclusione sociale – uno dei valori più alti in Europa – con 1,3 milioni di minori già in condizione di povertà assoluta (+47% negli ultimi dieci anni). L’Italia si colloca inoltre agli ultimi posti nell’Ue per quota di giovani laureati.

L’ascensore sociale del Paese è bloccato, avverte lo studio. Il background socio-economico e culturale delle famiglie condiziona fortemente i percorsi formativi e lavorativi dei giovani. Il divario Nord-Sud è tra i più marcati in Europa, con quattro regioni del Mezzogiorno tra le peggiori cinque dell’intera Ue per rischio di esclusione sociale. La povertà educativa blocca la creazione di circa 3,2 milioni di posti di lavoro e amplifica lo skill mismatch: in Italia mancano 2,2 milioni di lavoratori con titolo di studio secondario superiore o terziario. TEHA ha stimato che per azzerare questo gap di lavoratori con istruzione secondaria superiore o terziaria basterebbe formare il 20% dei lavoratori meno istruiti. Le competenze digitali risultano insufficienti: solo il 56% dei giovani italiani under-19 ha competenze digitali di base (vs 73% media Ue), a fronte di un mercato del lavoro che già oggi richiede nel 41,5% dei casi competenze digitali avanzate.

Il contrasto alla povertà educativa è ormai parte integrante delle strategie nazionali di lungo periodo in diversi Paesi (USA, Spagna, Portogallo, Giappone, Singapore). Oltre a generare 48 miliardi di euro di Pil aggiuntivo, allineandosi alle migliori pratiche europee in termini di inclusione nella formazione – suggerisce lo studio –, l’Italia potrebbe ridurre di circa 2 milioni il numero di persone in condizione di povertà ed esclusione sociale. Contrastare la povertà educativa ha dichiarato Maria Chiara Carrozza significa non solo garantire un diritto fondamentale, ma anche investire sul capitale umano e sul futuro del Paese. Linnovazione tecnologica e l’AI-learning rappresentano un’opportunità per colmare i divari, ma serve una strategia nazionale coordinata, sostenuta da riforme, governance integrata e strumenti di monitoraggio chiari. Il percorso avviato da TEHA Group e Fondazione CRT prevede la definizione di uno Studio strategico con indicazioni di policy nazionali e progetti pilota territoriali, a partire da Piemonte e Valle d’Aosta, che sarà presentato a Torino nei prossimi mesi.

Prima di sedersi accanto a Carrozza per la presentazione dello studio, al suo arrivo a Cernobbio il ministro Valditara ha invece rivendicato “risultati straordinari“. “Martedì mattina mi collegherò con l’Ocse per raccontare i risultati dell’Agenda Sud che ha dato straordinari risultati con un incremento di apprendimento nelle scuole oggetto dell’agenda che è più del doppio delle altre. Abbiamo individuato la strada giusta per combattere la dispersione implicita. Sono risultati oggettivi ed è motivo di grande onore che l’Ocse abbia invitato proprio l’Italia per illustrare questa strategia”, ha detto arrivando al Forum Teha. Ancora: “C’è stato un crollo della dispersione esplicita: gli abbandoni scolastici sono all’8,3%, Germania e altri paesi Ue sono sopra il 10. E siamo in anticipo rispetto al 9% fissato per il 2030”. Risultato che sarebbe frutto dell’Agenda Sud e del decreto Caivano, “in base al quale le scuole hanno l’obbligo di segnalare l’evasione scolastica: se entro una settimana dall’ammonimento il ragazzo non torna a scuola c’è la denuncia. Se rubi il futuro a tuo figlio per mandarlo a spacciare o farlo lavorare in nero ha aggiunto sappi che ‘parte l’azione penale”. Il ministro ha invece confermato il problema del divario Nord-Sud, aggiungendo che “si sta poi creando un altro problema, quello tra centro e periferia con un gap, per esempio, tra le scuole del centro di Torino o Milano con quelle delle periferie”. Quanto ai NEET, ha detto al Forum la ministra Calderone, “il tema si affronta partendo dal presupposto che è importante mettere in relazione e quindi in collegamento la filiera formativa e quella lavorativa. Coi ministri Valditara e Bernini lavoriamo proprio su questo”.

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