Potenza, una vera presa in Giro (d’Italia)

  • Postato il 24 aprile 2025
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Potenza, una vera presa in Giro (d’Italia)

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Per la tappa di Potenza il sito web del Giro d’Italia inventa una realtà inesistente: un «Castello aragonese» a Potenza, grotte preistoriche a Pignola, nomi di liquori mai esistiti


Quando arriverà a Potenza, quelli della carovana del Giro d’Italia potranno trascorrere piacevoli ore magari affacciandosi dal maestoso Castello Aragonese e osservando il panorama. Poi, a cena, gli affamati ciclisti potranno mangiare il tipico piatto potentino, il ragù “cu drupc”, finendo il pasto con il classico liquore Revisco, ma anche provare – perché no? – un bicchiere di Ballocchio, la bevanda lucana.
E se qualcuno ha ancora forze per un dopocena e la movida, beh, niente di meglio che gustarsi un goccio dell’ormai famoso Spritz Potentino.

Ora, se qualcuno ha avuto una sensazione di straniamento – come se avessimo parlato di una realtà alternativa – è perché abbiamo effettivamente parlato di una realtà alternativa.
Il sito internet ufficiale del Giro d’Italia pubblica, per ogni tappa, informazioni turistiche.
Il 15 maggio prossimo la sfilata di ciclisti e cicli, mezzi e strutture della grande gara sportiva partirà da Potenza alla volta di Napoli.
Non poche informazioni sono corrette. Ma poi, a un certo punto, la pagina prende una direzione che la porta lontano, verso i territori dell’invenzione pura.

L’incipit è già all’insegna di una certa libertà: «Potenza è una città moderna, situata in una posizione strategica». Si potrebbe obiettare sull’aggettivo, «moderna», che probabilmente non rappresenta la principale caratteristica di Potenza. Ma siamo nel campo della soggettività.
La sbandata è invece nel prosieguo: «Il Castello Aragonese, che domina la città, offre panorami mozzafiato sulla vallata sottostante».
A Potenza non c’è traccia di alcun castello aragonese. La Torre Guevara è probabilmente ciò che resta di un antico castello, ma parliamo del IX-X secolo, secoli prima dell’arrivo degli Aragonesi in città. Se l’esistenza storica del castello è dubbia – per l’assenza di documenti – è certo che oggi non esista.

«Un altro piatto iconico è il Trittico lucano al ragù “cu drupc”», si legge nelle note gastronomiche.
E’ ntruppc, nella realtà. En passant: il sugo non è «arricchito da spezie e aromi locali»: l’aglio e il finocchietto selvatico sono già presenti nel “pezzente”, il salame che costituisce il clou del piatto.
Tra le bevande, secondo il sito in rosa, «spicca lo Spritz Potentino, una variante locale del celebre cocktail, caratterizzata dall’uso di ingredienti del territorio che conferiscono un gusto unico e distintivo». Potenza come Padova, dunque. Non risulta.

Così come il Revisco non è «un liquore tradizionale della Basilicata, ottenuto da un’accurata selezione di erbe aromatiche tipiche», tanto meno il Ballocchio «una bevanda dal carattere forte e deciso, tipica della tradizione lucana, che unisce ingredienti autoctoni». Qua la fantasia è al galoppo (i nomi appartengono ad alcuni vini locali).
Che poi, l’unico posto dei dintorni a meritare una visita siano «le antiche Grotte di Pignola, testimonianza della presenza umana nel territorio fin dalla preistoria», trasporta il tutto nel campo dell’assurdo. La grotta è una sola e con la preistoria non c’entra nulla (tutt’al più con i Longobardi)
Il sospetto è che sotto non ci sia la disattenzione di un curatore ma le “allucinazioni” dell’intelligenza artificiale. Che qui diventa “fantaturismo artificiale”.

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