Potenza, carenza di giudici a rischio processo ex Ilva
- Postato il 14 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Potenza, carenza di giudici a rischio processo ex Ilva

Carenze di magistrati e personale al Tribunale di Potenza. Turco (M5S) lancia l’allarme: ritardi nel processo ex Ilva e nei fascicoli ambientali. A Potenza è in corso il nuovo processo sul presunto disastro ambientale
«Da tempo gli uffici giudiziari della Basilicata, e in particolare il Tribunale e la Procura della Repubblica di Potenza, versano in una condizione di grave carenza di organico, sia per quanto riguarda i magistrati sia relativamente al personale amministrativo».
POTENZA, CARENZA DI MAGISTRATI E PERSONALE IN TRIBUNALE, L’ALLARME DEL SENATORE TURCO
È l’allarme lanciato dal senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 stelle e coordinatore del Comitato economia, lavoro e impresa del partito, in merito alla possibilità che, scarseggiando nella disponibilità di effettivi a disposizione, il sistema di giustizia del nostro Paese possa subire un rallentamento. Il quale, in alcune circostanze, potrebbe voler dire un innalzamento del rischio di prescrizione. In una posizione particolarmente precaria, secondo Turco, figurerebbero i procedimenti legati «alla complessa vicenda ex Ilva, che coinvolgono questioni di tutela della salute pubblica, inquinamento ambientale, sicurezza dei lavoratori e responsabilità penali connesse ai danni subiti dalla comunità tarantina e dai territori limitrofi».
ASSENZA DI UN PIANO DI RAFFORZAMENTO ORGANICI
Nonostante le segnalazioni, il senatore pentastellato ha lamentato l’assenza, allo stato attuale, di «un piano straordinario di rafforzamento degli organici» da parte del Ministero della Giustizia. Né, al contempo, «risultano adottate misure strutturali per colmare le vacanze di personale o per evitare che la carenza di risorse amministrative produca effetti irreversibili sui procedimenti penali pendenti».
L’INTERROGAZIONE DI TURCO
Turco ha fatto sapere di aver presentato, allo scopo di sollecitare un pronto intervento da parte del dicastero competente, «un’interrogazione a risposta scritta in cui chiedo delucidazioni in merito alle iniziative che si intendono intraprendere al fine di sopperire alle carenze di organico in generale e, in particolare, quali azioni si vogliono adottare per scongiurare ulteriori rinvii e ritardi sui fascicoli di maggior rilievo sociale, come il summenzionato dossier ex Ilva».
POTENZA, A RISCHIO PROCESSO EX ILVA
Del resto, non è un mistero che proprio il processo “Ambiente Svenduto” (ripartito presso il Tribunale di Potenza), legato ai presunti effetti ambientali degli impianti tarantini, faccia parte dei procedimenti incastonati in una faticosa fase preliminare. Il 12 dicembre, infatti, è stata ancora rinviata l’udienza per conoscere la decisione del Gup sulle richieste del Pubblico Ministero, in merito al presunto disastro ambientale provocato dalle attività del sito siderurgico nel periodo 1995-2012. Il prossimo appuntamento è fissato al 19 del mese.
EX ILVA, LE FASI DEL PROCESSO
Va ricordato che il processo in questione, a seguito della sentenza di primo grado emessa nel 2021, con condanna, tra gli altri, dei proprietari dell’azienda, è stato azzerato su decisione della Corte d’Appello di Taranto e trasferito in Basilicata per l’avvio di un nuovo iter. La decisione era arrivata a seguito della valutazione di una componente legata alla comparizione, tra le parti lese, di tre giudici onorari. Il che aveva generato un caso di incompetenza territoriale che, pur sollevato dalle difese, non era stato preso in considerazione fino al pronunciamento dei giudici della Corte d’Appello, che tuttavia non si era espressa nel merito della sentenza emessa, annullando il procedimento per questioni di diritto.
L’UDIENZA PRELIMINARE
L’udienza preliminare avviata in prima data il 21 marzo scorso, con un contestuale primo rinvio decretato dalla richiesta di alcuni legali in merito alla costituzione delle parti civili, con aggiornamento al 4 aprile. Un tema che, a inizio ottobre, era tornato alla ribalta a seguito del pronunciamento della Cassazione sul ricorso di coloro rimaste escluse dal processo presso il Tribunale di Potenza (rispetto al procedimento tarantino, erano scese da 1.200 a 300), sentenza che aveva confermato la decisione del Gup sull’inammissibilità di tutte le costituzioni di parte civile proposte nei confronti delle società parte del gruppo.
Allo stesso modo, il giudice aveva escluso l’applicabilità del principio di immanenza per le parti già proposte nei precedenti gradi di giudizio. Nel nuovo processo, il numero degli imputati era sceso da 47 a 23. Tra questi, in ogni caso, figuravano ancora i proprietari dell’azienda e alcuni esponenti della politica regionale pugliese. La diminuzione degli imputati dovuta alla subentrata prescrizione per una parte di essi.
Nel frattempo, i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia hanno reso note due offerte per l’acquisizione dei siti ex Ilva, da parte di Bedrock Industries e Flacks Group. Proposte che, tuttavia, come riferito dal segretario generale Fim, Ferdinando Uliano, consigliano cautela: «A oggi non abbiamo visto nulla rispetto a un piano industriale».
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