Poste Italiane, cambia tutto: servizi a rischio aumento

  • Postato il 19 settembre 2024
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  • Di Blitz
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Si teme la scomparsa o il cambiamento di molti servizi a cui gli italiani sono abituati: Poste Italiane sta cambiando.

Gli italiani vogliono bene alle Poste: pur essendo talvolta criticata specie per la lentezza del suo servizio al pubblico (sia allo sportello dell’ufficio postale che nelle consegne), l’azienda è da decenni percepita come un’istituzione affidabile. Poste Italiane offre un facile accesso: i suoi uffici sono ovunque. Inoltre gode della garanzia di Cassa Depositi e Prestiti.

Conta anche la forza dell’abitudine… Poste Italiane può vantare una lunghissima tradizione di servizio sul territorio, e negli anni, malgrado alcune criticità, è riuscita come azienda a ispirare fiducia fra i cittadini. Inoltre, offre vari prodotti finanziari competitivi, ed è un referente importantissimo per i risparmiatori e i piccoli investitori. Quasi tutti gli italiani hanno familiarità con i buoni fruttiferi postali, i bancoposta, le postepay e i certificati di deposito.

Ma le Poste Italiane che gli italiani hanno finora conosciuto potrebbero presto mutare volto. Il Governo Meloni ha infatti deciso di procedere con la parziale privatizzazione dell’azienda. Il fine è puramente economico: si tratta di poter racimolare risorse finanziarie utili alla prossima legge di Bilancio.

Da un punto di vista gestionale o amministrativo, infatti, non sembra ci sia affatto bisogno di un intervento di capitali privati: Poste Italiane è un’azienda finanziariamente stabile, con un fatturato di oltre 24 miliardi di euro e un utile netto di oltre 1,5 miliardi. Certo, la vendita di una parte delle azioni permetterà di rinforzare, almeno inizialmente l’azienda, ma rischierà anche di cambiarla per sempre.

A voler essere ottimisti, la privatizzazione far evolvere la S.p.a. conducendola a traguardi più importanti e a più alti standard in termini di efficienza e competitività, migliorando quindi alcuni dei servizi offerti ai cittadini.

Critiche alla privatizzazione di Poste Italiane: servizi a rischio?

Per i più pessimisti (o realisti), il rischio concreto è che la privatizzazione possa portare a dei tagli del personale e a un inasprimento dei costi per molti dei servizi postali che finora sono stati offerti al pubblico a prezzi concorrenziali.

Cassetta della posta
Critiche alla privatizzazione di Poste Italiane: servizi a rischio? (Foto: Ansa) – blitzquotidiano.it

Lo Stato manterrà ancora la maggioranza delle azioni, ma la strada intrapresa potrebbe rivelarsi pericolosa. Qualche giorno fa, il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha approvato in esame definitivo il decreto del presidente del Consiglio Giorgia Meloni che regolamenta l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal MEF in Poste Italiane. La partecipazione dello Stato al capitale di Poste (tramite di società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero dell’economia) resta per ora superiore al 50%.

Il timore è che la privatizzazione, seppur parziale, possa portare a una riduzione della qualità del servizio offerto ai cittadini. Magari con un aumento dei costi o con una rimodulazione delle risorse impiegate per garantire al pubblico supporto generale per i conti correnti, le carte di credito e di debito, i prestiti personali o finalizzati, la cessione del quinto, le polizze assicurative, lo SPID, i pagamenti online, eccetera.

Anche se lo Stato manterrà una quota superiore al 50%, con la privatizzazione aumenta un rischio di riduzione del controllo pubblico su un servizio essenziale per la popolazione. Come capita spesso, gli investitori privati potrebbero privilegiare l’efficienza economica a scapito del servizio pubblico e della sicurezza occupazionale. Ecco dunque cosa temere: tagli del personale e a un aumento dei costi dei servizi.

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Autore
Blitz

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