Portobello, la serie presentata a Venezia sul caso Tortora

  • Postato il 2 settembre 2025
  • Di Panorama
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Il Festival di Venezia anche quest’anno ha riservato spazio alle serie televisive d’autore. Tra gli appuntamenti più attesi, l’anteprima di Portobello, la serie tv diretta da Marco Bellocchio.

Il pubblico dovrà però attendere fino a marzo 2026 per assistere a questa ricostruzione di uno dei casi giudiziari più controversi e dolorosi della storia italiana: la vicenda di Enzo Tortora, giornalista e conduttore televisivo che da simbolo della televisione degli anni Ottanta si ritrovò travolto da accuse infondate e da un processo mediatico e giudiziario senza precedenti.

La storia di Enzo Tortora

Enzo Tortora, negli anni Ottanta, era un volto amatissimo e tra i più popolari della televisione italiana. Con Portobello, il programma che aveva inventato e condotto, raggiungeva ascolti record: 28 milioni di spettatori in prima serata, incollati davanti allo schermo nell’attesa che il celebre pappagallo mascotte del programma pronunciasse qualche parola.
Il successo del conduttore non era soltanto televisivo. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo insignì del titolo di Commendatore, consacrandolo a icona nazionale. Tortora incarnava la capacità della televisione di raccontare, intrattenere e allo stesso tempo confortare un Paese.

Ma nello stesso periodo, lo scenario criminale e politico dell’Italia stava vivendo un passaggio drammatico. Il terremoto in Irpinia del 1980 aveva scosso anche i già fragili equilibri della Nuova Camorra Organizzata. Giovanni Pandico, uomo di fiducia di Raffaele Cutolo e spettatore assiduo di Portobello dal carcere, decise di collaborare con la giustizia. Nelle sue dichiarazioni, del tutto inattese, indicò Enzo Tortora come coinvolto in attività criminali.

Il 17 giugno 1983 i carabinieri bussarono alla porta della sua stanza d’albergo: Tortora venne arrestato. Pensò a un malinteso, ma quello fu soltanto l’inizio di un calvario che lo avrebbe catapultato dal successo alla gogna pubblica.

Le imputazioni erano pesantissime: associazione camorristica e traffico di droga. Le prove? Le dichiarazioni dei pentiti Giovanni Pandico e Pasquale Barra, fonti che negli anni successivi si sarebbero rivelate del tutto inattendibili.
Nonostante la sua elezione al Parlamento europeo, Tortora rinunciò all’immunità parlamentare per affrontare il processo. Nel 1985 arrivò una condanna in primo grado a dieci anni di reclusione. Un verdetto che scosse l’opinione pubblica.

Il 15 settembre 1986, però, la Corte d’Assise d’appello di Napoli ribaltò la sentenza e assolse il conduttore con formula piena. La Cassazione confermò l’assoluzione nel 1987. Era la fine di un incubo, ma anche l’inizio di una riflessione collettiva: la vicenda Tortora mise in discussione l’affidabilità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e contribuì alla nascita della legge sulla responsabilità civile dei magistrati.

Il tempo, purtroppo, non fu generoso con lui: nel 1988, pochi mesi dopo la conclusione definitiva della vicenda giudiziaria, Enzo Tortora morì.

Il cast della serie tv di Marco Bellocchio

Con Portobello Marco Bellocchio torna a raccontare una pagina buia del nostro Paese, cercando di restituire la dimensione umana, politica e sociale di un errore giudiziario che ha lasciato un segno indelebile. La sceneggiatura porta la sua firma insieme a quelle di Stefano Bises, Giordana Mari e Peppe Fiore.

A interpretare Enzo Tortora è Fabrizio Gifuni, affiancato da un cast di grande spessore: Lino Musella, Romana Maggiora Vergano, Barbora Bobulova, Carlotta Gamba e Alessandro Preziosi, con la partecipazione di Fausto Russo Alesi e Salvatore D’Onofrio.

Le prime immagini

Il 17 giugno 2025 – anniversario dell’arresto di Tortora avvenuto nel 1983 – sono state diffuse le prime immagini ufficiali della serie. Tra queste, spicca la ricostruzione del momento in cui il conduttore, interpretato da Gifuni, appare in manette davanti a una caserma dei Carabinieri a Roma.

È proprio da questo fotogramma che si coglie l’obiettivo dell’opera: Marco Bellocchio non si limita a ricostruire un processo, ma mette a fuoco il dramma di un uomo travolto ingiustamente e, insieme, il sistema sociale e politico che rese possibile un simile abbaglio giudiziario.

Autore
Panorama

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