Porto, la strigliata di Rixi: “Basta conflitti, la campagna elettorale è finita: Genova decida il suo ruolo”

  • Postato il 16 giugno 2025
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edoardo rixi

Genova. “Spero che si possa dialogare con l’amministrazione comunale, si possa dialogare con tutti, perché la campagna elettorale è finita e ora bisogna darsi degli obiettivi comuni. Il piano regolatore di un porto come questo non può essere fatto in conflitto coi vari soggetti, quindi per noi è importante che nel più grande porto del paese ci sia la possibilità di tutti avere un giusto posizionamento. Se non si può fare su Genova si andrà a fare altrove“.

La strigliata arriva dal viceministro Edoardo Rixi a margine dell’assemblea pubblica di Assagenti, l’associazione degli agenti marittimi che celebra 80 anni di storia a Palazzo San Giorgio proprio nel giorno in cui il nuovo commissario dell’Autorità portuale Matteo Paroli si presenterà alla stampa. “Se c’è voglia di fare le cose, ci sono. Se non c’è voglia di fare le cose, oggettivamente ho altre cose da fare nella vita, quindi problemi non ne ho“, sbotta il numero due di Salvini.

Non è pensabile che non sappiamo quali opere si vogliono fare, quali opere non si vogliono fare. Stiamo parlando di centinaia di milioni di euro, non stiamo parlando di noccioline. Su questa cosa non mi trovano e non ho voglia di fare dibattito politico. Io mi comporterò sempre di più istituzionalmente. Genova deve capire se vuole avere un ruolo come una città di provincia o se vuole avere un ruolo come grande capitale del Mediterraneo. Sono cose che non sono compatibili una con l’altra”, accusa Rixi. Il riferimento implicito non coinvolge solo le infrastrutture a servizio del porto, ma pure lo Skymetro su cui è in corso un braccio di ferro serrato con la nuova giunta guidata da Silvia Salis. La quale, nel frattempo, pensa a cambiare il nome indicato in extremis da Piciocchi nel board dell’Autorità portuale.

Dunque un appello alla politica locale, ma anche ai terminalisti perché finisca una volta per tutte la stagione dei ricorsi. Ne è convinto anche il presidente ligure Marco Bucci che fissa un punto al primo posto per l’agenda di Paroli: “Il dossier più importante? Che si rimetta a posto il sistema delle concessioni, che non ci siano 800 persone che non sanno se domani possono andare a lavorare. Vorremmo che ci sia un clima molto più positivo e non basato sui ricorsi al Tar. Se basiamo il nostro futuro sui ricorsi – ha aggiunto Bucci – vuol dire che non abbiamo la classe dirigente che dobbiamo avere”.

La citazione indiretta porta al caso Spinelli, con la riunione del comitato di gestione congelata e centinaia di dipendenti appesi a un filo coi sindacati già in allarme. Anche perché l’emendamento salva-porti al decreto Infrastrutture (detto anche salva-Spinelli con riferimento alla situazione peculiare genovese) potrebbe non vedere la luce. “Io non ho bisogno di salvare niente. Vediamo fino a quanto si vogliono far male tutti“, è la risposta laconica di Rixi.

Il tutto in un contesto di malumori per l’insediamento di quello che non è ancora un presidente, ma il terzo commissario nel giro di pochi mesi. “Io non credo che il porto di Genova sia ostaggio della politica, è ostaggio anche delle tensioni che si sono sviluppate a livello territoriale. Quello che devo fare io è cercare di garantire l’operatività dei porti con qualsiasi strumento in mio possesso, cosa che farò, perché il porto non è di nessuno, il porto è del Paese e deve funzionare”, ribadisce il viceministro, che da Paroli si aspetta “un’accelerata e una riorganizzazione dell’ente” e assicura che la designazione definitiva avverrà “nelle prossime settimane” in modo da “creare una stabilità per i prossimi anni per il porto di Genova”.

Noi non vogliamo fare richieste – interviene il presidente di Assagenti Gianluca Croce -. Il nuovo commissario avrà già il compito di salire su una macchina in corsa che va a 200 all’ora, perché noi comunque siamo andati avanti sempre e ininterrottamente. Vogliamo proporre al nuovo commissario il nostro supporto. Quello che c’è da fare lo sa benissimo. Quello che possiamo dare è garantire un gruppo coeso, un un cluster che non vede l’ora di rimboccarsi le maniche, di uscire da dinamiche di campagna elettorale. Adesso è il momento di lavorare, tutti uniti per portare Genova a quello che merita”.

Dagli agenti marittimi arriva una proposta per uscire dall’empasse: “Noi cercheremo di trovare un punto di incontro e un dialogo non soltanto fra le figure classiche del cluster marittimo, ma anche coinvolgendo il mondo imprenditoriale per individuare in una sorta di desk permanente le problematiche, i colli di bottiglia che magari hanno spinto alcuni esportatori e importatori a utilizzare dei porti diversi da Genova, addirittura andando in Nord Europa”.

Sullo sfondo le inevitabili preoccupazioni per il contesto geopolitico internazionale, ma senza drammi: “Il più delle volte da grandi situazioni di crisi sono nate delle opportunità – commenta Croce -. Ci vorrà però tutta l’elasticità e la flessibilità necessaria per mettere in condizioni le navi di lavorare in maniera snella, di trovare il carico pronto e per far sì che la posizione geografica diventi un punto di forza”. Così anche sui dazi: “Sarà il mercato, sarà il punto di incontro fra domanda e offerta che farà la differenza. È chiaro che il mondo imprenditoriale è fortemente preoccupato da questa situazione”.

Pure Rixi è ottimista, a condizione che imprenditori e amministratori facciano la loro parte: “La fase sarà sicuramente espansiva. Bisogna capire se i genovesi e gli italiani saranno capaci di interpretare il mondo che cambia. Tutti i dati dicono che il traffico internazionale aumenterà, in particolare sul Mediterraneo, in particolare tra le coste europee, quelle africane, mediorientali, ovviamente con un mare molto più agitato, dove solo chi sarà capace di tenere i nervi saldi sarà in grado di crescere. Noi siamo cresciuti anche quest’anno con il canale di Suez aperto a singhiozzo solo per alcune navi, tutti gli analisti dicevano che sarebbe stato il crollo dei porti del Mediterraneo, invece i porti del Tirreno hanno più che recuperato le diminuzioni che abbiamo avuto in Adriatico. Questo fa capire come una capacità a livello nazionale di intessere nuovi rapporti anche con nuovi soggetti ha consentito comunque di gestire e di aumentare costantemente il traffico. Quest’anno chiuderemo, penso, con un +4% di traffico complessivo e credo che il porto di Genova debba capire che ha una funzione strategica importante non solo nel nostro Paese, ma in prospettiva anche anche per tutto il Centro-Sud Europa, visto la situazione che abbiamo nei porti tedeschi ma anche olandesi e il cambiamento climatico che farà sì che molti di quei porti avranno difficoltà a gestire gli attuali volumi di traffico”.

Autore
Genova24

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