Porto, calo dei teu per i principali terminal italiani. Liguria in bianco e nero: chi cresce e chi no
- Postato il 20 novembre 2024
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- Di Genova24
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Genova. I diciannove principali terminal container italiani nel 2023 hanno registrato una diminuzione complessiva dell’1,6% in termini di teu movimentati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente scendendo da 9.993.292 a 9.828.893 di teu, in linea con il calo complessivo del -2,4% a livello nazionale passato da 11.570.173 a 11.295.845 di teu.
Lo rileva l’analisi economico-finanziaria dei terminal container nel 2024 pubblicata dal Centro Studi Fedespedi, che ha analizzato i bilanci dei 19 principali operatori del settore a livello nazionale, che rappresentano l’87% dei contenitori movimentati all’anno.
La Liguria è in bianco e nero, con risultati variegati a seconda dei terminal. Le migliori performance, in termini percentuali, sono state realizzate da Savona Vado Gateway (+40,3%), La Spezia Terminal del Golfo (+13,9%), Venezia Terminal Container (+10,6%), Genova Sech (+10,3%). In flessione Genova Bettolo (-30,5%), Terminal Intermodale Venezia (-32,7%) e Ancona (-33,7%), insieme al Vte di Genova Pra’ che scende del -4,5%.
Secondo le diverse letture, questi dati confermano una certa resilienza del settore alle diverse crisi che stanno riguardando il commercio globale, a partire dai conflitti e dalle crisi industriali. Il 2023, però, non rappresenta l’anno “peggiore”, secondo le aspettative, visto che la crisi di geopolitica dovuta alla belligeranza degli Houthi nello stretto di Bab el-Mandeb, di fatto è iniziata nell’ottobre 2023, raggiungendo il suo culmine nel 2024. E ancora attualmente in corso.
L’incertezza dovuta a questi scenari, quindi, ha una doppia ambivalenza: da un lato i porti mediterranei potrebbero verificare una flessione delle movimentazioni, mentre dall’altro la crisi ha fatto schizzare il prezzo dei noli (triplicati lo scorso luglio) che tamponano eventuali cali nei ricavi per quando riguarda i vettori del settore. Una altalena di numeri e quotazioni che si riflettono sul prezzo finale dei prodotti trasportati o delle materie prime, con una ricaduta, questa volta certa, sulle tasche dei consumatori, in Italia già alle prese con una inflazione particolarmente dura.