Pontida 2025, torna il raduno della Lega. Zaia: “Vannacci? Può essere un valore se fa il leghista”
- Postato il 21 settembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dal pratone di Pontida torna il raduno della Lega. Tra bandiere con Alberto da Giussano e striscioni de “Il mondo al contrario” di Roberto Vannacci, il Carroccio torna nelle valli bergamasche con un mix tra passato e presente. Quest’anno con una dedica anche a Charlie Kirk, l’attivista Maga ucciso negli Usa. Le vecchie insegne della Padania resistono, come reliquie, mentre tutt’intorno spuntano bandiere: tante nazionali ma anche internazionali. Prendete quella del Brasile, con un cartello “Free Bolsonaro” alzato da una ragazza che giura che l’ex presidente brasiliano non è un golpista ma “una vittima di un processo mediatico”. E spunta anche una bandiera israeliana. A Pontida arrivano i big del partito: dai governatori Luca Zaia, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga, ai capigruppo parlamentari Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, fino ai quattro vicesegretari (Alberto Stefani, Roberto Vannacci, Silvia Sardone e Claudio Durigon). Tra gli ospiti stranieri il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella. A chiudere sarà l’intervento del leader e vicepremier Matteo Salvini.
Gli interventi dal palco – Il presidente della Friuli-Venezia Giulia torna sul tema autonomia: “Dobbiamo dimostrare cosa vuol dire democrazia e libertà. Sulla parte amministrativa, libertà vuol dire autonomia: se non c’è autonomia non c’è libertà. È facile parlare di libertà nella pubblica amministrazione, ma quando si governa essere biecamente centralisti”, afferma Massimiliano Fedriga, intervenendo dal palco del raduno. Luca Zaia parlando con i giornalisti affronta il tema Vannacci, il generale oggi vicesegretario della Lega: “Può essere un valore se fa il leghista“, dice il governatore veneto che dal palco torna sull’argomento regionali: nel Veneto “abbiamo fatto grandi cose, siamo stati sempre sugli scudi, non ultima la grande partita delle Olimpiadi. Se la Lega chiede che il candidato presidente del Veneto sia ancora un leghista, non è lesa maestà per la maggioranza ma è una richiesta legittima per dare continuità alla nostra amministrazione”, ha detto. “La Lombardia è la locomotiva d’Italia”, sottolinea dal palco il governatore Attilio Fontana aggiungendo che per continuare ad esserlo “servono autonomia e libertà dal centralismo burocratico romano“.
Il pre-Pontida – Sabato, nel pre-Pontida, i bersagli dei giovani del partito sono l’Islam e i migranti irregolari. Nel nome di Charlie Kirk, stampato su magliette e ricordato a voce e con un minuto di silenzio. Il Celebrato come eroe della giornata e pronti a diventarne “gli eredi”. A tracciare la rotta è stato il generale Vannacci che si prende un po’ la scena sul palco della festa allestita in un tendone. A lui vanno le ovazioni dei militanti più giovani. Specie quando sembra lanciare un manifesto: “Non dobbiamo solo parlare di Charlie Kirk, dobbiamo esserne gli eredi nei palazzetti dello sport, nelle scuole, nelle strade e nelle piazze”, scandisce.
Salvini e Vannacci – In serata arriva a sorpresa Matteo Salvini, costretto a cancellare tutti gli impegni di giornata per delle coliche renali. “Ma poi non ce l’ho fatta a stare a casa. Mi avevano detto di riposare oggi, ma il mio riposo siete voi”, dice tra gli applausi e visibilmente provato. A quella festa che “presidia” dal 1992 e, accompagnato dalla compagna Francesca Verdini, si concede pure alla solita orda di selfie e strette di mano. Prima di salire sul palco si confronta al volo con Vannacci: i due parlottano un po’ a favore delle telecamere. Salvini parla poco, e poco di politica nazionale se non quell’accenno alle prossime Regionali e in particolare alla sfida nel Veneto. Quindi citando chi ha parlato prima di lui sul palco, “un ragazzo di 32 anni, Alberto Stefani”, assicura: “Non imponiamo niente a nessuno, ma spero che l’anno prossimo venga con la maglietta di San Marco a salutare il popolo di Pontida”. Vannacci, invece, sorvola su elezioni e candidature e dedica gran parte dell’intervento alla violenza e all’odio. Inevitabile quindi tornare a Kirk e alle critiche e strumentalizzazioni della sinistra. E dopo aver fatto nomi e cognomi come il professore Piergiorgio Odifreddi e Roberto Saviano, si smarca dalle accuse di vittimismo rivolte dalle opposizioni alla destra: “Il vittimismo non fa parte della destra, è Saviano che gira con la scorta non il sottoscritto – sottolinea – Quindi sono loro le vittime, oggi se non sei una vittima non sei nessuno”.
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