Ponte sullo Stretto strategico per la Nato? L’amico americano non abbocca, stop a Salvini e “contabilità creativa”
- Postato il 3 settembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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“Il Ponte sullo Stretto è già interamente finanziato con risorse statali e non sono previsti fondi destinati alla Difesa. Al momento, l’eventuale utilizzo di risorse Nato non è all’ordine del giorno e, soprattutto, non è una necessità irrinunciabile. L’opera non è in discussione”.
Così in una nota il Mit sul tema, sollevato dall’ambasciatore Usa alla Nato Matthew Whitaker, dell’uso dei fondi da parte dei singoli Stati considerati ai fini della spesa Nato del 5% per la difesa.
Il molto presunto esercizio “dual use” del Ponte
Cosa è successo, perché il Ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini deve smentire di aver messo in conto anche alle spese militari il finanziamento dell’opera monstre? C’è che il presunto “amico americano”, cioè l’amministrazione Trump, non vede affatto di buon occhio quella che chiama, a proposito del finanziamento della realizzazione del Ponte, “contabilità creativa”.

Una specie di gioco delle tre carte ai loro occhi. E non solo ai loro. Perché l’ancor più presunto esercizio “dual use” del Ponte, e cioè civile e militare (opera “strategica a fini militari nell’ambito Nato”), era stato adombrato proprio in Consiglio dei Ministri, ad aprile sicuramente allorché il Cipess aveva approvato (senza peraltro un progetto definitivo in esame) la realizzazione dell’opera.
E sbugiardato in commissione parlamentare a Bruxelles. All’epoca, Meloni poteva esultare magnificando “un’opera strategica per lo sviluppo di tutta la nazione”. Ah, ecco, strategica per lo sviluppo, non strategica in senso geopolitico e militare.
“Non è all’ordine del giorno”, sostiene il Mit. Ma a luglio lo era, se la Commissione Europea diffondeva una nota, peraltro non pregiudizialmente ostile, in cui precisava che spettava “alle autorità italiane valutare se lo scopo principale del ponte sia militare o civile”, aggiungendo che, per classificare la spesa pubblica, l’esecutivo Ue utilizza la cosiddetta Cofog (Classificazione delle funzioni delle amministrazioni pubbliche) adottata in ambito Ocse e Onu.
Comunque, a scanso di equivoci, gli Usa ci tengono a ribadire che non approvano contabilità creative degli alleati Ue per centrare l’obiettivo di spesa Nato, “mettendo così in guardia l’Italia mentre il governo valuta se conteggiare il ponte sullo Stretto come spesa militare”.
L’intervista dell’ambasciatore Usa alla Nato
Lo scrive Bloomberg che cita un’intervista all’ambasciatore Usa alla Nato Matthew Whitaker. “Ho avuto conversazioni anche oggi con alcuni Paesi che stanno adottando una visione molto ampia della spesa per la difesa” ed è “molto importante” che l’obiettivo del 5% si riferisca specificamente alla difesa e alle spese correlate e che l’impegno sia “assunto con fermezza”.
Morale? Tocca dar ragione a Pasquale Tridico, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo e candidato Presidente Regione Calabria: “Gli Stati Uniti e la Nato non si sono fatti fregare da Salvini e soci e hanno bocciato questa ipotesi dimostrando la poca serietà di questo governo”.
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