Ponte sullo Stretto, ecco perché la Corte dei Conti boccia il decreto Mit: “Incompatibile con norme Ue”

  • Postato il 17 dicembre 2025
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Ponte sullo Stretto, ecco perché la Corte dei Conti boccia il decreto Mit: “Incompatibile con norme Ue”

Le motivazioni con cui la Corte dei Conti boccia il decreto Mit sul ponte dello Stretto di Messina, i giudici sentenziano: “Incompatibile con le norme UE”.


​ROMA – Si apre una nuova, profonda crepa nel complesso iter burocratico per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. La Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei Conti ha depositato oggi le motivazioni della sentenza dello scorso 17 novembre, con la quale è stato ufficialmente bocciato il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).
​Al centro del contendere è il terzo atto aggiuntivo alla convenzione tra il Ministero e la società Stretto di Messina. Secondo i magistrati contabili, l’atto risulta incompatibile con le regole europee che disciplinano la modifica dei contratti pubblici in corso di validità.

L’ombra della Direttiva Europea 2014/24/UE

​Il nodo giuridico principale riguarda l’articolo 72 della direttiva UE 2014/24, una norma cardine che limita la possibilità di variare i contratti d’appalto senza indire una nuova gara. La Corte ha espresso forti “perplessità” sulla tenuta legale dell’operazione, evidenziando come le modifiche apportate non rispettino i parametri di trasparenza e stabilità richiesti da Bruxelles.
​Costi fuori controllo e “stime incerte”
​Oltre al profilo strettamente normativo, la Corte solleva dubbi sulla sostenibilità economica dell’opera. I magistrati hanno messo sotto la lente d’ingrandimento l’aggiornamento progettuale, quantificato in circa 787 milioni di euro.

​Secondo la sentenza, tale cifra non sarebbe basata su dati certi, bensì su una “mera attività di stima”. Questa incertezza genera due rischi principali rilevati dai giudici:
​Sforamento delle soglie: Il timore che le variazioni dei costi superino la soglia del 50%, limite oltre il quale le normative europee vietano modifiche ai contratti esistenti.
​Copertura finanziaria: La difficoltà nel reperire nuove risorse per coprire incrementi di prezzo che appaiono, allo stato attuale, difficilmente prevedibili ma estremamente probabili.

​Ponte sullo Stretto, le motivazioni della Corte dei Conti un segnale d’allarme per il Governo

​La decisione della Corte dei Conti rappresenta un duro colpo per il cronoprogramma del Ministero. La bocciatura non è solo un intoppo tecnico, ma un richiamo formale alla prudenza contabile e al rispetto del diritto comunitario in una fase in cui il progetto del Ponte è tornato a essere centrale nell’agenda politica nazionale.
​L’Amministrazione dovrà ora correre ai ripari per ridefinire i contorni contrattuali dell’opera, cercando di evitare che il “sogno” del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia si infranga contro il muro dei regolamenti europei.

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