Ponte sullo Stretto, Conte: “Salvini zittito dal Quirinale”. Bonelli: “Allusioni gravissime, Meloni lo fermi”
- Postato il 23 maggio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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La sfida di Matteo Salvini al Quirinale sul tema dei controlli antimafia al Ponte sullo Stretto innesca le reazioni dell’opposizione. Su input del vicepremier, la Lega ha annunciato di voler presentare un emendamento per reinserire nel decreto Infrastrutture la norma che accentrava le procedure in capo al Viminale, rimossa su input del Colle. Nella narrazione di Salvini, l’accentramento servirebbe a rafforzare la prevenzione sull’opera: una versione però smentita dall’Ufficio stampa della Presidenza della Repubblica, secondo cui invece la procedura speciale “autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia“.
Sullo scontro in atto interviene il presidente M5s Giuseppe Conte: Salvini “passerà alla storia come il ministro delle Infrastrutture che ha assicurato il ritardo dei treni, l’insicurezza delle strade, perché ha rastrellato tutti i soldi che erano destinati alle provinciali, alla manutenzione che serve alla sicurezza dei cittadini, per concentrarli sul Ponte sullo stretto da cui è ossessionato, ma che temo non si realizzerà mai”, attacca da Triggiano (Bari), parlando a margine di un appuntamento elettorale. “Per giunta, nella sua logica di velocizzare tutto e passare alla storia velleitariamente, voleva addirittura anche smantellare alcuni presidi anticorruzione fondamentali. Di qui, l’intervento del Quirinale. Salvini ha avuto un chiarimento che lo dovrebbe zittire almeno per qualche giorno”, afferma.
Nelle ultime ore il ministro ha rilanciato la sua versione in modo provocatorio: “Non penso che il Quirinale sia contro gli organismi antimafia. Spero che nessuno dica di no a maggiori controlli”, ha detto. Parole contro cui si scaglia il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli: “Con le sue dichiarazioni, Salvini apre formalmente uno scontro istituzionale senza precedenti. Alludere che il Quirinale sia contrario ai controlli antimafia è un atto gravissimo. È inammissibile che un vicepresidente del Consiglio, pur di difendere le sue ossessioni propagandistiche sul Ponte sullo Stretto, tiri in ballo il Presidente della Repubblica e strumentalizzi la lotta alla mafia per fini politici. La verità è che Salvini vuole mani libere sui controlli e sulle norme antimafia perché teme che le inchieste delle cinque Procure sui rischi di infiltrazioni mafiose negli appalti del Ponte facciano saltare il suo disegno. Chiediamo che Giorgia Meloni prenda immediatamente le distanze da questo attacco al Quirinale e fermi Salvini”, dichiara.
Duro anche il segretario di +Europa Riccardo Magi: “Matteo Salvini sta costruendo il suo Ponte sullo Stretto facendosi beffe della legalità e a spese della sicurezza stradale dei cittadini di tutto il resto d’Italia. Prima elimina i controlli antimafia, che invece andrebbero rafforzati per un’opera ad alto rischio infiltrazioni come il Ponte sullo Stretto: una vera e propria vergogna che arriva proprio nei giorni in cui si commemora la strage di Capaci; ora, invece, taglia del 70% i fondi alle Province riservati alla riparazione di buche, guardrail e manutenzione ordinaria necessaria per rendere le strade più sicure: si tratta di interventi che in alcune Province erano già stati programmati e già sono state svolte le gare d’appalto. Purtroppo non è improvvisazione, ma è il costo della campagna elettorale perenne che Matteo Salvini fa pagare ai cittadini italiani”.
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