Ponte Morandi, il pm: “Donferri e Berti sapevano dei rischi e non hanno fatto nulla”
- Postato il 17 settembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli, all’epoca numero 2 e 3 di Aspi, “avevano una conoscenza diretta e una competenza formale ma anche concretamente esercitata in tema di sorveglianza”. E’ quanto detto, in sintesi, dal pm Marco Airoldi che con il collega Walter Cotugno sta portando avanti la requisitoria del processo a 57 imputati per il crollo del ponte Morandi.
Una conoscenza che emerge fra le altre cose dalle chat tra i due e dalle registrazioni segrete che un altro degli imputati aveva fatto durante le riunioni nell’ufficio di Donferri. “Da questa consapevolezza dello stato del viadotto – continua l’accusa – devi muoverti di conseguenza, devi farti carico del progetto di retrofitting (i lavori di rinforzo delle pile 9 e 10 che non partirono mai) e devi farti carico del fatto che stia in piedi durante la realizzazione del progetto”. Anche chi ha fatto qualcosa, prosegue il pm, “non lo ha fatto con la dovuta fretta e urgenza“.
Le udienze proseguiranno anche la settimana prossima, ma solo mercoledì e giovedì perché in concomitanza con il salone nautico è difficile per gli avvocati (la stragrande maggioranza viene da fuori Genova) trovare un albergo. Le vere e proprie richieste di condanne dovrebbero arrivare a metà ottobre. Poi sarà la volta degli avvocati delle parti civili. A quel punto i giudici dovrebbero fare un rinvio lungo per consentire ai difensori degli imputati di preparare le arringhe.