Ponte Morandi, il perito Valentini: “I trefoli erano corrosi, c’erano ferri completamente marci”
- Postato il 18 febbraio 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Vi erano dei trefoli talmente corrosi che abbiamo riempito interi tavolini di ruggine. C’erano dei ferri completamente marci, mi sono anche ferito a un dito ma non ho fatto causa al tribunale”. A parlare in aula rispondendo a uno degli avvocati di Giovanni Castellucci è il perito Renzo Valentini. Sta parlando delle prove effettuate sul concio 13 del reperto 132, l’ultimo ‘pezzo’ che collegava la parte in cima allo strallo della pila 9 del ponte Morandi, collassato il 14 agosto 2018.
Chiaramente quella sulla causa al tribunale è stata una semplice battuta per smorzare le domande dei difensori del principale imputato per il crollo.
L’obiettivo era spiegare, come ha fatto per tutta la mattina, che quelle condizioni non potevano essere solo ‘endogene’. E’ entrato ossigeno ed è filtrata acqua da alcune fessure “probabilmente” preesistenti sostengono gli esperti del tribunale nell’integrazione di perizia chiesta dai giudici. Una situazione che, se si fossero fatte le indagini visive dirette si sarebbe potuta scoprire evitando la morte di 43 persone. Per le difese invece questo aspetto non sarebbe stato completamente dimostrato: la tesi è quindi che quella corrosione sia nata solo per difetti in fase di costruzione, non rilevabili dall’esterno a meno di non mettere a rischio la stabilità del ponte.
Il perito, rispondendo a una domanda circa le conclusioni contenute nel documento finale sui tipi di indagini che si sarebbero potute fare per verificare lo stato cavi primari dello strallo, quelli in sintesi più interni ma anche gli unici a tenere in equilibrio tutto il sistema degli stralli, ha spiegato che la bozza di perizia che era stata depositata a dicembre era di fatto volutamente più generica “per favorire il contraddittorio e il contributo da parte dei consulenti tecnici di parte ma – ha aggiunto – tale contributo dei consulenti vostri non c’è stato”.
Infatti i consulenti di Aspi e Spea hanno scelto – diversamente da quello che doveva essere anche per il tribunale l’obiettivo di due mesi di incontri tra periti, consulenti e avvocati – di muoversi per conto loro, tanto che nei giorni scorsi sono state depositate due nuove consulenze di parte, una depositata dai consulenti di Spea e una da quelli di Aspi.