Ponte Morandi, i consulenti di Aspi al contrattacco: “Perizia fondata su congetture irrealistiche”
- Postato il 3 marzo 2025
- Copertina
- Di Genova24
- 2 Visualizzazioni


Genova. Giovanni Castellucci parlerà nel processo dove è imputato per il crollo del ponte Morandi nella seconda metà di marzo. L’ex amministratore delegato di Aspi, che oggi era presente in aula, aveva annunciato tempo fa che avrebbe probabilmente rilasciato dichiarazioni spontanee, cioè senza rispondere alle domande di giudici e pm, e oggi la decisione è stata ufficializzata. Per la data precisa occorre però attendere la fine dell’esame dei consulenti tecnici di parte che stanno replicando all’integrazione di perizia sulle cause del crollo.
Oggi a parlare per primo è stato il professore Andrea Del Grosso, consulente dell’imputato Michele Donferri Mitelli, che a inizio udienza ha anticipato e riassunto le conclusioni raggiunte dal pool di esperti della difesa in netto dissenso rispetto a quelle dei periti del tribunale.
I periti, secondo Del Grosso, hanno seguito un evidente “bias retrospettivo”, una distorsione che parte dall’assunto che si conoscessero i difetti dello strallo della pila 9, che per i consulenti di Aspi non erano invece noti né rilevabili. I periti inoltre, secondo i tecnici di parte, “non hanno considerato tutta la documentazione”, hanno fatto “inappropriati riferimenti” ad altri viadotti progettati da Morandi e sono arrivati a “conclusioni basate su ipotesi e congetture irrealistiche o non corrispondenti ai dati di fatto e al sapere tecnico-scientifico“.
“Non ci sono fenomeni di corrosione rilevanti lungo tutto lo sviluppo dello strallo” ha detto Del Grosso. Al contrario “il fenomeno corrosivo nei cavi primari riguardava una zona estremamente localizzata, di origine certamente endogena ed era “completamente diverso dai fenomeni rilevati sulle altre due pile 11 e 10 nel corso degli interventi degli anni ’90. Quel difetto non era rilevabile attraverso le metodologie di indagine disponibili nel periodo di esercizio del viadotto e nemmeno lo sarebbe attraverso quelle disponibili attualmente”.
La deposizione dei consulenti di Aspi proseguirà anche nelle prossime udienze. Poi ci saranno le dichiarazioni spontanee dell’ex numero uno di Aspi che intanto attende il verdetto della Cassazione su un altro processo, quello per la strage del bus precipitato in una scarpata dal viadotto di Acqualonga, in provincia di Avellino ungo l’A16 Napoli-Canosa, che il 28 luglio 2013, provocò 40 morti. In appello Castellucci è stato condannato a 6 anni di reclusione.
Se la Suprema Corte confermerà la sentenza di secondo grado, l’ex top manager finirà in carcere. L’udienza è stata fissata il prossimo 1 aprile.