Ponte Morandi, è il giorno di Giovanni Castellucci

  • Postato il 26 marzo 2025
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Genova. È il giorno di Giovanni Castellucci nel processo in corso per il crollo di ponte Morandi. L’ex numero uno di Autostrade per l’Italia non si è sottoposto all’esame e rilascerà oggi dichiarazioni spontanee che dureranno circa sei ore. È la prima volta che l’ex super manager prende la parola sulla tragedia da sette anni a eccezione della conferenza stampa indetta a tre giorni dalla strage.

Castellucci fra l’altro, come altri ex dirigenti di Aspi è in attesa della sentenza della Cassazione per la strage del bus di Avellino (40 vittime). In appello è stato condannato a 6 anni. Se la condanna fosse confermata dovrà andare in carcere.

“Se il tono sarà quello dei giorni antecedenti, forse potremmo anche farne a meno: queste dichiarazioni spontanee sono state piuttosto allucinanti” è il commento di Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime del ponte Morandi. “Abbiamo sentito delle imprecisioni tecniche pazzesche che vogliono far passare per novità, abbiamo sentito veramente delle difese che, dal nostro punto di vista, non portano a nulla di nuovo. Sono giorni complicati, stare qui è molto complicato. E’ complicato anche arrivarci, vista la situazione delle nostre autostrade e vediamo oggi cosa ci sarà”.

“Non ci aspettiamo nessuno scossone particolare – aggiunge – tutti stanno dicendo che hanno fatto tutto benissimo, che non hanno sbagliato nulla, che non potrebbero guardare i loro figli in faccia se avessero fatto qualcosa di male. Sta di fatto che qualcuno ha fatto qualcosa, qualcuno non ha ottemperato ai suoi obblighi, ai suoi doveri. Nei giorni scorsi, in modo provocatorio, avevo detto “i nostri cari allora si sono suicidati?”, perché chiaramente non è accettabile questa situazione”.

Per Possetti, “è chiaro che cerchino di tirare acqua al loro mulino, ma si sono dette cose allucinanti. Siamo allibiti da questa modalità di difesa, alcuni sono arrivati in aula con un’arroganza inaccettabile”.

Sulla figura di Castellucci, Possetti aggiunge: “È vero, era l’ad ma abbiamo avuto anche Berti, Donferri Mitelli e alcuni atteggiamenti davvero arroganti, credo non siano concepibili in un’aula come questa. Non ci aspettiamo scuse da nessuno, tutti stanno dicendo che non hanno colpe. Le colpe però ci sono: abbiamo 58 imputati, chiaramente non saranno tutti giudicati colpevoli, ma quando si ha un ruolo di responsabilità, non posso fidarmi solo delle cose che dicono quelli che lavorano con me, devo verificare che le cose stiano funzionando bene. Qui non hanno funzionato, altrimenti non saremmo qui oggi a cercare di dare giustizia ai nostri cari. E’ inutile che cerchino di mistificare la realtà: non è accettabile, né serio. Non è da uomini”. Nei confronti dell’ex ad di Aspi, Possetti, che nel crollo del 14 agosto perse la sorella, il cognato e il nipote, non ha nulla da dire per il momento. “Non voglio dire nulla ora a Castellucci: aspetto la Cassazione per dirgli qualcosa. Probabilmente poi glielo dirò”.

Autore
Genova24

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