Politica in fibrillazione. Giorni cruciali: piano USA in salita per l’Ucraina, regionali tra polemiche e incertezze
- Postato il 21 novembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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Politica in fibrillazione. Fuori e dentro l’Italia. Scorrono ore cruciali. Usciamo da una settimana ad alta tensione, entriamo in un’altra che promette nuovi scossoni specialmente sul piano internazionale dopo un anno “mosso” tra delusioni cocenti, promesse mancate, ultimatum finiti in cavalleria.
Ucraina, piano Usa in salita
L’accordo Usa-Russia per la pace tra Kiev e Mosca è stato bocciato su tutta la linea da Ucraina ed Europa. Resta soltanto una breccia vaticana, comunque da non sottovalutare. In sintesi: Bruxelles fa le barricate contro il piano USA (“la pace ci sarà solo con Kiev e l’Europa”), Parigi ha detto la sua (“No alla capitolazione”), i cieli ucraini sono costantemente illuminati a giorno dai massicci bombardamenti russi, la Casa Bianca continua in sordina la sua campagna per la pace non prevedendo alcun coinvolgimento europeo (se non a posteriori), Zelensky non molla (“parlerò con Trump”) per chiedere una “pace duratura” ma non vuole cedere il Donbass, ipotesi ritenuta al momento una “offerta inaccettabile e assurda”. Come finirà? C’è uno spiraglio: gli analisti dicono che in realtà Zelensky è pronto a collaborare con il tycoon a patto di ottenere “una pace dignitosa”. Sul tavolo USA due punti cruciali non graditi da Kiev: una sorta di “affitto” del Donbas e il dimezzamento dell’esercito ucraino. Una proposta che Kiev considera “un regalo a Mosca inaccettabile”.

Italia, giorni cruciali
Il Bel Paese sta vivendo ore pesanti. Chiuso il caso Quirinale (forse) restano in piedi le conferme e i rinvii sulla legge di bilancio e gli ultimi fuochi della campagna elettorale in Campania, Veneto e in Puglia. Sulla manovra, dopo l’incontro tra i leader della maggioranza, è previsto un nuovo vertice la prossima settimana: l’ultimo scontro è sul canone Rai che la Lega vuole ridurre, Forza Italia no. Ma i temi caldi sono diversi a cominciare dal nodo Coperture. Ci sono poi le fibrillazioni delle ultime ore di una campagna elettorale piuttosto movimentata: in Campania il campo largo è compatto con Fico ma De Luca continua nelle sue esternazioni (“Mastella notabile che non ha mosso un dito per le aree interne”). Casini continua a ripetere che “il Centro è vivo e vegeto, che la politica deve cambiare, soprattutto deve smettere di urlare”.
In Puglia il centrodestra dice che “chi vota Decaro sceglie ancora Emiliano”. I due, in effetti, lavorano insieme da 20 anni in maniera organica e sinergica. Quanto al Veneto i candidati sono 5 ma la sfida è tra Alberto Stefani candidato leghista e Giovanni Manildo, già sindaco del Pd di Treviso. In corsa c’è pure Marco Rizzo, torinese di 66 anni, leader di Democrazia Sovrana e Popolare. Si profila una sfida tra Lega e FdI, in gioco ci sono anche gli equilibri della maggioranza di governo e del Centrodestra. Un bel rebus.
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