Politica e crimine informatico: capitano tutte a noi e non solo
- Postato il 8 luglio 2025
- Di Panorama
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Negli ultimi mesi abbiamo avuto il caso Equalize, agenzia investigativa che sembrava scorrazzare liberamente dentro i sistemi dei nostri ministeri, poi abbiamo avuto Paragon, spyware di Stato utilizzato non si sa bene da chi per spiare alcuni giornalisti, oggi siamo alle prese con la questione Carla Zambelli. Forse non tutti la conoscono, ma questa parlamentare è stata riconosciuta colpevole di aver orchestrato nel 2023 un attacco informatico. Fatto per il quale è stata condannata a dieci anni di reclusione.
Quale è la particolarità? La Zambelli è sì una deputata, ma del parlamento brasiliano, e proprio in Brasile è stata condannata per avere assoldato il criminale informatico Walter Delgatti Neto al quale avrebbe dato direttive per manipolare i registri del Consiglio Nazionale di Giustizia (CNJ) introducendo documenti falsi per screditare alcuni magistrati.
Cosa c’entra con l’Italia? Parecchio, visto che, dopo la condanna definitiva, la Zambelli ha preso un aereo da Miami, dove si trovava, ed è atterrata a Roma perché forte del suo passaporto italiano conta di non essere estradata in Brasile; anche se poche ore dopo il suo arrivo la nostra polizia ha ricevuto la notifica di una red notice (avviso internazionale per segnalare una persona per fini di arresto e/o estradizione) recapitata direttamente dall’Interpol. Se non ci bastavano i nostri problemi adesso abbiamo anche quelli di importazione.
Tuttavia, il tema di una certa convergenza tra politica e crimine informatico vanta qualche precedente. Già nel 2006, in Svezia, alcuni membri del Partito Liberale furono condannati per aver violato i server del Partito Socialdemocratico durante la campagna elettorale. Usarono credenziali rubate per ottenere informazioni strategiche. Nel Regno Unito, nel 2018, la deputata conservatrice Kemi Badenoch ammise di aver violato nel 2008 il sito web della collega laburista Harriet Harman, pubblicando contenuti falsi. Anche nei Paesi Bassi, un esponente del Partito Popolare per la Libertà fu condannato nel 2019 a tre anni per aver violato gli account cloud di decine di persone, rubando dati sensibili.
Il caso Zambelli è un salto di qualità nel rapporto tra potere e cyberspazio: non più solo disinformazione o fughe di notizie, ma sabotaggio diretto delle istituzioni. Questo senza citare i casi di manipolazioni elettorali tentate da alcuni stati verso altri. Molti anni orsono Giulio Andreotti portava alla notorietà l’aforisma “Il potere logora chi non ce l’ha”, attribuito al politico e diplomatico francese del Settecento Charles Maurice de Tayllerand. Oggi potremmo riscriverlo come “L’informazione logora chi non ce l’ha” o, peggio, chi non la manipola.