“Poi la pilotiamo con Schifani la sua nomina”. I nuovi elementi della Procura sul “sistema Cuffaro” e gli appalti all’Asp

  • Postato il 16 dicembre 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

“Anche se ne mette tre… poi la pilotiamo con Schifani la sua nomina…”. È il pensiero dell’ex governatore Totò Cuffaro sulla scelta dei dirigenti generali delle Asp siciliane. Una frase riferita il 3 gennaio 2024, all’interno del suo appartamento, all’assessora regionale al turismo Elvira Amata (di Fratelli d’Italia) e al manager della sanità Alessandro Maria Caltagirone. Sono i nuovi elementi indiziari che la Procura di Palermo ha inserito nel ricorso al tribunale del Riesame nell’inchiesta sulla “metodo” dell’ex presidente Cuffaro, inizialmente accusato di associazione per delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Dopo gli interrogatori preventivi, la gip Carmen Salustro ha riqualificato l’ipotesi di corruzione in traffico di influenze in merito all’appalto bandito dall’Asp di Siracusa e vinto dall’azienda Dussmann per il servizio di “portierato e ausiliariato”. Cuffaro è finito agli arresti domiliari per il rischio di reiterare i reati.

I pm invece ritengono sussista ancora l’accusa di corruzione e turbata libertà degli incanti. In assenza della corruzione, sono stati rigettati i domiciliari per il deputato Saverio Romano, per il dg Caltagirone e per i due ex rappresentanti della Dussmann, Marco Dammone e Mauro Marchese, alla quale però è stata imposto l’interdizione temporanea ad esercitare impresa e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nelle 132 pagine del ricorso della procura di Palermo, viene messo in risalto l’incontro in casa Cuffaro, con l’assessora Amata, non indagata in questa vicenda ma sulla quale pende la richiesta di rinvio a giudizio per corruzione in un’altra inchiesta, e con Caltagirone. I tre parlano proprio delle nomine nell’ambito della sanità: i magistrati scrivono della “mediazione che Cuffaro ha tentato con Amata per portare alla nomina del Caltagirone al vertice di aziende sanitarie strategicamente importanti, al tempo delle interlocuzioni individuate nell’area del messinese”.

“Infilarlo appunto nella terna… Schifani con cui io parlerò – dice l’assessora Amata -, secondo me intanto considerato che si parla di terna e di interlocuzione con un rettore è chiaro che il presidente è quello che ha più peso specifico… secondo te può… passare quest’ipotesi? Cioè non fargliela sposare ma… alla fine… convincere Schifani”. Cuffaro risponde un po’ dubbioso, e poi aggiunge: “Anche se ne mette tre poi la pilotiamo con Schifani la sua nomina”. Caltagirone spiega ai suoi interlocutori che il tempo stringe, e che le nomine potrebbero essere fatte entro i prossimi venti giorni.

“Però l’intervento si deve fare… cioè se pensiamo che Schifani… si fa i cazzi… a cavoli suoi e non… interloquisce… cioè qualcuno ci deve parlare… cioè io ci parlo”, dice l’assessora Amata. “No – risponde Cuffaro – ma secondo me non la devi affidare a Schifani sta cosa… giocatela tu con Schillaci”. “L’interesse di Cuffaro – annotano i pm nel loro ricorso – a collocare Caltagirone in una ‘terna’ di nomi papabili, in cui gli altri due nominativi fossero abbastanza deboli da non generare una reale competizione, che, addirittura, ha suggerito alla Amata, in presenza dello stesso Caltagirone, di interessare sul punto anche il Ministro della Salute, Orazio Schillaci”.

Parla pure con questa Spatari… perché se i tempi stringono… se venisse da Schillaci sarebbe la soluzione migliore… ma come fai a non andare al Ministero della sanità… insomma… complicato lo vedo no?”, aggiunge Cuffaro. La persona a cui l’ex governatore fa riferimento è Giovanna Spatari, ordinario di medicina del lavoro e rettrice presso l’Università di Messina, in seguito nominata dal ministro Schillaci a novembre 2024 nell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità, incardinato presso l’Agenzia Nazionale per la valutazione dei Servizi Sanitari Regionali (Age.Na.S.). La conversazione, secondo gli inquirenti, “non può residuare alcun dubbio sul fatto che Caltagirone fosse più che consapevole e coinvolto nell’intermediazione di Cuffaro, attivata su indicazione di Romano, per permettergli di ottenere la nomina a Direttore Generale in una delle aziende sanitarie della regione Sicilia e che abbia, perorato unitamente a Cuffaro stesso la propria causa con gli interlocutori politici di riferimento”.

Altro elemento che, secondo l’accusa, salda l’asse Cuffaro-Caltagirone, sarebbe l’interessamento dell’ex governatore alla posizione lavorativa della moglie del direttore generale. Dalle nuove intercettazioni depositate al riesame, risulterebbe che “Caltagirone avesse interessato Cuffaro per indurre Mario Parlavecchio, direttore generale dell’Azienda Siciliana Trasporti, a concludere la procedura di mobilità” di “Maria Clara Canzoneri, moglie del Caltagirone” dall’AST “a un’altra azienda partecipata pubblica regionale, la Servizi Ausiliari Sicilia (SAS)”. Mobilità poi in effetti concretizzata.

L'articolo “Poi la pilotiamo con Schifani la sua nomina”. I nuovi elementi della Procura sul “sistema Cuffaro” e gli appalti all’Asp proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti