Pogacar-Vingegaard, e se il duello andasse in scena in Italia? La sfida di Tadej. Il Giro fa i conti col caso Bulgaria

  • Postato il 14 dicembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Tutti gli anni è la stessa storia: la porticina resta aperta, con un filo di luce che passa tra la fessura, ma prima di vedere Tadej Pogacar al via del Giro d’Italia sarebbe meglio pensare a chi altri potrebbe accettare le lusinghe di RCS. Jonas Vingegaard, ad esempio: il danese al Giro ha strizzato l’occhio da un pezzo, anche perché dopo aver vinto la Vuelta lo scorso settembre ha fatto capire di voler ambire alla cosiddetta “tripla corona”, cioè a conquistare almeno una volta in carriera tutti e tre i grandi giri. Ma che possa realmente ritrovare Pogacar sulla sua strada è ipotesi ad oggi azzardata, anche se in qualche modo lo sloveno ha voluto “giocare” al gatto e al topo, lasciando appunta aperta la porticina.

L’UAE ha scelto 7 uomini per il Giro: e se l’ottavo fosse Tadej?…

Una mano in questa operazione di “apertura” gliel’ha offerta il suo team, visto che la UAE Team Emirates XRG ha annunciato per ora 7 degli 8 corridori che correranno la corsa rosa. Di questi, Joao Almeida è il nome che va per la maggiore, nonché quello che ricoprirà i gradi di capitano, con Adam Yates come primo scudiero e poi i vari Jay Vine (decisamente competitivo in salita), Igor Arrieta, Antonio Morgado, Jan Christen e Florian Vermeersch.

L’ottavo, a detta di qualcuno, potrebbe essere proprio Tadej Pogacar, che uno spiraglio l’ha lasciato. “Non posso dire di stare pensando oggi al Giro, ma il mio cervello sa per esperienza che può decidere qualcosa di diverso anche all’ultimo minuto, anche in una frazione di secondo, stravolgendo il calendario stagionale. Finché non si chiudono le iscrizioni, tutto può accadere”.

Insomma, parole più di circostanza che di reale volontà di tornare a correre in Italia in primavera, anche se la presenza di Vingegaard in qualche modo potrebbe fungere da sprone per invogliare il campione del mondo a sfidarlo con due mesi d’anticipo rispetto al solito.

La sfida infinita con Vingegaard, la Sanremo e la Roubaix

Perché quella tra Pogacar e Vingegaard è una sfida insita tra le pieghe del Tour, anche se il danese quest’anno potrebbe clamorosamente decidere di saltare la grand boucle per concentrarsi sul Giro (e poi eventualmente sul bis alla Vuelta). “Non sarò certo io a dire a Jonas di venire al Tour, ma lui sa quale sarà la cosa migliore da fare e avrà tutte le carte in regola per decidere ciò che è meglio per lui”, ha aggiunto Pogacar.

“Come dico sempre, a me piace competere con i migliori, e possibilmente al massimo della forma, e quindi è chiaro che vorrei vedere Vingegaard al Tour, perché un’eventuale mia vittoria avrebbe ancora più valore. Però deve decidere lui cosa fare”. Al Tour ci sarà di sicuro Evenepoel, che sarà rivale anche nelle classiche. “Una pressione diversa rispetto a quella che troviamo in Francia. Le classiche sono corse di un giorno, lì certi valori possono appiattirsi più facilmente e ci si diverte molto di più rispetto a un grande giro, dove il divertimento prende il sopravvento soltanto dopo l’ultima tappa… quando però sei veramente stanco”.

Nel programma di Pogacar, tra l’altro, ci sono sia la Sanremo che la Roubaix, uniche due monumento che non fanno parte della sua collezione. “Se riuscissi a vincerle, allora mi resterebbe poco da conquistare ancora nel calendario stagionale. Magari qualche corsa di una settimana, oltre alla Vuelta che prima o poi diventerà un mio obiettivo. Ma non sono ossessionato da alcuna gara in particolare, quindi penso solo a fare il mio”.

In Bulgaria è caduto il Governo: ripercussione per il Giro?

Intanto sul Giro 2026 si addensano nubi decisamente inattese: il governo bulgaro, che ha concordato con RCS la grande partenza dalla nazione dell’Est Europa, è appena caduto e nelle prossime settimane si tenterà di formare una nuova coalizione con l’attuale conformazione parlamentare, altrimenti i cittadini saranno chiamati a tornare alle urne, col rischio però che possa salire al potere una coalizione diversa da quella passata.

Chissà allora se proprio la partenza del Giro potrà subire ripercussioni per quanto successo a livello politico: la trattativa con RCS l’aveva seguita l’ex premier Rossen Zhelyazkov, peraltro presente a Roma lo scorso 1° dicembre per la presentazione ufficiale della corsa rosa.

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