Pnrr, il Sud rischia uno scippo di 18 miliardi: ricordatevelo quando si riparlerà di assistenzialismo

  • Postato il 30 ottobre 2025
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La sintesi di questo post è: lo Stato ha scippato al Sud 18 miliardi. Ma andiamo per gradi.

Avete presente la cosiddetta ‘clausola del 40%’, secondo cui le Amministrazioni centrali coinvolte nell’attuazione del Pnrr devono assicurare che almeno il 40% delle risorse debba essere destinato alle regioni meridionali? Ebbene sì, lo prevede il decreto-legge n. 77/2021, ma prima di verificare se questa clausola venga rispettata chiediamoci se l’importo è corretto. La risposta è ‘no’, è il minimo sindacale.

Vi invito ad approfondire i criteri che l’Ue aveva adottato per calcolare la redistribuzione dell’intera dotazione europea del Pnrr verso tutti gli Stati membri: secondo il documento della Commissione Europea “Com (2020) 408 Final”, le risorse andavano distribuite applicando i seguenti parametri: proporzionalità diretta alla popolazione residente dello Stato membro, proporzionalità inversa rispetto al reddito pro-capite; proporzionalità diretta rispetto al tasso di disoccupazione medio degli ultimi 5 anni. In parole povere, il motivo per cui l’Italia ha portato a casa circa 200 miliardi è da attribuire al fatto che, adottando i suddetti tre criteri, il Sud recava il Pil più esiguo e la minore occupazione tra tutti gli Stati Membri.

E se il nostro Paese avesse adottato per la redistribuzione tra le regioni gli stessi criteri applicati da Bruxelles verso i propri Stati? Il Meridione avrebbe avuto diritto al 65% delle risorse nazionali. Altro che 40%! Dettagliatamente, all’Abruzzo spettavano 4,2 miliardi, al Molise 1,4, alla Campania 43,6, alla Puglia 26,7, alla Basilicata 2,2, alla Calabria 16,8, alla Sicilia 41,1.

Ma, almeno, è rispettata la clausola del 40%? Nel corso di un’audizione svoltasi lo scorso 8 ottobre in Commissione Federalismo, il ministro competente, Tommaso Foti, si era lasciato andare a una dichiarazione criptica: “C’è molta polemica sulla spesa del Pnrr. Se andiamo a vedere la politica di coesione che è esattamente in percentuali di spesa, un decimo di quella del Pnrr”. Che avrà voluto dire? Che a favore del Sud è stato utilizzato un decimo della dotazione del Pnrr?

Sicuramente è un passaggio poco chiaro, soprattutto se consideriamo che appena una settimana prima alla Camera aveva sentenziato: “Non è bello che si vada ad adombrare che la percentuale del 40% delle risorse stanziate per il Sud sia un dato alterato, perché chi sta verificando quel dato è il Nucleo di valutazione della Coesione (…) che al 31 dicembre 2024 certificava che il 40% delle risorse territorializzate era stato riservato al Sud”. Tuttavia questa dichiarazione smentirebbe la sua stessa struttura ministeriale, giacché il sito internet ufficiale non riporta dati aggiornati al 31 dicembre 2024, bensì al 31 dicembre 2023. Infatti, sul portale del dicastero è pubblicata solo la “Quarta relazione clausola 40% Pnrr al Mezzogiorno” mentre ancora si attende la “Quinta relazione” con dati aggiornati al termine del 2024.

Tuttavia, anche ammettendo che il ministro abbia ragione, e cioè che esista un report aggiornato al 31/12/2024, verrebbe da chiedersi come mai non sia stato pubblicato sul sito del ministero, in pieno spregio del Decreto Trasparenza n. 33/2013, che impone l’accessibilità totale alle informazioni delle attività delle pubbliche amministrazioni. Eppure è un’operazione semplice, quisquilie per i componenti del Nucleo di valutazione della Coesione, a cui è riconosciuto un trattamento economico annuo compreso tra un minimo di euro 50.000 e un massimo di euro 140.000.

In ogni caso, la tesi di Foti è comunque smentita da un recente rapporto dell’Ufficio Studi di FederCepi Costruzioni (che rappresenta oltre 10.200 aziende del comparto edile), secondo cui appena il 31,6% dei progetti finanziati dal Pnrr è stato assegnato alle regioni del Sud, con pagamenti effettuati che rasentano il 17%. Dunque, se la tesi fosse confermata, e cioè che il Sud abbia percepito circa il 9% in meno rispetto alla clausola del 40%, a quanto ammonta l’ammanco potenziale per i meridionali?

Se non muta il trend, nel 2026 il Meridione potrebbe subire uno scippo complessivo, l’ennesimo, di quasi 18 miliardi di euro. Questi sono i dati, le statistiche nude e crude. Ricordatevelo quando vi diranno che i meridionali vivono di assistenzialismo e risorse pubbliche.

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Il Fatto Quotidiano

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