Più precisi sul fine vita. Il nuovo documento della Chiesa non “toglie paletti" ma offre idee
- Postato il 8 agosto 2024
- Di Il Foglio
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Più precisi sul fine vita. Il nuovo documento della Chiesa non “toglie paletti" ma offre idee
Dopo lunghi pensamenti, la Consulta qualche settimana fa sì è pronunciata sul fine vita, compiendo un altro piccolo passo in direzione della cosiddetta libertà di scelta personale – i giudici hanno allargato il diritto del paziente al rifiuto dei “trattamenti di sostegno vitale” – mentre invece l’iniziativa parlamentare continua a recalcitrare, nascondendosi dietro la supplenza dei giudici, senza di legiferare su una materia tanto delicata.
In questo contesto, a muovere le acque ci pensa il Vaticano, di solito considerato il bastione dell’immobilismo bioetico, con la pubblicazione di un breve testo, “Piccolo lessico del fine-vita", 88 pagine, curato dalla pontificia accademia per la Vita retta da monsignor Vincenzo Paglia, che ha rilasciato anche una lunga intervista. L’eventuale aggiornamento del “lessico”, e dunque delle idee, della Chiesa in materia di fine vita è ovviamente occasione ghiotta per la stampa, e del resto Paglia conferma che “nessun accanimento fa bene, neanche quello che consiste in un arroccamento su posizioni impermeabili alle istanze degli altri e allo sviluppo dei tempi”.
Questo detto, nel nuovo documento vaticano non ci sono rivoluzioni e nemmeno si nota “l’apertura della Santa Sede” che qualcuno ha preteso vedere. Si legge ad esempio che “le società scientifiche principali definiscono unanimemente le Nia (Nutrizione e idratazione artificiali) come trattamento medico-sanitario a tutti gli effetti”, e anche la loro adozione o eventuale sospensione “chiede di essere declinata con discernimento nei casi concreti”. Ma c’è anche il tradizionale avvertimento a evitare “una concezione riduttiva della malattia” perdendo di vista “la globalità della persona”. Molte tecnicità, ma non cambiano le posizione note: nei casi di stato vegetativo l’eutanasia va evitata, ma si rimanda a esami caso per caso. Già nel 2017 il Papa disse che è lecito sospendere le cure se non proporzionali. Niente svolte, ma resta l’impressione che la Chiesa sia più attenta a cercare soluzioni condivisibili che non la politica.
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