Più polemiche meno libri, considerazioni ultime sulla fiera libraria
- Postato il 12 dicembre 2024
- Di Il Foglio
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Più polemiche meno libri, considerazioni ultime sulla fiera libraria
Da molto tempo a questa parte le fiere librarie, sempre più discendenti verso la tragica sfera delle sagre senza però aver dalla loro salsicce da arrostire o patatine fritte da piluccare, hanno scambiato la mole di polemiche e di articoli di giornale a queste connesse per una sorta di indicatore privilegiato di successo. E se poi di tutto si parlerà fuorché di libri, pazienza. Non si può certo pretendere che in un evento culturale dedicato alla editoria e ai libri si parli di editoria o di libri. Piuttosto ci si concentri, come in effetti avvenuto nel caso della romana Più Libri Più Liberi, sugli inviti della direttrice Chiara Valerio; chiama Leonardo Caffo per una lezioncina ma quello sta a processo per presunti maltrattamenti in danno della compagna e la fiera è, santa pace, dedicata alla memoria di Giulia Cecchettin.
Fiumi di polemiche, per dirla alla Jalisse che nemmeno quest’anno accidenti sono a Sanremo, oceani di indignazione, psico-drammi autoreferenziali di scrittori, pensatori, fumettisti assortiti che si assemblano laocoonticamente in un arabesco talmente egoriferito di marketing e di auto-promozione piagnucolante, sotto forma di impegno sociale e di coscienza critica, che negli USA si è soliti rubricare “circle jerks” e che non traduciamo, di certo non con “amichettismo”, invitandovi piuttosto a andare su Google e a non confondervi però con la omonima band punk-hardcore. Insomma, è sempre una cosa hardcore, ma nel senso del porno. Un bel salto in avanti rispetto le polemicucce alla amatriciana dello scorso anno, quando ad alzare la voce, si fa per dire, furono i librai periferici e artigianali che se la erano presa con le logiche sottese alla manifestazione che si tiene nel ventre della Nuvola, all’Eur. Dando per scontato, essi, che una logica ci fosse e ancora oggi ci sia.
Ora quindi noi sappiamo, articolo di avvicinamento dopo articolo di avvicinamento, tutto di Chiara Valerio, di Leonardo Caffo, di chi andrà e di non chi non andrà, in ogni caso con logorroico post, articolo, comunicato per far sapere al mondo il perché e il come della propria decisione. Menzione al merito per lo Zerocalcare di Schrödinger che non partecipa ma partecipa lo stesso e questa sua decisione quantistica e molto indeterminata, alla Heisenberg, ce la spiega con uno sbrodolamento da storia Instagram, e quando sei arrivato alla fine della gargantuesca e geologica lettura hai allucinazioni nichiliste e senso di inadeguatezza esistenziale come ti avessero fatto una cura Ludovico a base di Caraco, Cioran, Ligotti e Mainländer. C’è, naturalmente, un programma. Talmente folto da occupare sessantuno pagine del sito web e ottantuno del relativo pdf. Totalmente eclissato dalle menzionate polemiche. Gironzolando dentro, si nota meno afflusso, meno gente, si riesce persino a respirare, di sabato non c’è quella deriva di corpi sudati che aveva negli anni scorsi trasformato La Nuvola, in gelide giornate dicembrine, in una metafisica versione del pomodorino di Fantozzi; fuori freddo, dentro palla di fuoco a diciottomila gradi.
Conversando con diversi editori-espositori, si respira una generale insoddisfazione; ci si lamenta per la formula ormai stantia, per il minore appeal che si sarebbe tradotto in meno presenze e minore mole di vendite e soprattutto si imputa alla Valerio di non aver saputo gestire una polemica che ha fagocitato tutto il resto e alimentato un effetto respingente. Non manca la processione antropologicamente evoluta di studenti e studentesse, famiglie, intellettuali cinici, poetesse arrembanti, aspiranti scrittori che qui cercano almeno di aspirare e respirare al cospetto di quelli che loro pensano editori e che invece sono commessi e tu vedi promesse di leggere manoscritti sparate nello sciacquone della noia e della inopportunità non appena l’improvvisato scrittore si è eclissato. C’è l’orrore, c’è l’esoterismo, c’è il giallo, c’è l’esistenzialismo, c’è la filosofia, ci sono acquirenti conquistati dalle copertine smargiasse e policrome, ci sono scrittori che reggono tra le mani le copie del proprio libro nella speranza che qualcuno li riconosca, c’è lo spettro del patriarcato, c’è la eco delle polemiche, ci sono gli intellettuali che sciorinano banalità, ci sono, fuori, i vigili che rimuovono le macchine ma, sfortunatamente, non il narcisismo degli intellettuali.
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