Più di 1000 atleti alla Marathon des Sables: vince il marocchino Rachid El Morabity, quarta una francese

  • Postato il 17 aprile 2025
  • Di Agi.it
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Più di 1000 atleti alla Marathon des Sables: vince il marocchino Rachid El Morabity, quarta una francese

AGI - Nell'edizione con la più alta partecipazione femminile, la leggendaria Marathon des Sables ha visto una donna piazzarsi al quarto posto assoluto di questa durissima corsa in Marocco tra le dune e il vento del Sahara, un percorso di 250 km e 3.000 metri di dislivello, divisi in sei tappe da affrontare in autosufficienza. 

La gara, che si è conclusa lunedì 14 aprile, è stata dominata dal marocchino Rachid El Morabity, che ha terminato in 20 ore e 55 minuti, mentre tra le donne ha vinto la francese Maryline Nakache in 23 ore e 57 minuti. Una performance straordinaria per la francese, subito alle spalle degli imprendibili padroni di casa, capaci di 'leggere' la sabbia e muoversi su questo terreno come nessun altro. Dei 1009 alla partenza hanno completato la maratona 847 concorrenti che hanno resistito alle condizioni meteo estreme di caldo, vento e tempeste di sabbia. 

 

 

I partecipanti e la competizione

Più di mille i partecipanti provenienti da 52 Paesi per la più antica competizione del proprio genere giunta quest'anno all'edizione numero 39: l'età era compresa tra i 18 e i 68 anni (media di 51 anni), il 27% erano donne e il 30% erano camminatori e non runner. Per Rachid El Morabity è la vittoria numero 11 in questa competizione. Un'affermazione che gli consente di superare il record realizzato tra il 1997 e il 2007 da un altro idolo del Marocco, Lahcen Ahansal.

Gli italiani e le loro performance

Dei 35 italiani al via, il più veloce è stato Filippo Canetta, che con 29 ore e 17 minuti ha chiuso in 36ma posizione. Tra le donne Francesca Canepa, sesta con poco più di 31 ore di gara. Una vera e propria leggenda della corsa in montagna, con nel proprio palmares Ultra Trail del Monte Bianco e Tor des Geants, la valdostana ha affrontato per la prima volta un deserto e un format di gara a tappe e ha già dichiarato che potrebbe tornare.

 

 

L'evento e i partecipanti

L'appuntamento era fissato al 4 aprile a Ouarzazate, ultimo avamposto prima del Sahara, città nota per essere stata il set di film come 'Lawrence D'Arabia' e 'Il Gladiatore'. Stavolta però non si tratta di finzione, l'arrivo a Ouarzazate segna l'inizio della Marathon des Sables e gli attori protagonisti sono i partecipanti che due giorni prima dell'inizio della gara salgono su un pullman. Durante un viaggio di sei ore verso il confine con l'Algeria vengono distribuiti i "race book", libretti con le informazioni relative il campo e le tappe, rispettivamente di 32, 42, 32, 82, 42 e 21 chilometri.

 

 

Le tende, lo zaino e le regole per l'acqua

Il 4 aprile è il giorno dell'arrivo al campo, il momento in cui si fa conoscenza con i compagni di tenda e con la tenda stessa, montata in stile berbero: una pesante stoffa tenuta in piedi da quattro pali, due per lato. Al centro due pali più lunghi messi ad 'x' e tenuti da una corda. La tenda è aperta sul fondo, dove c'è un solo tappeto a dividere dalla sabbia e dalle pietre, ma anche sui due lati per far circolare l'aria nel calore. In caso di tempeste di sabbia o di vento, uno dei due lati può essere chiuso.

La gara e le difficoltà

Il giorno successivo è dedicato al controllo del materiale e dei certificati medici. È anche il giorno in cui i partecipanti consegnano il proprio bagaglio 'extra' all'organizzazione. Da questo momento in poi ognuno può contare solo sul contenuto del bagaglio che lo accompagnerà durante tutta l'avventura. È anche il momento del peso dello zaino. Uno snodo cruciale. Sulle spalle i partecipanti portano materiale obbligatorio, vestiti, ma anche tutto il cibo necessario per supportare lo sforzo in gara e garantire il recupero. I più bravi ed esperti riescono a stare sotto i 7 chili, ma la maggior parte degli zaini si aggira sui 10. Un fattore destinato a 'pesare' per tutta la gara, così come l'acqua.

 

 

L'idratazione e le regole sulle borracce

L'idratazione è un fattore cruciale e i partecipanti possono riempire le borracce nei check point, situati a circa 8-10 km l'uno dall'altro, ma a fine tappa hanno diritto a una unica damigiana da 5 litri. Una quantità che deve essere utilizzata necessariamente per bere, cucinare, ma anche per lavarsi ed eventualmente lavare i vestiti. Cinque litri che devono bastare fino al primo rifornimento della tappa del giorno successivo.

La tensione e l'attesa prima del via

Nel pomeriggio è il momento della riunione tecnica. A dare le spiegazioni è Patrick Bauer, il visionario padre dell'evento cui 39 anni fa tutti davano del matto e che invece ogni anno porta mille persone a correre nel Sahara. "Siete ormai nel deserto. Vi entrerà dentro...molti di voi si chiederanno 'cosa ci faccio qui'...prendetevi il vostro tempo per assaporare il deserto e diventare delle leggende. Questi giorni vi cambieranno la vita". Brividi, lacrime, sale tensione. Tutti vorrebbero iniziare, scaricare il peso dell'attesa, ma una lunghissima notte in tenda separa i 1009 dal conto alla rovescia finale.

L'arrivo e l'emozione finale

All'arrivo celebrazioni, abbracci, lacrime e una medaglia al collo. Gente che non si conosceva si ritrova ora legata per sempre da un'esperienza di una intensità estrema, nella bellezza e nella durezza. Un'esperienza che ha messo tutti i partecipanti faccia a faccia non solo con il deserto, ma con loro stessi, con i propri limiti e paure e che, inevitabilmente, cambia la vita di coloro che hanno affrontato e decideranno di affrontare la Marathon des Sables.

 

 

 

 

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Autore
Agi.it

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