Più colf, badanti e babysitter straniere: ecco cosa cambia

  • Postato il 28 novembre 2025
  • Di Panorama
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Una famiglia che da mesi cerca una babysitter, una coppia di anziani che ha bisogno di un badante, un’azienda agricola a cui servono braccianti. Sono solo alcuni dei casi a cui prova a rispondere il nuovo Decreto Flussi 2026-2028, approvato in via definitiva dal Senato. Il provvedimento introduce un contingente extra-quota (10mila ingressi aggiuntivi) per colf, badanti e, novità assoluta, babysitter per bambini fino a sei anni. Il decreto rivede in profondità i tempi dei nulla osta, estende a un anno i permessi per le vittime di sfruttamento o violenza e concede fino a 12 mesi ai lavoratori formati all’estero per richiedere il visto.

Il nuovo canale “fuori quota”: 10mila ingressi per colf, badanti e babysitter

Il cuore della riforma è l’approvazione di un contingente straordinario di 10mila ingressi annuali, separato dalle quote ordinarie stabilite ogni anno. È una misura resa strutturale fino al 2028 e pensata per rispondere a fabbisogni considerati prioritari. Si tratta di lavoratrici e lavoratori addetti esclusivamente alla cura familiare: assistenti agli anziani non autosufficienti, personale dedicato alla disabilità e babysitter formate per la cura dei bambini fino a sei anni. L’inclusione delle tate è la novità più attesa: per accedere sarà necessario dimostrare requisiti professionali e un contratto di assunzione regolare. Duplice l’obiettivo politico: garantire alle famiglie un percorso legale e trasparente per reclutare personale qualificato e ridurre drasticamente l’area grigia del lavoro nero.

Procedure più rapide, lavoro subito e nuove tutele: cosa cambia per permessi e controlli

Il Decreto Flussi introduce diverse modifiche operative. Uno dei cambiamenti più attesi riguarda la possibilità, per chi ha richiesto un permesso di soggiorno o il suo rinnovo, di lavorare regolarmente in attesa della risposta della Questura. Non serve più interrompere l’attività dopo 60 giorni se la ricevuta della richiesta è valida: si potrà continuare finché non arriverà una comunicazione di diniego. Debutta poi la precompilazione delle domande attraverso il portale ALI, ora resa strutturale: un sistema che incrocia automaticamente i dati presenti nelle banche dati pubbliche e accelera controlli e verifiche. L’Ispettorato nazionale del lavoro potrà effettuare verifiche preventive, mentre i datori di lavoro privati non potranno presentare più di tre richieste all’anno se non supportati da soggetti qualificati o associazioni riconosciute. Si semplifica poi l’iter per chi ha completato corsi di formazione nei Paesi di origine: il nulla osta dovrà essere rilasciato entro 30 giorni e il tempo per richiedere il visto sale da 6 a 12 mesi, una misura sperimentale valida fino al 2027. Infine, viene allungata la durata dei permessi speciali per vittime di tratta, violenza domestica o sfruttamento lavorativo: si passa dai 6 mesi a un anno e viene concesso l’accesso diretto all’Assegno di Inclusione. Rafforzata anche la rete contro il caporalato, con il Tavolo operativo reso permanente, nuove risorse dedicate e un ampliamento della platea dei soggetti che possono accedere al Fondo per il contrasto del reclutamento illegale.

Quote, tempistiche, ricongiungimenti e settori: tutte le novità operative

Il decreto definisce le regole della programmazione fino al 2028 e interviene su tempistiche e modalità di ingresso. Il nulla osta al lavoro subordinato dovrà essere rilasciato entro 60 giorni dalla data di imputazione della domanda alle quote e non più dalla semplice presentazione. Per il lavoro stagionale il termine resta di 20 giorni. E ci sono novità sul ricongiungimento familiare: aumentano i tempi utili per completare le istruttorie, con un passaggio da 90 a 150 giorni per il rilascio del nulla osta. Una modifica pensata per ridurre i ritardi accumulati negli ultimi anni dalle Prefetture. E i discendenti degli emigrati italiani potranno entrare nel nostro Paese per motivi di lavoro senza rientrare nelle quote.
Ora occorre attendere i decreti attuativi previsti entro gennaio 2026. Solo allora saranno comunicate le finestre temporali per inviare le domande, le istruzioni operative e la ripartizione dei contingenti regionali.

Autore
Panorama

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