Pitti, a gennaio saranno oltre i 700 brand presenti in Fortezza da Basso
- Postato il 6 novembre 2025
- Di Panorama
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Fervono i preparativi in vista dell’edizione 109 di Pitti Immagine Uomo. Il salone fiorentino, in calendario dal 13 al 16 gennaio 2026, è stato raccontato dal suo amministratore delegato, Raffaello Napoleone, “Ogni edizione di Pitti Uomo è il risultato di ricerche, viaggi, connessioni che il nostro gruppo intreccia studiando a fondo le principali scene fashion, andando sul campo a incontrare designer e brand, per vedere come lavorano, come si muovono e come vengono percepiti. Con la stessa attenzione visitiamo i negozi e i Department store, ne ascoltiamo le diverse esigenze. Pitti Uomo nasce da qui, dall’osservazione e, di conseguenza, dall’intuizione di come l’offerta si incontra con la domanda. Per questo, venire a Firenze è sinonimo di opportunità concrete, soprattutto in un momento come quello attuale di indubbia trasformazione”. Sotto i riflettori, infatti, ci saranno oltre 700 marchi, di questi oltre 40 sono new names o rientri, mentre il 44% è estero, e una tris d’eccezione di guest designer: Soshiotsuki, Hed Mayner e Shinyakozuka. Nel dettaglio, la manifestazione si snoderà lungo il percorso espositivo consolidato, con i cinque contenitori Fantastic Classic, Futuro Maschile, Dynamic Attitude, Superstyling e I Go Out, cui si aggiunge la cosmetica con una nuova sezione: HiBeauty, dedicata alla profumeria di ricerca. Come ogni stagione, Pitti detta il ritmo dei saloni moda, proponendo un tema conduttore, sintesi tra tendenza e ispirazione, che nella prima parte del 2026 è identificato dal concetto MOTION, interpretato e tradotto in immagini da Chris Vidal e Tuomas Laitinen di SSAW Magazine. L’edizione dedicata alle collezioni Autunno/Inverno 2026-2027, si terrà in un momento delicato per il comparto moda, come ha sottolineato Matteo Zoppas, presidente ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, “La moda italiana richiede oggi una attenzione particolare. I dati sono significativi: nel 2024 abbiamo registrato un calo delle esportazioni del 4% con un -3% nei primi sette mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Numeri che confermano una criticità e che ci spingono a continuare un importante lavoro sul settore. Quello che emerge dall’analisi dei dati è uno scenario a due velocità: accanto ad aziende in forte difficoltà ve ne sono altre che riescono a tenere e, in alcuni casi, a crescere. Il quadro è complesso e richiede risposte mirate e differenziate. Il Governo ha dimostrato piena consapevolezza di questa urgenza con l’apertura di due tavoli sulla moda promossi dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani e dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Come Sistema Paese – ICE, SACE, SIMEST e Cassa Depositi e Prestiti – rispondiamo alla sfida con un impegno coordinato e determinato. Il made in Italy nella moda resta un patrimonio strategico del Paese e merita ogni sforzo per superare le difficoltà del momento». Un valore da valorizzare attraverso iniziative di respiro internazionale come il progetto ECCO.Kollektive, realizzato in collaborazione con il designer Craig Green e con il brand White Mountaineering, nonché le collaborazioni con le istituzioni delle principali piazze fashion come Scandinavian Manifesto, le giapponesi J∞QUALITY e Japan Leather Showroom; Code Corea, China Wave, le francesi Promas French Menswear Fédération e DEFI, l’Istituto Spagnolo per il Commercio Estero -ICEX.



