Pista da bob, ma quale “sabotaggio” e “terrorismo”: le indagini sbugiardano Salvini e il centrodestra, chiesta l’archiviazione
- Postato il 15 aprile 2025
- Sport News
- Di Il Fatto Quotidiano
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CORTINA – Ai piedi delle Tofane due mesi fa i politici italiani avevano sparato bordate e accuse come non accadeva, con le granate, dai tempi della Grande Guerra. Tutti contro gli attentatori, i sabotatori, i no-Tav, gli ambientalisti, in una parola i “terroristi” che avevano – a lor dire – compiuto un attacco allo Stato. Era accaduto, infatti, che nella notte del 20 febbraio un tubo lungo una dozzina di metri e del peso di 789 chili fosse precipitato da un pendio innevato fino a una delle strade del cantiere, a pochi giorni dall’arrivo dei commissari del Comitato Olimpico Internazionale, in vista della pre-omologazione della pista da bob per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. La grancassa delle reazioni era stata unanime e a senso unico nel denunciare il clima di violenza creatosi attorno ai lavori, il mancato rispetto dei lavoratori, un gesto di disfattismo anti-olimpico. Peccato che non ci sia stato nessun attentato, nessun sabotaggio, nessun atto di terrorismo. Soltanto un’allucinazione collettiva della politica, che ha colto l’occasione per difendere un’opera molto contestata.
L’indagine preliminare durata due mesi è stata scrupolosa e si è conclusa con un rapporto dei carabinieri di Belluno, finito sul tavolo di un pubblico ministero e di Roberta Gallego, procuratore facente funzioni di Belluno. Le conclusioni degli investigatori sono chiare: si tratta di un fatto verosimilmente accidentale e senza alcun riscontro di condotte dolose. Il fascicolo era stato rubricato contro ignoti e adesso si arricchisce di una richiesta di archiviazione firmata da uno dei sostituti della Procura. Non vi sono elementi per sostenere che qualcuno si sia introdotto nel cantiere attentamente sorvegliato, che abbia raggiunto il punto dove erano custoditi i tubi pesantissimi usati per il trasferimento del glicole raffreddante lungo la pista e che ne abbia fatto cadere volontariamente uno lungo il pendio, fino a farlo schiantare contro una recinzione messa a protezione della pista.
La notizia, che ilfattoquotidiano.it è in grado di anticipare, arriva proprio nel giorno in cui la consigliera comunale di minoranza Roberta De Zanna ha inviato una interrogazione al sindaco di Cortina per conoscere gli sviluppi dell’inchiesta che è avvenuta nel più stretto riserbo. Adesso sappiamo che non vi sono prove di un’incursione notturna da parte di qualche malintenzionato.
Alla luce di queste conclusioni, c’è da rimanere allibiti nel rileggere le dichiarazioni imprudenti rilasciate da massimi esponenti del governo, a cominciare dal vicepremier Matteo Salvini, dal ministro dello sport Andrea Abodi e dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Alessandro Morelli. Apocalittico il ministro alle infrastrutture: “Quanto accaduto è un gesto vile e irresponsabile. Chi vuole sabotare le Olimpiadi colpisce non solo l’impegno di tanti lavoratori, ma anche il Paese davanti a tutto il mondo. Non ci faremo intimidire. All’odio e al livore dei signori del ‘No’ rispondiamo con l’Italia dei Sì: avanti con le opere, senza sosta e senza paura!”. Salvini ha poi aggiunto: “Come per i delinquenti che assaltano il cantiere dell’Alta Velocità Torino-Lione, anche a Cortina sappiano che non la avranno vinta. Lo Stato non si fa intimidire”.
Lesto a cogliere l’allarme era stato anche il ministro Abodi che aveva auspicato “un ulteriore innalzamento del livello di controllo dell’area di cantiere”, emettendo subito la sentenza: “Si tratta di un gesto criminale commesso da soggetti che pensavano di determinare un danno all’Italia, perché le Olimpiadi e le Paralimpiadi rappresentano una grande opportunità che porrà la nostra Nazione al centro del mondo”.
Come poteva il prefetto Antonello Roccoberton, di fronte a tali e autorevoli dichiarazioni, non convocare d’urgenza il Comitato Ordine e Sicurezza? Anche perché nel frattempo Massimo Saldini, commissario governativo e amministratore delegato di Simico (Società Infrastrutture Milano Cortina), aveva presentato una denuncia: “Abbiamo fatto alcune verifiche anche per escludere che si fosse trattato di scivolamento e mi sento di escluderlo. Da quanto emerso non c’è dubbio che si tratti di un atto doloso, come evidenziato dal sopralluogo tenutosi in cantiere dai tecnici della ditta che produce i tubi di refrigerazione. Ogni tubo era stabilmente agganciato e fissato all’interno del cantiere”.
Il sottosegretario Alessandro Morelli, leghista: “È un gesto di boicottaggio ideologico, alimentato anche da chi, attraverso media, persino sui canali del servizio pubblico, esprime no ideologici contro le Olimpiadi che, su frange antagoniste o menti deviate, porta ad atteggiamenti contrari alla legalità, con il rischio di arrecare danni ingenti e potenzialmente irreparabili”. L’ex ministro Erika Stefani (Lega): “Gravissimo e intollerabile il sabotaggio: se i ‘signori del no’, come avvenuto per la Tav, pensano di bloccare il progresso in questo modo, inaugurando una stagione di terrore, si sbagliano. I responsabili pagheranno”.
Tutto il centrodestra unito. Il governatore Luca Zaia: “Confermo l’atto vandalico, o meglio il sabotaggio, visto e considerato che si è tolto un tubo. Però comunque si va avanti”. Il sindaco Gianluca Lorenzi: “Ignobile e puro terrorismo”. Il senatore Luca De Carlo, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia: “La violenza dei no-tutto non vincerà”.
Lapidaria e convinta la dichiarazione di Luigi Casanova, presidente di Mountain Wilderness: “Ciò che è successo non è metodo di azione dell’associazione e tanto meno degli ambientalisti”. (Qui il suo intervento di due mesi fa per ilfattoquotidiano.it, ndr) Aveva ragione lui.
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