Pisa, Cuadrado ammette: "Accentuavo le cadute". Poi la bordata alla Juventus
- Postato il 12 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Al Pisa ha detto sì in due giorni, terza squadra nerazzurra di fila per lui dopo Inter e Atalanta, con in testa la voglia di farsi trovare al top per il Mondiale con la Colombia ma Juan Cuadrado si sente ancora un leader e un protagonista a 37 anni. Intervistato dalla Gazzetta l’esterno ripercorre la sua carriera, si spende in parole di elogio per Gilardino e si sofferma sul “suo” derby Juve-Inter di domani, anche se 8 anni di successi in bianconero pesano molto di più di uno vissuto da comprimario nella stagione della seconda stella nerazzurra.
L’ammissione di Cuadrado
Per i suoi tifosi è sempre stato un idolo, per la sua garra, la voglia di non arrendersi mai ma per tanti tifosi avversari era un incubo anche per un altro motivo. L’hanno bollato come cascatore e c’è anche un precedente proprio in una sfida Juventus-Inter. Era il 2021 e a 4′ dalla fine dopo un contatto con Perisic Cuadrado cadde in area inducendo Calvarese ad assegnare ai bianconeri un rigore che risultò decisivo per il 3-2 finale. Tutti i moviolisti giudicarono la decisione un errore, ma non è stato l’unico caso.
Sul tema il colombiano ammette: “Beh, sì. Magari in alcuni episodi ho accentuato di più, ma se cado è perché sono stato toccato. Il mio gioco è così”.
La sfida Juve-Inter
Quella di domani allo Stadium non sarà una gara qualsiasi per lui, ce la vedrà in tv: “Ai nerazzurri ho segnato sei gol. Non c’è altra squadra a cui ho fatto più male, è vero. In più, è sempre successo qualcosa: Perisic, Handanovic… ma voglio ricordare il gol di controbalzo realizzato all’Allianz nel 2017 da fuori area”.
La bordata alla Juventus
Della Juve è rimasto tifoso: “Sono diventato un tifoso bianconero. Mia madre vive ancora lì, i miei figli sono nati a Torino. Lucas ha sei anni, Lucia nove. Ho vissuto otto stagioni magici, ho vinto cinque scudetti e diverse coppe. Rispetto al Cuadrado di Firenze ero più completo e soprattutto più maturo. L’unico rimpianto resta la finale di Champions persa a Cardiff”.
Un rimpianto però resta ed è forte: “Le modalità d’addio. L’infortunio di De Sciglio aveva aumentato le mie chance, Allegri voleva tenermi. Da parte mia non c’erano dubbi: sarei rimasto. Poi la dirigenza è cambiata, l’allenatore è andato via e io sono rimasto in attesa. Mentre aspettavo una chiamata, lessi sui social che l’avventura con la Juve era finita. Avrei preferito una parola o un messaggio privato. Ci sono rimasto male, è stato molto triste. Ma il calcio è così. I tifosi sono e saranno sempre nel mio cuore”.