Piove la manna in Palestina, piovono i dazi dalla Scozia, piovono le inchieste in Italia

  • Postato il 27 luglio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Stavolta si può davvero dire che la manna viene dal cielo in Palestina.

Piovono sulla gente di Gaza i primi aiuti umanitari che Tel Aviv “concede” a questa povera gente che forse non c’entra niente con questo conflitto che “va al di là del bene e del male”, come scrive stamane sul Foglio Giuliano Ferrara.

Una guerra maledetta, appunto, dove certe atrocità non si potevano nemmeno immaginare.

Ma. dopo il gesto di generosità, Netanyahu si affretta a dire “che la carestia è solo una propaganda di Hamas”. Parole durissime che dimostrano come ormai l’odio non conosca più confini.

La foto della fame in Palestina

Piove la manna in Palestina, piovono i dazi dalla Scozia, piovono le inchieste in Italia, nella foto Il bimbo di Gaza
Piove la manna in Palestina, piovono i dazi dalla Scozia, piovono le inchieste in Italia. La foto del bambino scheletrico di Gaza pubblicata dal giornale conservatore Daily Express:
foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Anche una semplice fotografia suscita perplessità se c’è di mezzo l’acredine. L’immagine è di qualche giorno fa: un bambino che appare come uno scheletro, una delle tante vittime volute dalla mancanza a Gaza di pane e di acqua. Ieri si è venuto a sapere che quel fanciullo è si magro, anzi lo era, perchè da qualche tempo è curato dai sanitari del nostro paese e sta abbastanza bene.

Così, anche la Francia, la Germania e la Gran Bretagna manderanno i loro aerei carichi di vettovaglie per non far morire di stenti quella povera gente. Le Nazioni Unite insorgono: “Questi aiuti non risolvono la fame, quindi sono inutili”. Domanda: allora come si pensa di risolvere un simile drammatico problema? Con le chiacchiere? Con gli incontri che non portano a nulla? Con le decisioni annunciate che poi non hanno riscontro?

A livello internazionale ci si azzuffa pure sul dibattito se è giusto o no riconoscere fin da adesso uno stato della Palestina: “È un progetto immaginario che Macron difende per diventare il primo della classe”, risponde chi non la pensa come il presidente francese.

Schlein all’attacco

Ad esempio, la nostra premier la quale sostiene che non è così che si risolve questo dramma. Apriti cielo (adesso senza aiuti).

Elly Schlein prende subito la palla al balzo e ritiene che le parole di Giorgia siano immorali. In tal modo, invece di occuparsi dei guai che assillano il partito di cui è segretaria, la prima donna della sinistra si scaglia contro la rivale perché è così che vuole la politica odierna.

È uno dei tanti esempi che dividono le forze italiane le quali si sbranano invece di andare alla ricerca di un denominatore comune che possa riportare la tranquillità in Europa e pure nel mondo.

In autunno ci sono le elezioni regionali, un test importante che potrebbe (a detta della minoranza) cambiare il volto del Paese: insomma, creare una crisi da cui la Meloni farebbe fatica a liberarsi. Allora, ogni scusa è buona per attaccare l’avversario.

Succede che anche due poteri dello Stato si azzuffano in vista del voto d’autunno. I magistrati credono che la destra voglia minare la magistratura con la riforma che porta il nome del ministro Carlo Nordio.

Silvia Albano, un giudice che non ha mai nascosto le sue simpatie politiche porta avanti una tesi che fa rabbrividire. Dice in una intervista: “C’è in pratica un progetto che scardina l’architrave su cui è stata costruita la nostra Costituzione”.

Può arrivare un magistrato a sostenere un argomento così delicato? In molti dicono che è assurdo, ma forse non sono riusciti a leggere quell’articolo apparso ieri sulle colonne del Corriere della Sera. Lo riportiamo per dovere di cronaca anche se stentiamo a credere che si possa arrivare a tanto.

In sintesi, l’ex ministro Dario Franceschini si sarebbe rivolto agli alti vertici della magistratura per stringere questo patto: voi smettetela di fare inchieste sul nostro partito, il Pd, e noi vi assicuriamo che daremo battaglia infinita contro la riforma della legge sostenuta dal governo di destra, guidato da Giorgia Meloni. Fino alla fine, in pratica al referendum a cui saranno chiamati a rispondere gli italiani.

Possibile? Speriamo di no, altrimenti dovremo alzare le braccia e arrenderci.

L’attenzione di noi tutti (parlamentari compresi) dovrebbe essere rivolta all’incontro determinante che oggi Ursula Von der Leyen avrà in Scozia con Donald Trump. Si parlerà di dazi e il vecchio continente si augura che il presidente degli Stati Uniti la smetta di dettare ordini impaurendo con le sue decisioni mezzo mondo.

Se si arrivasse ad ottenere uno “sconto” pari al 15 per cento potremmo accontentarci, sia pure se da un super alleato come l’America ci saremmo aspettati qualcosa di diverso e forse di più giusto.

Non dobbiamo lamentarci e nemmeno meravigliarci se viviamo in un Paese nel quale se un carabiniere o un poliziotto inseguono ladri o rapinatori in fuga con le armi in un pugno siano poi i rappresentanti delle forze dell’ordine a finire sotto inchiesta e magari condannati nel corso di un processo che oggi non è equilibrato tra accusa e difesa. È giusto o sbagliato?

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Autore
Blitz

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