Pillole di salute, bere poco influenza umore e concentrazione?
- Postato il 25 luglio 2025
- Lifestyle
- Di Blitz
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Quando si parla di idratazione, si pensa spesso a pelle secca, ritenzione o prestazioni sportive. Ma in pochi sanno che anche il nostro cervello risente immediatamente della carenza di acqua. E non serve arrivare a una disidratazione grave per avvertirne gli effetti: bastano cali del 1-2% nei livelli di idratazione per compromettere l’umore, la memoria e l’attenzione.
Cosa succede al corpo quando beviamo poco?
La disidratazione, anche lieve, riduce il volume del sangue e rende più difficile per il cuore pompare ossigeno e nutrienti, cervello incluso. Questo può tradursi in stanchezza mentale, maggiore suscettibilità allo stress e difficoltà cognitive.
Un ampio studio del Journal of Nutrition ha evidenziato che le donne giovani con una perdita di appena l’1,4% di liquidi corporei mostravano un umore peggiorato, maggiore sensazione di fatica e difficoltà nel concentrarsi. Risultati simili sono stati riscontrati anche negli uomini.
Idratazione e umore: il legame è reale
Una revisione pubblicata su Frontiers in Nutrition nel 2022 ha confermato che bere acqua ha effetti positivi sull’umore: chi si idrata meglio tende ad avere livelli più bassi di ansia, tensione e confusione mentale. Al contrario, chi beve poco è più esposto a irritabilità e cali di energia durante il giorno.
Inoltre, alcuni studi suggeriscono che l’idratazione adeguata può migliorare la qualità del sonno e il benessere psicologico, con effetti positivi anche sul rendimento scolastico e lavorativo.
Quanta acqua serve davvero?
Il fabbisogno varia da persona a persona, ma in linea generale 1,5-2 litri al giorno rappresentano una buona base. Chi pratica attività fisica, vive in ambienti caldi o consuma molti alimenti salati o proteici dovrebbe aumentare l’introito. Anche frutta e verdura aiutano: cetrioli, anguria e lattuga, ad esempio, sono fonti eccellenti di liquidi.
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