Pif, Salvatores, Guzzanti: la cultura si mobilita contro guerre e riarmo. Prima protesta alla Mostra di Venezia
- Postato il 20 agosto 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il settore dello spettacolo si mobilita contro l’orrore delle guerre in Ucraina e Palestina, il genocidio di Gaza, e le crescenti minacce alla libertà d’espressione. L’iniziativa del gruppo ARTISTI / #NoBavaglio – con un Manifesto e un calendario delle iniziative – coinvolge artisti, lavoratori, autori, registi, musicisti, attori, attrici, sceneggiatori e operatori da tutta Italia. Lo scopo è creare alleanze con il mondo dalla scienza, dell’informazione, del mediattivismo, dell’Università, coinvolgendo giuristi e attivisti per i diritti. Dunque una grande coalizione nel vasto campo culturale, per fermare la deriva occidentale verso la guerra e le censure.
Gli artisti – Oltre 500 personalità hanno già sottoscritto l’appello contro le guerre e il genocidio a Gaza. Tra i primi firmatari Fiorella Mannoia, Valeria Golino, Moni Ovadia, Corrado Guzzanti, Laura Morante, Marisa Laurito, Daniele Vicari, Paolo Rossi, Gabriele Salvatores, Pif, Vinicio Marchioni e molti altri.
Il calendario delle proteste – Tra le prime iniziative della rete ARTISTI #NoBavaglio c’è il sostegno alla mobilitazione “Stop Genocidio”, il 30 agosto a Venezia, in occasione della Mostra del Cinema. La data successiva segnata sul calendario è l’11 settembre: appuntamento a Roma, Auditorium Parco della Musica, dove andrà in scena il Defence Summit. Gli artisti e i lavoratori contesteranno l’evento sulla difesa benedetto anche dal governo, con la partecipazione delle principali aziende di armamenti del Paese, da Leonardo a Fincantieri. Prevista anche la protesta della rete No Rearm Europe. Il 22 settembre, al Centro Ararat di Roma, aprirà i battenti l’incontro pubblico “CHE FARE? Verso una mobilitazione globale contro il Genocidio a Gaza, guerre e riarmo”.
Contro censure e riarmo – Nel loro Manifesto, la rete di artisti denuncia il restringersi degli spazi di libera espressione, ricordando il caso Ghali a Sanremo. Dopo aver pronunciato “Stop genocidio in Palestina”, dal palco dell’Ariston, l’artista avrebbe pagato un prezzo salato. Ma il bavaglio colpisce anche la libera informazione: “I giornalisti diventano bersagli, gli artisti vengono censurati, le voci libere messe a tacere. A Gaza sono stati uccisi oltre 230 reporter palestinesi”.
Intanto l’economia si aggrappa al riarmo per superare le crisi e recuperare slancio. “Nel 2023 – si legge nel Manifesto – la spesa militare globale ha raggiunto 2.443 miliardi di dollari. L’Unione Europea ha avviato un piano di riarmo da 800 miliardi di euro, il più alto dalla Seconda guerra mondiale”.
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