Pietra Ligure, il buon trasloco di Beppe Giglio: “Società a cui non manca nulla per la Serie D, ma l’obiettivo sono i playoff”

  • Postato il 9 ottobre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Pietra Ligure Vs Campomorone

Poco meno di tre mesi fa il Pietra Ligure annunciava Beppe Giglio. Sicuramente è stato uno dei colpi dell’estate, non solo perché il centrocampista rinforza enormemente la rosa biancoceleste, ma anche perché dopo una vita trascorsa con l’Imperia ha scelto di cambiare aria. Giglio ha voluto calarsi nella realtà pietrese, attratto da un progetto che aveva già reclutato istituzioni del calcio locale (Davide Sancinito e Santiago Sogno su tutti). Il bilancio di questi primi mesi al “De Vincenzi” per il trentunenne è positivo, anche se sul campo i biancocelesti faticano a ingranare: la squadra di Moraglia è imbattuta in campionato, ma ha vinto solo una partita e ha perso il derby di Coppa con la San Francesco Loano. Il pareggio per 2-2 dell’ultima giornata contro il Campomorone è stato però convincente. Proprio dalla gara di domenica partiamo per l’intervista a Beppe Giglio che racconta come sta andando questa nuova avventura.

Cominciamo con l’attualità. Che partita è stata contro il Campomorone e – più in generale – qual è il tuo bilancio di questi primi mesi?

“La partita di domenica l’abbiamo affrontata nel modo giusto. Siamo stati anche un po’ sfortunati perché il gol di Fassone è stato un capolavoro. Però comunque siamo contenti della prestazione. Per quanto riguarda il bilancio in generale sono molto soddisfatto. I mister ci stanno facendo lavorare bene e con un’intensità molto alta”.

L’anno scorso il Pietra andava spesso in difficoltà quando non riusciva ad avere il pallino del gioco. Domenica invece pur essendo stata una partita di ripartenze eravate a vostro agio. È un cambiamento che magari è stato richiesto dalla società o dai giocatori più esperti?

“Chiaramente non so bene la situazione dell’anno scorso perché di partite non ne ho viste. Posso dire che prepariamo le partite ogni volta in modo diverso, in base all’avversario. Il mister guarda molto i video delle partite e ci prepara a giocare in modo diverso ogni domenica”.

Facciamo qualche passo indietro. Ti fa uno strano effetto non essere più a Imperia?

“Sicuramente non è stata una scelta facile. Anzi, è stata una scelta difficile e sofferta, ma inevitabile. Per me Imperia è stata tutto, anche adesso sono un grandissimo tifoso e spero che riesca a rimanere in Serie D. Sono molto fortunato a essere finito nel Pietra Ligure. I compagni mi hanno accolto bene, mi sono già integrato nel gruppo come anche i ragazzi con cui vado ogni volta in macchina al campo (Ravoncoli, Faedo, Fatnassi e Parodi). All’inizio mi faceva molto strano, ma adesso arrivare al campo e pensare solo ad allenarsi mi rilassa. A Imperia scendere in campo era diventata l’ultima cosa, prima c’era da affrontare altri mille problemi. Adesso sono carico e contento di essere approdato in una società del genere”.

Si parla sempre di più del progetto Pietra Ligure e tanti giocatori importanti – come nel tuo caso – che scelgono la società biancoceleste. Che cos’è che attrae maggiormente?

“Tutti parlano del Pietra Ligure. Io ho parlato con Faedo e mi aveva detto che a Pietra si sta veramente bene. Quello che ha di diverso rispetto alle altre società è in primis l’organizzazione: non manca nulla, cose semplici ma che ci sono sempre. E poi è una società che mantiene quello che dice. La cosa bella è che non bisogna pensare ad altro, solo ad andare in campo e dare il meglio. Anche la struttura è bella, perché ci gioca anche il settore giovanile”.

I risultati danno ragione al Pietra. Allora ti chiedo, questa squadra è pronta per fare il grande salto?

“Sì, non manca nulla. Sta a noi giocatori dare il massimo per ottenere il massimo livello. Come dice il direttore (Luca Filadelli, ndr) l’obiettivo è migliorarsi di anno in anno. L’anno scorso la squadra è arrivata terza, quest’anno si deve puntare a fare i playoff. Questo per quanto riguarda il campo, ma alla società non manca niente per affrontare la Serie D”.

Negli ultimi due anni hai avuto come allenatore Pietro Buttu, figura navigata e che tutti conoscono molto bene. Adesso invece sei allenato da Andrea Moraglia, mister che siede da poco in panchina e che nel savonese è ancora da scoprire. Che differenze ci sono tra i due tecnici?

“Buttu è un allenatore che mi piace tantissimo. Punta molto sul carattere del giocatore, tira fuori tutto quello che hai dentro. Moraglia invece punta tanto sul lavoro in settimana. Noi lavoriamo su ogni aspetto, il mister è molto completo nella preparazione. Ho avuto tanti allenatori, ma si vede che Moraglia a livello di campo è molto preparato nonostante non è da tanto che alleni. Gli auguro il meglio, quest’anno per lui sarà importante”.

Domenica è arrivato un gol strepitoso di Joshua Malagrida, classe 2008. Tu sei una delle figure di spicco anche per i ragazzi più giovani, quali consigli gli dai?

“I giovani sono bravi, lavorano tanto e sodo. Spero abbiano capito che prima di tutto viene il gruppo. Quello che gli dico è di dare sempre tutto per il compagno che hanno vicino. Sicuramente sono degli ottimi giovani”.

Sul campionato. Ancora non c’è una squadra in fuga e la classifica è tutta da delinearsi. Che Eccellenza sarà?

“Tutti pensavano che sarebbe stato un campionato facile, ma in realtà ci sono molte squadre quadrate, vedi la Carcarese con cui abbiamo fatto 0-0. È un campionato in cui bisogna perdere meno punti possibili. È meglio fare un pareggio in più piuttosto che uscire con una sconfitta. Penso che si deciderà tutto alla fine”.

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Il Vostro Giornale

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