Picierno-Boldrini, gelo in piazza a Roma: ecco cosa è successo sotto al palco

  • Postato il 16 marzo 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Picierno-Boldrini, gelo in piazza a Roma: ecco cosa è successo sotto al palco

 Ci sono le bandiere dell'Europa, tantissime (all'inizio le distribuisce anche Ernesto Ruffini), quelle arcobaleno della pace (se cerchi Angelo Bonelli o Nicola Fratoianni, seguile), quelle dell'Ucraina (parecchie anche queste) e persino quelle della Georgia (Carlo Calenda è verso piazza Flaminio nel punto dove ci sono bandiere ucraine e georgiane). Ci sono quelli che hanno entrambe: europea e ucraina, indossate come un mantello double face. Ci sono le coppie in cui lei ha la bandiera arcobaleno, lui quella europea. O viceversa. Spunta anche, solitaria, una bandiera della Palestina. E un fantoccio di Trump.

Piazza del Popolo, va detto, è pienissima. Le forze dell'ordine sono costrette a chiudere gli ingressi perché si è esaurita la capienza. Cosa che, raramente, accade. Quasi mai. Infatti i politici, i sindacalisti, che di manifestazioni qui ne hanno viste tante, osservano tra lo stupore e l'invidia questo pienone. Ma anche con un po' di disagio. Perché l'idea, l'organizzazione, la regia, il palco non è loro. Di nuovo è la “società civile” che ha riempito il vuoto.

Sul palco parlano Antonio Scurati, Jovanotti, Fabrizio Bentivoglio, Paolo Virzì, Roberto Vecchioni, Luca Bizzarri, cantano e suonano. Presenta Claudio Bisio. E, naturalmente, tiene le fila Michele Serra, firma di Repubblica, da cui tutto è nato. I politici ci sono, ma in piazza o nel retro palco. Ospiti di un evento convocato e gestito da altri. Elly Schlein è felice perché ha incassato il bagno di folla, le grida «Elly vai avanti», «Elly non mollare», «Siamo con te». Il «chiarimento» suona come un problema antico. Gli altri sono tutti qui a difendere la loro idea di Europa, diversa (opposta) da quella dei compagni di piazza. In una cacofonia di voci sommersa dal blu delle bandiere europee. Ecco, allora, Calenda che manifesta per una Europa «militarmente forte» perché solo così «si garantisce la pace», mentre secondo Bonelli «un'Europa che vuole investire 800 miliardi di euro in armamenti è un'Europa che compromette il suo futuro e il futuro delle generazioni che verranno».

 

E se Pina Picierno, Pd, spiega che questa Europa, perché funzioni, bisogna «dotarla di autonomia strategica», Laura Boldrini, Pd, spiega di essere lì perché «non vogliamo il riarmo di 27 singoli stati che sarebbe solo uno spreco di risorse e rifiutiamo la narrazione della guerra come strumento per dirimere le controversie tra gli Stati», mentre Maria Elena Boschi, Iv, dice di essere «in piazza per i nostri figli, per gli Stati Uniti d'Europa, un'Europa più unita, un'Europa più forte dei singoli stati che la compongono». Il piano di riarmo votato dal Consiglio europeo e dalla maggioranza che ha sostenuto Ursula Von der Leyen è «un sucidio», dice Nicola Fratoianni. Mentre una parte del Pd, che pure è in piazza (oltre a Picierno, Alfieri, Morani) lo difende.

Roberto Vecchioni, dal palco, prova a dirla così: «Dobbiamo distinguere tra pace e pacifisti. Non si può accettare qualsiasi pace. I veri pacifisti siamo noi. Ai giovani dico, siete voi che dovete rimediare alle cazzate che abbiamo fatto noi». Scurati spiega che la pace non è in contraddizione con la lotta. E Michele Serra, ideatore dell'evento, invita a darsi «una mossa altrimenti l'unica bandiera da sventolare sarà quella della carta di credito Ma quella non è la nostra bandiera, è quella di Trump». E ai politici presenti, tutti sotto, chiede di «essere un poco più stupidi, come questa piazza che non ha fatto calcoli, che non sa esattamente che cosa si deve fare, ma cerca di farlo lo stesso. Cercate, per favore, di parlarvi e addirittura di ascoltarvi». Intanto Schlein parla di Europa federalista e di «spirito di Ventotene». Quello spirito evocato, ma con acuta ironia, sul palco in una clip da «Un altro Ferragosto».

 

Anche i sindacati parlano lingue diverse. Così se Pierpaolo Bombardieri, Uil, si dice contro il riarmo, Daniela Fumarola, Cisl, spiega che occorre «difendere la democrazia e la libertà» ma per farlo serve anche una difesa in grado di farlo, armi comprese, mentre Maurizio Landini, Cgil, spiega che occorre «affermare la cultura della pace, non della guerra». Spunta anche Achille Occhetto, che invita a «realizzare il sogno di Ventotene». Intanto a piazza Barberini, dove si è riunita la piazza di Potere al Popolo, si brucia una bandiera dell'Unione europea. 

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Libero Quotidiano

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