Piccoli miracoli sotto la pioggia
- Postato il 17 settembre 2025
- Di Il Foglio
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Piccoli miracoli sotto la pioggia
Milano, in un giorno di pioggia qualunque. E’ questo il palco che Piero Meli sceglie per il suo romanzo Piccoli miracoli sotto la pioggia, dove immortala un pezzo di umanità le cui vite scorrono parallele e si sfiorano, impercettibilmente, solo nella fugacità di un attimo. Ogni capitolo è una storia: Angela è una pittrice affetta da xeroderma pigmentoso, che per esistere è condannata al buio, mentre sogna la luce e dipinge quei raggi che non può sfiorare. I suoi dipinti vivono ed escono nel mondo al posto suo, finché, in un giorno di pioggia, decide di uscire fuori dal suo rifugio e tornare, per qualche istante, ad abitare la vita che fino a quel momento aveva affidato alle tele bianche. Allo stesso modo, c’è Carlo, noto fotografo milanese che deve raccontare una Milano che nessuno ha mai fotografato, facendo del suo massimo, come ogni giorno. Eppure, qualcosa si inceppa: gli scatti che credeva perfetti svaniscono e rimane solo con la sua Leica in mano, senza messa a fuoco, in un mondo che non ha mai guardato davvero. Tra gli altri, c’è Lucio, rider precario che attraversa Milano in bicicletta sotto la pioggia, quando in realtà vorrebbe far ridere la gente dal palcoscenico, perché è il suo modo per non urlare e per resistere, con beffarda ironia. Alice invece lavora in un bar e non sopporta i falsi ottimisti: ha lasciato l’università e porta con sé ogni giorno le parole di sua madre che le diceva di non fermarsi mai e che per capire dove stai andando, devi sentirlo sotto la pelle. Ci sono anche gli amori del passato che irrompono nel presente di Giuliano e di Alessia, il desiderio di riscatto di Alberto e Irene, i sogni e la paura di realizzarli di Chiara, la rabbia e il sarcasmo di Mauro, il disincanto di Elena e i tormenti di Demetrio. E se c’è un filo che unisce tutte queste storie, prende la forma di una donna con un cappotto rosso, presenza silenziosa che si muove tra le righe di ogni racconto, come se osservasse i protagonisti. Ognuno di loro gioca la propria parte. A ognuno la sua croce e la sua epifania. Con leggerezza e grande profondità, Meli propone un romanzo corale, dove la polifonia è un intreccio di storie, di scelte, di gesti. Sono piccoli istanti di vita, semplici, ma mai invisibili e banali. Perché alla fine c’è sempre una scintilla, o un miracolo, anche nelle giornate più grigie, anche quando la pioggia batte incessante su una realtà che, forse, è proprio quella “favola bella che ieri m’illuse, che oggi t’illude”.
Piero Meli
Piccoli miracoli sotto la pioggia
Giulio Perrone, 160 pp., 17 euro