Piano di pace Ucraina, al G20 Meloni fa equilibrismo ma Crosetto attacca: “Molto duro per Kiev, alcuni punti sono inaccettabili”
- Postato il 22 novembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Alla timidezza di Meloni e Tajani si contrappone, se si parla di piano di pace per l’Ucraina, la decisione del ministro della Difesa Guido Crosetto. Dopo l’annuncio della Casa Bianca di un piano per mettere fine alla guerra tra Mosca e Kiev, arrivano anche le prime dichiarazioni da parte del governo italiano. Se la presidente del Consiglio e il suo ministro degli Esteri cercano di mantenere una posizione la più equidistante possibile tra Bruxelles e Washington, è da Palazzo Baracchini che si levano i dubbi su alcune parti del documento sponsorizzato da Trump e sul quale il tycoon ha lanciato un ultimatum al presidente Volodymyr Zelensky: “Il piano proposto è a mio avviso molto duro nei confronti dell’Ucraina – ha scritto il ministro sul suo profilo X – e contiene punti che penso non potranno mai essere accettati, ma lo considero il punto di inizio di una trattativa che tutti auspichiamo e per la quale tutti dobbiamo impegnarci senza tregua”. E non lesina una critica diretta nei confronti di Trump: “L’ho detto ieri e lo ribadisco oggi, Trump ci ha ormai fatto capire, con i dazi, con Gaza ed in molti altri scenari, quale sia la sua tattica. Provoca, blandisce, forza, accarezza un giorno, schiaffeggia quello successivo”.
Nel lungo intervento, Crosetto precisa comunque che “l’unica cosa che interessa e deve interessare è la reazione delle parti in campo al piano Trump per porre fine alla guerra in Ucraina. Il primo punto è che ne stanno parlando sia la Russia che l’Ucraina, tutte e due le nazioni hanno detto che si può ragionare di un piano che porti alla fine della guerra. Questo è il fatto più importante. Non perché lo dica l’Ucraina che chiede una pace giusta da tre anni, ma perché lo ha detto anche la Russia. Ora occorrono mille passi, mille discussioni, mille fratture da ricomporre, mille forzature, mille interlocuzioni per raggiungere una mediazione che sia accettata in primis dal popolo che si è sacrificato per 1.003 giorni nel tentativo di difendere la propria esistenza. Ho scritto apposta popolo perché é quello che abbiamo cercato di aiutare a resistere in questi anni, il popolo e la nazione Ucraina”.
La strategia americana di dare priorità alle posizioni di Mosca, come dimostrato anche in altre occasioni, non va giù però al capo della Difesa italiano che sul comportamento di Trump torna a commentare: “Per settimane (Trump, ndr) ha pressato sulla Russia usando la leva del petrolio ed ora le offre un’uscita dal cul de sac dove si è infilata. É sbagliato quindi chiedere alle altre nazioni o all’Europa o alla comunità internazionale cosa pensa dei 28 punti (del piano, ndr). É giusto che nessuno parli ma tutti lavorino per costruire 28, 25, o 32 punti accettabili dalle parti, che pongano fine alla guerra, consentano all’Ucraina di avere un futuro di sicurezza e scongiurino lo spettro dell’allargamento della guerra all’Europa. Lo ripeto, non mi interessa un giudizio sul piano ma usarlo per far ripartire il dialogo e far cessare il suono tremendo delle centinaia di bombe, missili e droni che anche nelle scorse 24 ore, come nei 1.002 giorni precedenti, hanno massacrato l’Ucraina. Va fatto subito. Nelle scorse 24 ore sono morti più di 1.000 esseri umani, russi ed ucraini. Come nelle 24 ore precedenti e come nelle prossime 24. Questa è la guerra, questo è il nemico da combattere, l’avversario da sconfiggere. Forse questo piano imperfetto ci dà l’occasione di provarci. Lavoriamo per renderlo giusto e possibile”.
Le sue parole intervengono con prepotenza in un dibattito che, invece, Meloni e Tajani stavano cercando di mantenere su livelli meno conflittuali. La premier, nel suo intervento alla prima sessione di lavoro del G20, si è limitata a dichiarare che “l’Italia è pronta a collaborare con i suoi partner europei e americani per raggiungere una pace giusta”, mentre il capo della Farnesina ha sottolineato che “l’Europa deve essere protagonista” dell’accordo sull’Ucraina, “non potrebbe non essere così, visto che ha inflitto sanzioni alla Federazione russa. Per arrivare a un accordo complessivo serve anche la partecipazione europea”. Quale strada sia quella da seguire il governo dovrà deciderlo proprio con Stati uniti ed Europa. Ma prima deve anche fare chiarezza al suo interno.
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